Piazza Armerina. “Impariamo a riciclare”. E’ questo il titolo del progetto che ha coinvolto una quarantina di bambini piazzesi, per circa due mesi, hanno imparato a riciclare ogni cosa: lattine, bottiglie, plastica varia, cannucce, carta. Sono stati i ragazzi della quarta elementare (sezioni D ed E) della scuola elementare San Giorgio, che alla fine del loro progetto hanno dato vita ad uno spettacolo in musica anche con strumenti realizzati con materiale riciclato. A seguire il progetto gli insegnanti Giusi Capizzi, Sabrina Bonifacio, Pamela Stivala, Danilo Furnari e Mariella di Sano con la partecipazione dell’esterno Giuseppe Paternicò. “Abbiamo realizzato questo progetto - dice Giusi Capizzi - all’interno dei laboratori nelle ore pomeridiane. I ragazzi si sono divertiti tantissimo ed hanno capito il senso profondo di riutilizzare alcune cose che invece spesso e volentieri destiniamo alle discariche”. In sintesi i 40 ragazzi hanno riutilizzato diversi materiali domestici per realizzare in parte degli indumenti - che poi hanno indossato nella manifestazione finale dell’altro ieri - e in parte strumenti musicali. Ad esempio la batteria era formata di bidoni di plastica capovolti, mentre le lattine sono state riempite di pietruzze per dotarle di un senso sonoro. Diverse buste di plastica sono diventati gilet. Il progetto è stato concluso con una manifestazione finale che è stata caratterizzata dal un concerto vero e proprio dei ragazzi coinvolti nel progetto che alle canzoni hanno intervallato anche una serie di poesie in vernacolo piazzese. Molto positivi i commenti dei genitori dei bambini che - accorsi in massa - hanno apprezzato il lavoro e l’applicazione degli insegnanti dei loro figli. “E’ stato un progetto molto interessante - ha detto uno di loro. Peccato però che i bambini non trovano riscontro nella loro città. A Piazza Armerina si parla di raccolta differenziata ormai da anni, ma i metodi di raccolta dei rifiuti, come nel resto della Sicilia sono sempre gli stessi. All’educazione che forniscono le scuole non corrisponde una realtà civica adeguata”.
Agostino Sella