domenica 4 novembre 2007

Il Vescovo: no ai criminali stranieri e neanche ai gesti di vendetta squadrista di stampo razzista

Enna. “No ai gesti violenti di criminali venuti da paese stranieri ma anche ad inammissibili gesti di vendette squadriste di stampo razzista che non sono degni della tradizione italiana”. Dopo ultime questioni sulla vicenda dei romeni in Italia, è questo l’appello del vescovo Michele Pennisi, che ieri ad Enna ha celebrato la Festa dell'Unità nazionale e delle Forze Armate. “Questa festa – dice Pennisi - ci offre l'occasione per festeggiare l'unità nazionale raggiunta a prezzo di sacrifici di tante persone che rimane un bene da salvaguardare , nel rispetto delle legittime autonomie locali. L’unità nazionale per essere effettiva deve affrontare con decisione le questioni irrisolte del divario tra nord e sud del Paese a partire dalla questione cruciale dell’occupazione e delle reti di comunicazione che rischiano di aumentare l’isolamento delle regioni meridionali e di pregiudicare il loro sviluppo futuro in vista dell’allargamento dell’area di libero scambio. La questione meridionale rimane ancora, una “questione nazionale” e “una questione etica” che implica la responsabilità di tutto il Paese. In questa giornata – ha detto ancora Pennisi - oltre a pregare per il bene comune della nostra Patria e commemorare i tutti i caduti di tutte le guerre e degli atti di violenza, vogliamo esprimere la nostra riconoscenza a quanti, militando nelle forze armate e di polizia affrontano ogni giorno il pericolo per difendere la legalità, garantire la sicurezza dei cittadini, tutelare la giustizia e la pace. Questo compito – continua Pennisi - è più urgente nei nostri giorni in cui assistiamo a gesti di inaudita violenza da parte di criminali venuti anche da paesi stranieri, ma anche a inammissibili gesti di vendette squadriste di stampo razzista da parte di alcuni che non sono degni della tradizione dell’Italia patria del diritto aperta all’accoglienza e alla solidarietà verso gli immigrati che sono rispettosi delle legalità a partire dall’esperienza di tanti nostri connazionali emigrati all’estero. La giustizia e la sicurezza di tutti i cittadini – conclude il Vescovo - deve essere garantita non da vendette private ma di chi è preposto a garantire l’ordine pubblico ed amministrare la giustizia contando nella collaborazione e nella stima di tutti i cittadini onesti”.
Agostino Sella

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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