mercoledì 5 aprile 2006

Il documento del PD approvato all'assmblea programmatica

Il Partito Democratico è nato per cambiare l’Italia.
Non è solo, né innanzitutto, la sintesi di due tradizioni politiche del secolo scorso, gloriose ma storicamente esaurite. E’ il progetto di portare il nostro Paese nella contemporaneità, nel mondo che cambia. Innovazione, mobilità sociale, trasparenza ed equità in un Paese che appare invece sempre più bloccato, in crisi, diviso e chiuso nelle proprie paure e nel proprio passato.
Questa missione di cambiamento è oggi non solo valida, ma necessaria ed urgente.
Si tratta di un progetto politico ma anche culturale. La sua realizzazione richiede coraggio, coerenza, coesione ed uno sguardo rivolto al futuro, per un partito che sia:
l alternativo al populismo mediatico che quotidianamente demolisce l’immagine dei partiti, aperto ai cittadini, ai gruppi, alle associazioni e ai movimenti, capace di interpretare i bisogni sociali e la domanda di rinnovamento della politica italiana, democratico perché fondato sul pluralismo delle culture politiche e federale perché radicato nel territorio e dotato di ampia autonomia locale;
l impegnato nell’affermare il principio costituzionale della laicità dello Stato, garantendo il rispetto di ogni persona nelle proprie convinzioni.
l capace di mettere a frutto, anche sul terreno della competizione economica, le ricchezze del territorio: il patrimonio ambientale e culturale, la creatività, la coesione sociale;
l in grado di muovere la propria azione nella piena consapevolezza che “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, tenendo presente il mondo del lavoro sia nelle grandi questioni sociali con forme efficaci di concertazione, sia nell’impresa, attraverso nuove forme di democrazia economica specie in tempi di crisi;
l attento al rispetto delle regole e all’imparzialità dello spazio pubblico in cui si esercita la competizione, perseguendo la cultura del “merito” e del “risultato”;
l attento a valorizzare talenti ed energie culturali e politiche, facendosi anche promotore della cultura della parità.

Il 14 ottobre è nato il Partito Democratico, ma la “casa dei democratici” è ancora in costruzione. Per questo è compito primario del PD di Piazza Armerina contribuire ad edificarla su fondamenta solide, all’altezza delle sfide del XXI secolo.
Oggi il PD di Piazza Armerina ha una doppia responsabilità: organizzare il partito e contemporaneamente metterlo in rete con l’amministrazione locale ed i propri rappresentanti in consiglio comunale.
L’interazione tra un partito forte ed autorevole, che interpreti le esigenze della città, ed una amministrazione ed un consiglio comunale competenti e dinamici, certamente porterà al risultato del buon governo.
Allora è utile un dibattito costruttivo e vivace che, in una dinamica politica concreta, restituisca al partito il ruolo di guida e di indirizzo politico.
Per far questo il Circolo deve essere il luogo in cui la politica si esprima ai suoi livelli più alti, promuovendo un confronto costante, in grado di fare sintesi virtuosa delle diverse sensibilità e di aprirsi ai bisogni della comunità. Obiettivo principale dell’azione politica del Circolo deve essere infatti quello di ricercare un costante dialogo con i cittadini.
Il circolo, dunque, inteso come luogo di attrazione attiva della vita sociale, facendo sì che esso diventi spazio di discussione tra gli eletti e gli iscritti, con periodici momenti di confronto, che consentano di discutere sulle problematiche collettive, per trovare insieme le soluzioni possibili.
Un Partito che si metta a disposizione di una stagione di buon governo per:
1. sostenere e dare sostanza al progetto politico che ha portato alla vittoria elettorale, rafforzando ulteriormente il rapporto di fiducia con i cittadini e rispondendo alle crescenti aspettative individuali e sociali che provengono dalla città;
2. restituire alla politica credibilità, mettendo al centro della propria iniziativa la centralità del progetto e il rispetto degli impegni assunti;
3. avviare una fase di rinnovamento culturale.
Proprio su questo punto il passaggio delicato dell’assemblea programmatica è una grande opportunità. Per far questo abbiamo bisogno di credere nella grande esperienza di chi ha fatto e continua a fare Politica, senza mai tralasciare la scommessa di investire su nuova linfa che, carica di “voglia di fare” e libera da vecchi retaggi riesca in maniera graduale a portare sano rinnovamento alla politica, ma soprattutto un nuovo modo di rapportarsi al cittadino nel rispetto pieno dei principi dell’etica politica. Il rinnovamento deve essere il metodo della politica, non può e non deve esserne il fine: è solo da un continuo confronto con nuovi individui e nuove idee che il dibattito politico può crescere, evolversi, essere esauriente ed esaustivo, evitando così la cristallizzazione di pratiche distanti dalla vita reale.
Il rinnovamento pertanto deve avvenire nella comprensione delle priorità della comunità e nella capacità di farne azione collettiva; dev’essere rinnovamento nei metodi e nei modi, nei costumi, nella civiltà dell’agire politico.
Per questo, in un contesto di accentuata complessità e pluralismo culturale, che non facilita l’accordo attorno a soluzioni comuni, è necessario dare vita a dei percorsi di formazione etico politica di diversa natura:
1. Realizzazione di forme di incontro di carattere pragmatico e dialogico volte al perseguimento di una nuova koinè culturale.
2. Ripensamento dei paradigmi politici fondamentali finalizzato a ricostruire e riempire di senso i concetti di: democrazia e potere, comunità cittadina, riconoscimento e rispetto delle differenze e delle pari opportunità, autonomia e autodeterminazione della persona nelle questioni bioetiche, responsabilità, solidarietà e cura dei diritti delle persone, legalità, educazione e buone pratiche di cittadinanza.
In questa prospettiva l’eticità assume i connotati di una razionalità politica che fa spazio all’intreccio fra le differenze che, responsabilmente e reciprocamente, si muovono alla ricerca di un denominatore comune di convivenza civile e democratica.
La possibilità che si dia attuazione a tali percorsi di formazione è strettamente legata all’idea di restituire centralità all’azione politica. In questo orizzonte la politica è intesa come momento di sintesi dei bisogni della collettività, come ricerca di valori comuni e soluzioni adeguate.
Per organizzare il radicamento del PD sul territorio verranno costruite le condizioni per stabilire proficui contatti con i cittadini-elettori, per aprirsi a un sereno confronto, per favorire il pieno dispiegarsi delle idee, di una reale partecipazione e per promuovere un corretto processo decisionale. Si tratta di una vera svolta politica, culturale e morale che consenta a tutti di guardare al futuro con fiducia. Insieme va perseguito quindi l’obiettivo di allargare la partecipazione e la base di consenso attorno al nuovo PD, continuando la campagna di adesione per stabilire un collegamento costante e diretto con gli aderenti, i cittadini e le realtà organizzate del territorio.
Un Partito nuovo, capace di ascoltare, discutere e decidere, facendo della partecipazione il cardine della propria azione. Una politica che non decide e non si assume l’impegno di compiere scelte responsabili non ha prospettive e non serve ai cittadini che, per primi, pagano le conseguenze dell’inefficienza del sistema politico. Sapendo che il PD ha l'ambizione di rappresentare la vera novità della politica italiana e che scommette sulla capacità di riformarla, è necessario mettere in campo un Partito adeguatamente organizzato, aperto e all’altezza di tale compito.
Per questo il Circolo dovrà dotarsi di una sede centrale, visibile e accogliente, che diventi un vero punto di riferimento per gli iscritti e gli elettori e una vetrina politica del partito in città, da finanziare anche con una campagna di azionariato popolare. Vanno potenziati tutti gli strumenti di comunicazione, tra cui il sito web (www.pdpiazzaarmerina.it), che dia visibilità ai contenuti ed alle proposte, ma che possa essere anche strumento di interazione con i cittadini. Per favorire l'elaborazione delle proposte, vanno costituiti dei gruppi tematici, che coincidano con le aree di intervento dell’amministrazione locale e diventino spazi di discussione e partecipazione delle democratiche e dei democratici, e occasione di confronto con l'amministrazione ed i consiglieri comunali. Infine va costruita la rete dei circoli provinciali, mettendo in relazione saperi, competenze e capacità di mobilitazione. E’ necessario non disperdere energie, costruire una mappatura dei gruppi di lavoro, mettere in rete e in comunicazione competenze per fare elaborazione e rendere più forte e visibile la nostra mobilitazione sul territorio provinciale.
Fare tutto questo non può essere compito del solo coordinatore cittadino, a cui dovrà affiancarsi, oltre al coordinamento politico, un esecutivo competente e appassionato, che dimostri alla città che il PD sa produrre pensiero riformista e classe dirigente capace di tradurlo in buona politica.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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