Piazza Armerina. “In un clima di crisi economica e di conflittualità politica e sociale siamo chiamati ad educarci alla sobrietà, all’accoglienza e alla condivisione nella ricerca sincera del bene comune”. E’ il cuore del messaggio che il vescovo della diocesi piazzese, Michele Pennisi, fa pervenire ai fedeli della diocesi. “Ogni anno a Natale – dice Pennisi - siamo chiamati a fare memoria del mistero di Dio che mostra il grande amore verso l'umanità accettando di farsi bambino per essere vicino a ciascuno di noi. Mi ha colpito la testimonianza di Giampaolo Pansa, che dice che la sua idea di Dio non è quella di un "Dio anziano, col barbone", ma " di un Dio bambino, buono, tenero… perché mi sembra più disposto a perdonare le mie sciocchezze e i miei peccati… se dovessi riscoprire Dio credo che sarei guidato da quel bambino, dal Dio di Natale, dal Dio della nascita". Il Natale di Gesù – continua Pennisi - è la festa dell'avvenimento storico decisivo per la nostra salvezza che ci dà la certezza che il nostro desiderio di bellezza, di felicità, di bontà, di giustizia, di amore, di pace non è un'illusione, ma una realtà già presente nel bambino nato a Betlemme, che ci spinge a vivere una vita nuova , a praticare la solidarietà e adempiere ai doveri di una cittadinanza attiva”. Poi il vescovo cita Cesare Pavese. “Occorre essere molto contenti per voler bene a qualcuno" ha scritto Cesare Pavese. Il Natale ci da la contentezza che ci permette di voler bene a noi stessi e al destino degli altri uomini nostri fratelli. Il bambino Gesù mostrandosi con la sua debolezza e povertà, non vuole costringere nessuno ad accoglierlo per forza. Egli si fa dono per chiunque vorrà accettarlo. Solo chi Lo accoglie con fede viva nel proprio cuore potrà dare gloria a Dio e sperimentare la vera pace se lo accoglie nei piccoli, nei poveri, nei malati, negli emarginati, negli stranieri, nei carcerati. In questi giorni – conclude il Vescovo - ci viene ripetuto che dobbiamo spendere per far girare l’economia. E’ certamente utile spendere in beni necessari ricordandoci magari di coloro che si trovano in ristrettezze economiche, ma non lasciamoci travolgere dal consumismo sfrenato perché altrimenti saremo noi ad essere "cunsumati". La mia solidarietà va soprattutto alle persone malate, ai detenuti che incontrerò nelle Case circondariali di Enna e di Piazza Armerina, ai giovani in cerca di occupazione e ai lavoratori che non ricevono il salario da alcuni mesi, alle famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese, agli immigrati emarginati e costretti a trascorrere queste feste lontani da casa. Cerchiamo di non sciupare il mistero del Natale e di non scambiare la speranza che nasce dal bambino Gesù con la favola del vecchio babbo natale che lascia il mondo nella tristezza e nella solitudine dopo averlo illuso con qualche balocco”.
Agostino Sella
Agostino Sella