Si avvicina il mese di agosto e con esso la tradizionale festa in onore della nostra patrona "Maria Santissima delle Vittorie".
Ogni anno, e credo di non sbagliarmi, quanto più si avvicinano i preparativi della festa mariana tanto più si comincia a disquisire sui motivi che animano la festa della Patrona, giustificando le proprie convinzioni a seconda del grado di laicità o cultura che si possiede.
Per contro, il popolo dei fedeli, sostenitori che il mese di agosto sia un punto di partenza per il rinnovamento dello spirito e dell’amore verso "Maria Santissima delle Vittorie" che tanto ha amato questa città proteggendola nei diversi secoli dalle intemperie che la storia ci ha consegnato.
Non voglio entrare nel merito delle discussioni ma ritengo che alcune pillole di storia possano aiutare a intendere quanto questa festa, in onore alla Vergine Madre, sia importante per la nobile storia di questa città e per tutta la sua diocesi.
Era il 1996, ricopriva la carica di assessore allo sport turismo e spettacolo Filippo Rausa. Nel piccolo e gremito teatro Garibaldi il compianto Litterio Villari presentava un piccolo libro sull’apparizione della Madonna a Piazza Armerina. Ad un tratto, con profonda emozione, esclamò che esisteva una Lourdes in Sicilia, Piazza Armerina, che nel lontano 1348 ha avuto il privilegio e l’onore dell’apparizione della Madonna al pio sacerdote Giovanni Candilia. Vi lascio immaginare la punta di orgoglio "piazzese" che si accese dentro le mura del teatro Garibaldi. Lo scrisse pure il compianto Villari, aggiungendo, con una punta di polemica: perché nessuno mai ha scritto dell’apparizione della Madonna nella nostra città.?
Sappiamo tutto, o quasi tutto, sulla donazione e ritrovamento del Vessillo del conte Ruggero, nulla, o quasi, sull’avvenimento più importante: l’apparizione della Beata Vergine Madre. Chissà probabilmente nel prossimo futuro qualcuno sentirà l’ispirazione ad approfondire gli studi appena iniziati dal noto storico piazzese.
L’amore per la patrona, simbolo di cristianità in tempo di guerra e di italianità successivamente, si trasformò immediatamente con un segno di ringraziamento tangibile; la costruzione di una chiesetta in contrada di piazza vecchia a cui si diede un nome "chiesa della Madonna dei Miracoli".
Purtroppo di questa chiesa non è rimasto niente, difatti, intorno al 1950, si finì col demolirla e con essa sparì anche un quadro di un certo valore che raffigurava la Madonna con in braccio il Bambino insiemi ai Santi Rocco e Sebastiano che venivano invocati a protezione della peste che allora era di casa in tutta Europa. Oggi laddove apparve la Vergine Maria vi è posta un’edicola con la riproduzione del quadro andato rubato.
Sono trascorsi 660 anni (1348-2008) dall’apparizione e dal ritrovamento del vessillo di Maria Santissima delle Vittorie. Sei secoli di storia che questa città ha forse dimenticato. Ma l’amore, l’attaccamento, la fede, la speranza, la gioia, il dolore, ogni anno vengono riposte nelle mani di "Maria" le cui opere miracolose sono raccontate in migliaia di pagine di storia. Quest’anno forse è un anno particolare, forse un anno di svolta, forse il punto di partenza, per manifestare ancora di più l’amore verso la nostra Patrona impegnandoci ad amare di più questa città che ha bisogno dell’orgoglio leale e sincero che per secoli ha animato la popolazione piazzese. Abbiamone cura, rispettiamola, ciò forse e un primo passo verso una crescita culturale, economica, spirituale che la città merita che la sua Patrona ci chiede.
Guglielmo Bongiovanni
Ogni anno, e credo di non sbagliarmi, quanto più si avvicinano i preparativi della festa mariana tanto più si comincia a disquisire sui motivi che animano la festa della Patrona, giustificando le proprie convinzioni a seconda del grado di laicità o cultura che si possiede.
Per contro, il popolo dei fedeli, sostenitori che il mese di agosto sia un punto di partenza per il rinnovamento dello spirito e dell’amore verso "Maria Santissima delle Vittorie" che tanto ha amato questa città proteggendola nei diversi secoli dalle intemperie che la storia ci ha consegnato.
Non voglio entrare nel merito delle discussioni ma ritengo che alcune pillole di storia possano aiutare a intendere quanto questa festa, in onore alla Vergine Madre, sia importante per la nobile storia di questa città e per tutta la sua diocesi.
Era il 1996, ricopriva la carica di assessore allo sport turismo e spettacolo Filippo Rausa. Nel piccolo e gremito teatro Garibaldi il compianto Litterio Villari presentava un piccolo libro sull’apparizione della Madonna a Piazza Armerina. Ad un tratto, con profonda emozione, esclamò che esisteva una Lourdes in Sicilia, Piazza Armerina, che nel lontano 1348 ha avuto il privilegio e l’onore dell’apparizione della Madonna al pio sacerdote Giovanni Candilia. Vi lascio immaginare la punta di orgoglio "piazzese" che si accese dentro le mura del teatro Garibaldi. Lo scrisse pure il compianto Villari, aggiungendo, con una punta di polemica: perché nessuno mai ha scritto dell’apparizione della Madonna nella nostra città.?
Sappiamo tutto, o quasi tutto, sulla donazione e ritrovamento del Vessillo del conte Ruggero, nulla, o quasi, sull’avvenimento più importante: l’apparizione della Beata Vergine Madre. Chissà probabilmente nel prossimo futuro qualcuno sentirà l’ispirazione ad approfondire gli studi appena iniziati dal noto storico piazzese.
L’amore per la patrona, simbolo di cristianità in tempo di guerra e di italianità successivamente, si trasformò immediatamente con un segno di ringraziamento tangibile; la costruzione di una chiesetta in contrada di piazza vecchia a cui si diede un nome "chiesa della Madonna dei Miracoli".
Purtroppo di questa chiesa non è rimasto niente, difatti, intorno al 1950, si finì col demolirla e con essa sparì anche un quadro di un certo valore che raffigurava la Madonna con in braccio il Bambino insiemi ai Santi Rocco e Sebastiano che venivano invocati a protezione della peste che allora era di casa in tutta Europa. Oggi laddove apparve la Vergine Maria vi è posta un’edicola con la riproduzione del quadro andato rubato.
Sono trascorsi 660 anni (1348-2008) dall’apparizione e dal ritrovamento del vessillo di Maria Santissima delle Vittorie. Sei secoli di storia che questa città ha forse dimenticato. Ma l’amore, l’attaccamento, la fede, la speranza, la gioia, il dolore, ogni anno vengono riposte nelle mani di "Maria" le cui opere miracolose sono raccontate in migliaia di pagine di storia. Quest’anno forse è un anno particolare, forse un anno di svolta, forse il punto di partenza, per manifestare ancora di più l’amore verso la nostra Patrona impegnandoci ad amare di più questa città che ha bisogno dell’orgoglio leale e sincero che per secoli ha animato la popolazione piazzese. Abbiamone cura, rispettiamola, ciò forse e un primo passo verso una crescita culturale, economica, spirituale che la città merita che la sua Patrona ci chiede.
Guglielmo Bongiovanni