martedì 15 dicembre 2015

Migranti raccontano la loro storia ai ragazzi della Roncalli


Lunedì, 14 dicembre 2015. Meravigliosa lezione di "ascolto dell'altro" nell'incontro con due profughi del Gambia e dell'Afghanistan alla Scuola Media Roncalli-Cascino di Piazza Armerina. 

 

Due ore cariche di sentimenti profondi,  racconti drammatici, speranze per il futuro che grazie alla collaborazione con la dottoressa Cinzia Vella, responsabile dell'Associazione Don Bosco 2000, hanno coinvolto intensamente i ragazzi delle classi  terze del plesso Roncalli. La conoscenza delle ragioni dell'altro, della vita e della sofferenza dell'altro, soltanto la conoscenza, può far superare paure, pregiudizi, inganni mediatici pseudo-informativi che ci vengono propinati dalle chiacchiere nei bar fino ai comizi politici televisivi, nel clima di psicosi generale che vede negli attentati alla nostra cara Europa il nocciolo del problema senza considerare che si tratta invece delle ultime propaggini dei tentacoli di una piovra che ha in Africa e Asia il suo cuore pulsante.                                                                                                                                        D., 21 anni, fuggito dal Gambia per trovare una vita degna di essere vissutalontano da una dittatura ultra ventennale che spinge migliaia di gambiani ogni anno ad abbandonare la propria meravigliosa terra, fa il suo viaggio della speranza attraverso il Senegal, la Nigeria, il Mali e la Libia, dove rimane prigioniero nelle ormai tristemente famose carceri del posto. Sua sorella non riesce a sopravvivere alle percosse e alle violenze delle carceri libiche: entra in coma per giorni e poi muore.     Se avesse avuto le medicine, se fosse stata curata, forse… e la voce di D. trema per la commozione. Quando i nostri ragazzi si fermano tutti a pregare per la giovane donna ricordata nel drammatico racconto, sentiamo di stare compiendo un gesto di intensa spiritualità quando al nostro momento di silenzio si aggiunge la preghiera cristiana per i defunti e di seguito quella in arabo del giovane uomo                                                                                                                                                                                          H., 18 anni, arrivato in Italia quando ne aveva 15, senza genitori, è fuggito dall'Afghanistan in seguito ad una lettera arrivata in casa: l' "invito", scritto dai talebani del posto, ad unirsi a loro, ai loro atti di terrorismo, pena la morte. La famiglia decide di farlo partire accompagnato dallo zio e da un cugino. Mamma e papà lo raggiungeranno in un secondo momento. Se Dio vorrà. Attraverso il Pakistan, l'Iran e la Turchia, Hraggiunge l'Italia, in uno di quei barconi che lui stesso non sa come sia potuto arrivare a destinazione. Diviene ospite della casa di Don Bosco di Piazza Armerina e studia con profitto nelle nostre scuole. I genitori lo hanno raggiunto: ora sono in Germania e H. lascerà a giorni l'Italia per riabbracciare la sua famiglia. Anche lui ha i suoi morti da piangere: lo zio ha perso la vita a causa dei tagliatori di teste dell'Isis.

Due testimonianze forti, dolorose e cariche di pudore e coraggio, inaspettatamente rilasciate da due giovanissimi. Grazie.  

Inviato da iPhone di Agostino Sella 

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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