giovedì 29 luglio 2010

Cade a causa dell'ennesima buca non segnalata e si frattura il ginocchio, 45 minuti a terra ad aspettare l'ambulanza del 118

Cade procurandosi una frattura al ginocchio, a causa di una avvallamento non segnalato, ed è costretta ad aspettare, a terra sofferente, l’ambulanza del 118 per quarantacinque minuti nonostante le continue chiamate degli agenti della polizia municipale della città. Ne avrà per parecchi giorni la signora Stefania Brighina: trauma al ginocchio sinistro e rottura della rotula. Finisce ricoverata al reparto di ortopedia dell’ospedale Chiello a causa di un piccola buca non segnalata dal comune, formatesi attorno ad un vecchio tombino, in via Barone Cammarata, in pieno centro cittadino. Soccorsa dalle persone che si sono accorte dell’accaduto, in poco tempo sul posto si è recata una pattuglia dei vigili urbani con in testa il vicecomandante Alfredo Sapone, l’ispettore Tiziana Calì e l’agente Giovanni Conti. “Un brutto incidente” ha commentato il vicecomandante della polizia municipale appena giunto sul posto. La signora è rimasta a terra per 45 minuti, e nonostante le continue segnalazioni, fatte dai vigili urbani al centralino del 118, l’ambulanza sul posto è arrivata dopo 45 minuti. “L’ambulanza è impegnata in altra sede” comunica il vicecomandante della polizia municipale della città Alfredo Sapone che ha impegnato gli agenti a sua disposizione per regolare il traffico in una zona da alta densità di circolazione veicolare. Una sola ambulanza impegnata che tornava da Valguarnera a causa di una chiamata arrivata precedentemente alla segnalazione che veniva da Piazza Armerina. La fortuna, se tale può essere definita, e che la signora non ha battuto il capo procurandosi danni più seri. Ancora una volta al centro dell’attenzione sia la scarsa manutenzione della strade cittadine ove si riscontrano numerosi pericoli sia per i pedoni che per gli autoveicoli, con l’aggravante di non essere segnalati adeguatamente dall’Ente proprietario, sia l’attesa dell’ambulanza del 118: “Se la signora avesse avuto problemi più seri saremmo stati oggi a raccontare una storia dai contorni più tragici” è stato il commento delle persone che hanno soccorso la giovane signora.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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