Piazza Armerina. La villa romana del Casale ha chiuso i battenti. Riaprirà giorno 1 marzo, data in cui tutti i lavori saranno completati. «La villa riaprirà più bella che mai - ha detto Sgarbi durante l'ultima visita - sono molto soddisfatto dei restauri stupiremo il mondo. I tour operator, gli altri gruppi ed i turisti possono stare tranquilli. Il primo marzo si riapre». Adesso, nella fase di chiusura, parte la più delicata: quella dello smontaggio della vecchia copertura ed il montaggio di quella nuova. Con la chiusura alle visite del sito patrimonio mondiale dell'umanità sarà possibile, per la ditta che sta eseguendo i lavori, istallare una gru che verrà messa al centro del complesso mosaicato, per togliere la vecchia copertura del Minissi e mettere quella nuova progettata dall'architetto palermitano Giudo Meli, direttore del centro regionale del restauro. Manca solo il trattamento finale che chiude le microfessure e rinvigorisce il colore. Si tratta di passare sulle tessere già restaurate uno strato di “ossalato di ammonio”, un prodotto innovativo già testato dal Cnr. Un prodotto che da un forte risalto alle tessere restaurate che saranno così sempre caratterizzate dai colori caldi e vivaci che i mosaici avevano al tempo della loro messa in opera, circa 2000 anni fa. Con l'apertura del sito restaurato si prevede un incremento delle presenza. Si tratta infatti di uno dei restauri più innovativi dell'ultimo decennio. Due saranno le novità più interessanti. La copertura in legno che riprende le forme delle tettoie originali del sito con tutta una serie di innovativi marchingegni che garantiscono le ideali temperature per i mosaici. Il secondo elemento innovativo, che farà arrivare migliaia di turisti ed ammiratori dei mosaici, sarà invece il nuovo volto del pavimento mosaicato. Tutti i mosaici sono stati rimessi a nuovo utilizzando la tecnica dell'integrazione. In poche parole, rispetto al restauro classico, sono avvenuti una serie di cambiamenti. Fino a oggi, secondo il restauro corrente figlio di Cesare Brandi, era buona norma, quando le tessere erano deteriorate, applicare uno strato di intonaco sulla parte ammalorata senza ricostruire la figura. La tecnica utilizzata dagli esperti di Guido Meli, è stata invece leggermente diversa. Su piccole parti di mosaici rovinati, è stata ricostruita la figura attraverso la tecnica dell'integrazione. Una tecnica utilizzata anche per il restauro dei dipinti della Cappella Sistina applicata ai restauri di mosaici. In sintesi, le tessere di mosaico mancanti sono state sostituite da altre neutre, su cui è stato poi applicato uno strato di colorazione cromatica che permette, a chi ammira il mosaico, di risalire alla forma originaria della figura. Secondo Sgarbi, non si tratta di un falso storico perché si è proceduto ad una ricostruzione formale e non sostanziale, perché i materiali utilizzati sono diversi da quelli originali.
Agostino Sella
Chi sono
Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com
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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"
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