domenica 13 dicembre 2015

Scarcerato Cuffaro: "Bello respirare la libertà"

"E' bello respirare la libertà. Oggi posso dire di aver superato il carcere", queste le prime parole dell'ex governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro,  appena uscito dal carcere di Rebibbia a Roma. Dopo 1786 giorni di carcere, e grazie all'indulto di un anno per i reati "non ostativi" e lo sconto di un mese e mezzo ogni sei per buona condotta, Totò Cuffaro torna oggi uomo libero. Lascia il penitenziario di Rebibbia e, assieme ai familiari già da ieri a Roma, affronta un viaggio in auto per rientrare in Sicilia e raggiungere subito Raffadali, per fare visita all'anziana madre. Resta indefinito il suo futuro. L'ex presidente della Regione siciliana condannato per favoreggiamento alla mafia, il politico italiano che ha scontato la pena più lunga, non può assumere incarichi pubblici. Glielo impedisce l'interdizione perpetua che gli è stata inflitta. "La politica attiva, elettorale e dei partiti è un ricordo bellissimo che non farà parte della mia nuova vita. Ora ho altre priorità", dice l'ex governatore della Sicilia appena uscito dal carcere di Rebibbia. "Ho amato la politica e non rinnego nulla di ciò che ho fatto, non mi sento tradito". Ma aggiunge: "Nella mia coscienza sono innocente. Sono andato a sbattere contro la mafia. Tornassi indietro metterei un airbag. Ho fatto degli errori, non mi voglio nascondere, io li ho pagati, altri no. Ora credo di avere il diritto di ricominciare".

L'ex presidente della Regione sottolinea: "È stato grande il prezzo che ho pagato per aver deciso di stare in mezzo alla gente. Appartiene alla mia coscienza ciò che sono stato. Non ne voglio più parlare. Credo di non aver mai favorito la mafia ma di averla sempre osteggiata e parlano gli atti amministrativi per me. Per fare una vera lotta alla mafia credo sia necessario l'impegno delle forze di polizia, dei magistrati. Ma se lasciassimo la lotta solo a loro credo che purtroppo non riusciremmo a raggiungere l'obiettivo finale. È necessario ci sia una grande educazione. E questo è il grande errore della politica. Fin quando non sarà data alle persone la possibilità di scegliere di stare nella legalità sarà difficile vincere la mafia".

"Non credo la Sicilia sia cambiata in meglio. Io credo che Vecchioni abbia detto una cosa con amore. Forse non lo sa Crocetta ma pure questo è amore. La Sicilia, la nostra terra, è straordinaria, bellissima e merita di essere servita - aggiunge - Quello che vedo nella politica di oggi in Sicilia è poco amore per le cose che si fanno. Quando non ci sono ideali la politica rischia di essere sterile e inumana. È diventata cattiva la politica di ora". Ma: "Io non partecipo alla disfida di Barletta che c'è contro Crocetta. Per due motivi: primo perché Crocetta non è Ettore Fieramosca, secondo perché io non mi schiererei mai dalla parte dei francesi".

E sul suo futuro afferma: "Credo che io abbia il dovere di continuare a occuparmi dei detenuti e di seguire le vicende delle carceri perché possano diventare più umane e vivibili. Vivendo in questi anni dentro una cella insieme ad altri ho capito quanto è importante non sentirsi abbandonati e dimenticati. Andrò in Africa nell'ospedale che ho fatto costruire quando ero presidente della Regione. La società Motherworld Foundation che lo ha in gestione mi ha contattato in questi ultimi mesi e abbiamo organizzato la mia esperienza di medico volontario in Africa che farò non appena avrò sistemato alcune vicende della mia famiglia". Cuffaro aveva più volte espresso il desiderio di recarsi presto in Burundi come volontario. Ci sarebbe già una data di partenza: il 30 marzo. In cella Cuffaro ha studiato per conseguire la seconda laurea in Giurisprudenza (gli manca solo un esame) e ha scritto due libri. Da oggi, mentre ex avversari politici interni ed esterni (da Micciché a Genovese) fanno a gara per rivalutarne la figura, e il presidente dei senatori di Area popolare Ncd-Udc, Renato Schifani twitta: "Bentornato Toto'. Ora hai il diritto di riprenderti la tua vita", per l'ex presidente della Regione comincia una seconda vita.


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Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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