Si è svolta nei giorni scorsi a Piazza Armerina, presso i locali del circolo di cultura, l’assemblea/dibattito sul randagismo. L’evento, organizzato dalla Sede LAV di Enna, ha affrontato il tema del fenomeno del randagismo a Piazza Armerina ed nella provincia di Enna; all’iniziativa erano presenti la responsabile provinciale LAV Enna, Lorena Sauli e vari attivisti dell’Associazione animalista; Ennio Bonfanti, esponente della LAV Caltanissetta; i responsabili l’associazione animalista locale UNA Armerina, e l’Assessore comunale alla Pubblica Istruzione e alla Sanità, Innocenzo Di Carlo, nonostante l’invito fosse stato rivolto all’amministrazione tutta.
È sotto gli occhi di tutti, anche in seguito ai tragici fatti avvenuti nel ragusano, che il randagismo è un’emergenza che non può più essere sottovalutata. Secondo le statistiche in nostro possesso pubblicate nel dossier realizzato dalla LAV sul randagismo, nel 2006 si stimavano in tutta la provincia ennese un numero di randagi di circa 10mila animali. Un dato incompleto, evidentemente sottostimato e che in questi 3 anni si sarà già moltiplicato.
Lorena Sauli (LAV Enna) durante il dibattito ha affermato che “Chiaramente il randagismo non è solo un problema sentito dagli animalisti, che si occupano da anni a proprie spese di mantenere e soccorrere i tantissimi cani presenti sul territorio, ma rappresenta un fenomeno centrale per la salute e la sicurezza dei cittadini. Oltre che degli episodi di aggressività dei cani in branco, comunque estremamente sporadici e spesso ingigantiti dall’allarmismo oramai diffuso, parliamo anche di possibili incidenti automobilistici causati dai randagi che attraversano all’improvviso la strada, andando incontro alla morte e provocando sinistri anche a scooteristi e automobilisti”.
“Inoltre, a seguito dell’emergenza randagismo, sta emergendo la fobia e l’odio incondizionato contro i randagi, e si è verificato un gravissimo aumento di casi di avvelenamento, che pure costituiscono anche un serio problema di sicurezza pubblica. Il veleno così sparso – denuncia Sauli - non causa solo la morte di cani, gatti e altri animali ma mette in pericolo la stessa incolumità dei cittadini, in particolare dei bambini che, potrebbero toccare le esche e poi portarsi le mani alla bocca”. Secondo la LAV “Il randagismo rappresenta inoltre una grave caduta d’immagine per la città di Piazza Armerina ed una cattiva pubblicità per i turisti, la cui sensibilità in materia di animali è in continuo aumento, e a dimostrarlo sono proprio le innumerevoli segnalazioni che la nostra associazione riceve durante il periodo estivo da cittadini italiani e stranieri in vacanza nella nostra provincia”.
Numerosi gli interventi e le proposte anche dei cittadini che hanno partecipato al dibattito. Le associazioni chiedono urgentemente l’applicazione della legge 15/2000, secondo la quale il randagismo va affrontato con una rosa di interventi (realizzazione di un Parco Canile, campagna massiccia di sterilizzazioni, istituzione della figura del cane di quartiere, adozioni).
Infatti, se la convenzione con un canile rimane l’unico intervento, oltre che dispendioso per le già esigue casse pubbliche, risulta privo di efficacia. Con le stesse somme, viceversa, possono essere realizzati (come si fa nel resto della Sicilia e dell’Italia con risultati ottimi!) programmi di sterilizzazione che comportano, anche nell’immediato, un vistoso decremento numerico degli animali vaganti ed un minore livello di preoccupazione e di intolleranza nei cittadini che vivono ansiosamente il fenomeno del randagismo.
Durante il suo intervento, l’assessore Di Carlo ha dichiarato che l’Amministrazione sta già provvedendo alla realizzazione di un ambulatorio veterinario deputato sia alle operazioni di sterilizzazione ed anagrafe dei randagi, sia alle prime cure e pronto soccorso nei casi di investimento, ferimento ecc. di animali, avvalendosi della preziosa collaborazione della associazioni animaliste. Tale ambulatorio dunque non verrà più istituito presso i locali dell’area dell’ex macello come era stato preventivato nei mesi scorsi, ma in altra località idonea.
“Speriamo che questa volta gli impegni – chiari e precisi - presi con l’Amministrazione di Piazza Armerina si possano concretizzare al più presto, dichiara Lorena Sauli, responsabile provinciale della LAV- e che il tempo di realizzazione dell’ ambulatorio, 30- 40 giorni a detta dell’assessore, non slitti più del dovuto.” Certamente il Comune sta pagando a caro prezzo le conseguenze dei fondi regionali andati perduti dalla precedente amministrazione per la creazione di un ambulatorio veterinario. A questo spesso si aggiunge anche una scarsa conoscenza delle norme giuridiche in materia, e la paura o fobia dei cittadini che non aiutano di certo ad affrontare il fenomeno grave del randagismo nel modo più adeguato.
Ennio Bonfanti (LAV Caltanissetta) ha così concluso il suo intervento: “Ministero della Salute, Regione Siciliana, associazionismo animalista e mondo veterinario sostengono unanimemente che quello della sterilizzazione è lo strumento migliore e più efficace per il controllo del randagismo, in grado di coniugare il benessere degli animali, garantire i cittadini e contribuire a ridurre i costi (molto elevati) delle convenzioni con i canili privati che i Comuni siciliani spesso continuano a stipulare pur essendo noto il business che ne deriva e la totale inutilità per diminuire il randagismo. Accanto a queste azioni, la LAV è impegnata a promuovere anche presso i privati politiche di controllo delle nascite di cani e gatti domestici: la sterilizzazione dell'animale "di casa" è un atto responsabile che produce dei benefici anche nei confronti dei randagi. Spesso, infatti, i proprietari di animali non riescono a dare una casa a tutti i cuccioli del proprio cane o gatto e, quindi, vengono abbandonati (nonostante la legge lo punisca come reato con gravi sanzioni penali) e vanno ad infoltire le popolazioni vaganti sul territorio”.
16 maggio 2009
È sotto gli occhi di tutti, anche in seguito ai tragici fatti avvenuti nel ragusano, che il randagismo è un’emergenza che non può più essere sottovalutata. Secondo le statistiche in nostro possesso pubblicate nel dossier realizzato dalla LAV sul randagismo, nel 2006 si stimavano in tutta la provincia ennese un numero di randagi di circa 10mila animali. Un dato incompleto, evidentemente sottostimato e che in questi 3 anni si sarà già moltiplicato.
Lorena Sauli (LAV Enna) durante il dibattito ha affermato che “Chiaramente il randagismo non è solo un problema sentito dagli animalisti, che si occupano da anni a proprie spese di mantenere e soccorrere i tantissimi cani presenti sul territorio, ma rappresenta un fenomeno centrale per la salute e la sicurezza dei cittadini. Oltre che degli episodi di aggressività dei cani in branco, comunque estremamente sporadici e spesso ingigantiti dall’allarmismo oramai diffuso, parliamo anche di possibili incidenti automobilistici causati dai randagi che attraversano all’improvviso la strada, andando incontro alla morte e provocando sinistri anche a scooteristi e automobilisti”.
“Inoltre, a seguito dell’emergenza randagismo, sta emergendo la fobia e l’odio incondizionato contro i randagi, e si è verificato un gravissimo aumento di casi di avvelenamento, che pure costituiscono anche un serio problema di sicurezza pubblica. Il veleno così sparso – denuncia Sauli - non causa solo la morte di cani, gatti e altri animali ma mette in pericolo la stessa incolumità dei cittadini, in particolare dei bambini che, potrebbero toccare le esche e poi portarsi le mani alla bocca”. Secondo la LAV “Il randagismo rappresenta inoltre una grave caduta d’immagine per la città di Piazza Armerina ed una cattiva pubblicità per i turisti, la cui sensibilità in materia di animali è in continuo aumento, e a dimostrarlo sono proprio le innumerevoli segnalazioni che la nostra associazione riceve durante il periodo estivo da cittadini italiani e stranieri in vacanza nella nostra provincia”.
Numerosi gli interventi e le proposte anche dei cittadini che hanno partecipato al dibattito. Le associazioni chiedono urgentemente l’applicazione della legge 15/2000, secondo la quale il randagismo va affrontato con una rosa di interventi (realizzazione di un Parco Canile, campagna massiccia di sterilizzazioni, istituzione della figura del cane di quartiere, adozioni).
Infatti, se la convenzione con un canile rimane l’unico intervento, oltre che dispendioso per le già esigue casse pubbliche, risulta privo di efficacia. Con le stesse somme, viceversa, possono essere realizzati (come si fa nel resto della Sicilia e dell’Italia con risultati ottimi!) programmi di sterilizzazione che comportano, anche nell’immediato, un vistoso decremento numerico degli animali vaganti ed un minore livello di preoccupazione e di intolleranza nei cittadini che vivono ansiosamente il fenomeno del randagismo.
Durante il suo intervento, l’assessore Di Carlo ha dichiarato che l’Amministrazione sta già provvedendo alla realizzazione di un ambulatorio veterinario deputato sia alle operazioni di sterilizzazione ed anagrafe dei randagi, sia alle prime cure e pronto soccorso nei casi di investimento, ferimento ecc. di animali, avvalendosi della preziosa collaborazione della associazioni animaliste. Tale ambulatorio dunque non verrà più istituito presso i locali dell’area dell’ex macello come era stato preventivato nei mesi scorsi, ma in altra località idonea.
“Speriamo che questa volta gli impegni – chiari e precisi - presi con l’Amministrazione di Piazza Armerina si possano concretizzare al più presto, dichiara Lorena Sauli, responsabile provinciale della LAV- e che il tempo di realizzazione dell’ ambulatorio, 30- 40 giorni a detta dell’assessore, non slitti più del dovuto.” Certamente il Comune sta pagando a caro prezzo le conseguenze dei fondi regionali andati perduti dalla precedente amministrazione per la creazione di un ambulatorio veterinario. A questo spesso si aggiunge anche una scarsa conoscenza delle norme giuridiche in materia, e la paura o fobia dei cittadini che non aiutano di certo ad affrontare il fenomeno grave del randagismo nel modo più adeguato.
Ennio Bonfanti (LAV Caltanissetta) ha così concluso il suo intervento: “Ministero della Salute, Regione Siciliana, associazionismo animalista e mondo veterinario sostengono unanimemente che quello della sterilizzazione è lo strumento migliore e più efficace per il controllo del randagismo, in grado di coniugare il benessere degli animali, garantire i cittadini e contribuire a ridurre i costi (molto elevati) delle convenzioni con i canili privati che i Comuni siciliani spesso continuano a stipulare pur essendo noto il business che ne deriva e la totale inutilità per diminuire il randagismo. Accanto a queste azioni, la LAV è impegnata a promuovere anche presso i privati politiche di controllo delle nascite di cani e gatti domestici: la sterilizzazione dell'animale "di casa" è un atto responsabile che produce dei benefici anche nei confronti dei randagi. Spesso, infatti, i proprietari di animali non riescono a dare una casa a tutti i cuccioli del proprio cane o gatto e, quindi, vengono abbandonati (nonostante la legge lo punisca come reato con gravi sanzioni penali) e vanno ad infoltire le popolazioni vaganti sul territorio”.
16 maggio 2009