Piazza Armerina. “Chiedo di conoscere se è vera la notizia che la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso sull’area Siace fatto nel 2003. Il silenzio su questo fatto è preoccupante”. Questo in sintesi il cuore dell’interrogazione dell’ex presidente del consiglio comunale Basilio Fioriglio, sull’area di 46 ettari, diventata negli ultimi tempi uno spazio per le fiere e gli spettacoli ad appena 3 chilometri dalla città. Il consigliere comunale, che alla scorse elezioni ha avuto oltre 250 consensi, pone al sindaco una serie di domande che mirano ad una risoluzione definitiva sulla vera proprietà dell’Area Siace. Un’area, di cui a tutt’oggi non si sa a chi appartiene. Se al comune oppure alla Ex-Siace. Un’area, peraltro, in cui il comune stesso ha già speso diversi quattrini ed altri si accinge a spenderne. “Chiedo di conoscere – dice Fioriglio nell’interrogazione - se è vera la notizia che la Suprema Corte di Cassazione, si è pronunciata in merito al ricorso, proposto dall’ex sindaco Velardita nel 2003, avverso la sentenza della Corte d’Appello di Caltanissetta n. 266/2002, in ordine alla controversia con la S.I.A.C.E. ed avente come oggetto la risoluzione dell’atto pubblico dell’08.05.1963. Con quell’atto – dice Fioriglio - il comune aveva ceduto gratuitamente alla S.I.A.C.E. una vasta area di terreno di circa 46 ettari, a fronte dell’impegno della di assumere in forma stabile e permanente entro e non oltre tre anni non meno di 600 unità. Sembrerebbe - continua Fioriglio - che la Suprema Corte di Cassazione ha accolto il secondo punto del motivo del ricorso, dichiarando assorbito il terzo e rigettando il primo motivo e cassando la sentenza impugnata in relazione al motivo accolto con rinvio alla Corte di Appello di Catania. Qualora la notizia dovesse risultare vera – continua Fioriglio – invito il sindaco a farmi conoscere se è stata riassunta la causa davanti al Giudice di rinvio, per il prosieguo del giudizio. Dalle notizie avute con la suddetta pronuncia si sono riaperti i termini per ottenere quella giustizia definitiva nella quale tutti crediamo, proponendo anche altre iniziative e potere rientrare nella disponibilità del nostro Ente dell’importante proprietà. Il silenzio sul fatto – conclude Fioriglio - è preoccupante, come è censurabile quello di chi è incaricato di relazionare la Città su fatti di così notevole interesse, per ottenere finalmente giustizia dello scippo che la Città stava subendo”.
Agostino Sella
Agostino Sella