Piazza Armerina. E’ guerra sulla Venere di Morgantina e sulla futura destinazione della statua che proviene dal Paul Getty Museum di Los Angeles. Adesso il dibattito si sposta tra il consigliere provinciale Totuccio Miroddi, esponente del PSI e il dottore Francesco Galati dirigenti del settore turismo della città dei mosaici. Galati, negli scorsi giorni aveva proposto di portare la Venere di Morgantina nella sede di Palazzo Trigona a Piazza Armerina in attesa del restauro della chiesa di San Domanico.
Galati ricordava la non opportunità di installare la statua in “un sottoscala” del museo come recentemente detto dal preside della Falcoltà di Ingegneria ed Architettura Giovanni Tesoriere. Non l’ha presa bene il consigliere provinciale Miroddi che rivolgendosi al dottore Galati dice: “Mi domando perchè vi sia sempre qualcuno che prima di parlare o scrivere non si morde la lingua o non mette le mani in tasca. Il dottore Galati si è impicciato di cose che non lo riguardano e si è cimentato a svolgere un' argomentazione risibile che non sta nè in cielo nè in terra. Ci manca solo – continua Miroddi - che nella vicenda della Venere, grazie a simili sciocchezze, si scateni una guerra tra campanili! Non varrebbe la pena neppure di commentare le sue affermazioni. Ma una cosa va detta – dice ancora Totuccio Miroddi -: fior di esperti hanno precisato che una volta montata la Venere non può più essere smontata e poi di nuovo rimontata. Allora delle due l'una: o Galati non lo sapeva e dunque prima di sparale grosse è il caso che si documenti o, se lo sapeva, mostra di essere in malafede. Tuttavia in entrambe le eventualità ha perso un'ottima occasione per tacere. Continui dunque a svolgere l'ufficio al quale è chiamato e lasci che della Venere se ne occupino gli aidonesi che non avvertono la necessità di ricevere simili maldestri e provocatori suggerimenti”. Non si fanno attendere le reazioni di Francesco Galati che ha emanato una nota per spiegare meglio la sua posizione. Dice il dirigente del comune piazzese: “sono costretto, mio malgrado, ad intervenire ulteriormente in quanto il bene culturale in se per se non appartiene a un singolo individuo ma è patrimonio di tutti. L’unico e gravoso compito che spetta alla comunità è quello di garantire il bene, curarlo, proteggerlo per tramandarlo alle future generazioni. Fatta tale doverosa premessa e considerato che strumentalmente da qualche “insignificante” figura politica, rilevo che non si è saputo leggere un articolo di stampa che aveva ed ha il solo scopo di pungolare le varie istituzioni che, a vario titolo, concorrono al rientro della Venere di Morgantina che appartiene e lo ribadisco, di fatto e di diritto, alla comunità aidonese che dovrà avere il privilegio di custodire il pregevole reperto. L’obiettivo prefissato era ed è quello di far si che vengano approntati ad Aidone i dovuti lavori nel più breve tempo possibile, vista la data dell’imminente arrivo. Mi si permetta ancora di rispondere alla “insignificante” figura politica di avere più rispetto per il lavoro svolto dalle persone a cui sta a cuore la cultura del proprio territorio ben conscio che i beni culturali non debbono essere “déracinés” dal territorio in quanto rappresentano la vita, la cultura, il passato, il presente e il futuro della comunità. Inoltre – conclude Galati -la strumentale condotta di qualche politico che si erge a paladino per racattare qualche voto, manifesta un mediocre valore politico. Il rispetto delle idee deve essere prioritario a qualsiasi forma di intervento, soprattutto in una civile convivenza”.
Agostino Sella