faustocarmelonigrelli |
Caro Luigi,
non è mia abitudine rispondere agli interventi sui blog, ma il tuo è così garbato e pieno di “amor patrio” che ho deciso, per una volta, di venir meno a questa linea che mi sono data.
Tu affermi che la parte di cittadinanza, certamente ampia, che tu indirettamente ritieni di rappresentare chiede semplicemente di vivere in una città più bella, più ordinata, più pulita e più sicura.
Si tratta di aspettative non sono solo corrette, ma irrinunciabili, eppure consentimi di affermare che sono le aspettative di chi, come giustamente dicevi tu, “non ha problemi di reddito”: lavora o ha lavorato serenamente e vuole serenamente vivere in una città ospitale, accogliente, socievole. Inattaccabile.
La nostra realtà, però, non vive una pingue condizione di benessere, ma è reduce da un lungo – sebbene tutt’altro che inesorabile – periodo di declino che è stato politico, sociale, ma soprattutto economico. Un periodo in cui la floridezza dell’economia legate alle miniere e alle campagne è scomparsa. Un periodo in cui la rilevanza del terziario del pubblico impiego è stata diluita da progressive riforme di decentralizzazione (per esempio quella che ha riguardato le scuole superiori) o, al contrario, di accentramento, con la chiusura degli uffici periferici di molte amministrazioni dello Stato. Un periodo in cui il ricco commercio locale che aveva fatto per secoli di Piazza una «Palermo p’c’ddazza» ha dovuto subire le innovazioni della grande distribuzione e l’attrattività dei centri commerciali. Un lungo periodo, infine, in cui solo alcune élites e solo a fasi alterne, hanno compreso che il futuro della città era nel turismo e nei beni culturali, con esiti assai lontani dalle potenzialità.
Quando accettai di candidarmi alla sindacatura proposi alla cittadinanza una scommessa, o forse una utopia (nel senso guevariano): bloccare il lungo declino e invertirlo, cioè lavorare non ad un obiettivo che avesse il respiro di un quinquennio, ma avviare un percorso i cui frutti stabili si vedranno dopo il 2015 e ancora di più oltre il 2018, un decennio dopo. Questo è ciò che devo, che la mia generazione deve, ai più giovani che oggi lasciano la città perché non ci sono più le professioni tradizionali, ma non ci sono ancora quelle della postmodernità.
Cosa significa lavorare per questo obiettivo?
Significa, innanzitutto avere – come si dice nella pianificazione strategica – una “visione” di lungo periodo. È quella che ho proposto ed è stata accettata, che vede in Piazza la capitale della cultura del centro della Sicilia e, di conseguenza, il suo rafforzamento nel mercato interno e internazionale come meta turistica. Questo ha significato investire risorse umane, risorse economiche e risorse emozionali in un sistema di progetti la cui realizzazione, tenendo conto dello scenario probabile nel medio periodo, costituirà le solide fondazioni di uno sviluppo durevole. Non li riassumo per alleggerire la risposta ma ad essi faccio riferimento nella seconda relazione annuale che puoi scaricare dal portale del comune. Va da sé che accanto alla messa in valore del patrimonio (parlo di messa in valore prima in termini di riconoscimento, poi, di tutela e, solo infine, di utilizzazione economica), gli obiettivi da raggiungere in quello scenario e nell’ambito di quella visione devono essere perseguiti in una città confortevole, accogliente, “linda e bella”.
E qui stanno le tue giuste richieste.
Non nascondo che nella prima metà della legislatura a questi aspetti non ho dato una centralità, impegnato come ero, insieme a tutta l’amministrazione e a quella parte consapevole del Consiglio comunale, nei percorsi che prima ho sintetizzato, ma è mia intenzione aumentare l’impegno in questi campi adesso che l’assetto strategico è definito attraverso l’ammissione del PIST, del Distretto turistico e di progetti per circa 30 milioni di euro.
Tuttavia mi sembra ingeneroso dimenticare che dal 2008 ad oggi la città di Piazza non ha avuto un solo giorno di emergenza rifiuti grazie alle enormi responsabilità che ho assunto personalmente, che ha assunto, quando è stato necessario la Giunta e che ha assunto, per la sua competenza il Consiglio comunale. Non dico che la città è stata ed è linda, ma che, nel caos del sistema rifiuti siciliano, siamo riusciti a evitare il peggio grazie alla collaborazione con il personale del cantiere di Piazza e delle società.
Il nostro comune si sta impegnando, ancora una volta assumendo un ruolo di leadership in provincia, insieme ad altri per traghettare il servizio verso ciò che vuole la riforma del sistema integrato dei rifiuti voluto dal Governo regionale. Da quel momento potremo tentare di fare, come ci compete, un servizio di livello europeo.
Mi piacerebbe dilungarmi su questo e altro, ma preferisco, brevemente, rispondere alle altre tue specifiche proposte.
Il rifacimento del manto stradale delle principali strade urbane era stato avviato, ma il materiale messo in opera dalla ditta che si è aggiudicati i lavori non era di buona qualità. È stato contestato anche con l’ausilio di esami iperspecialistici di laboratorio (credo non fosse mai successo a Piazza) e a partire dai prossimi giorni verrà rifatto. Allo stesso modo entro qualche settimana andrà in gara la sistemazione di tutto l’ingresso sud dall’incrocio tra via Manzoni e via Machiavelli fino allo svincolo Piazza Armerina sud, in parte con una gara che utilizza gli oneri del supermercato in fase di costruzione, in parte con i fondi del mutuo autorizzato dal Consiglio. Il progetto dell’ingresso nord (viale Conte Ruggero da borgo S. Giacomo a via G. D’Annunzio) e quello per la sistemazione di via Roma e la pedonalizzazione di piazza Cattedrale, inseriti nella finanziaria regionale 2010, sono da tempo stati trasmessi alla Regione e siamo in attesa del riscontro. Nel frattempo ben quattro cantieri di lavori riguardano quattro spazi urbani importantissimi che sono già in fase di riqualificazione. Forse non è sufficiente, ma a mia memoria, non c’è un eguale concentrazione di interventi nel settore.
Il piano del traffico deve essere aggiornato. Abbiamo un accordo con la Facoltà di Ingegneria della Kore cui potremo dare seguito dopo l’approvazione del bilancio. Le rotatorie previste nel piano vigente sono inserite nei progetti di cui ho parlato sopra mentre il problema dei sensi unici dovrà essere affrontato nel Piano (come lo era in quello vigente che stiamo attuando) e non in maniera sporadica. In ogni caso vedrai che, appena ripavimentata piazza gen Cascino, come la realizzazione delle corsie protette e lo spostamento dei parcheggi a pagamento sul lato destro, il “tappo” principale sarà stato rimosso.
Il problema della vigilanza, come tutti i problemi che riguardano il personale comunale sarà il più difficile da risolvere perché una selva di norme che bloccano le assunzioni, i vincoli derivanti dal numeroso personale a tempo determinato e l’attuale insufficienza di agenti non saranno risolvibili a breve. Ho già dato disposizioni, comunque, di procedere all’acquisto di nuove tecnologie come quelle in uso nelle aree metropolitane per ridurre l’impegno umano nelle attività di repressione delle violazioni del codice della strada.
Una ultima considerazione riguarda il tuo conclusivo riferimento all’aiuto che potrebbe venire dall’opposizione che – se capisco la tua allusione – avendo entrature al governo potrebbe semplificare le cose.
Permettimi di dirti che il Comune di Piazza, almeno da quando ne sono Sindaco, non ha avuto bisogno di raccomandazioni per interloquire con tutti rami dell’amministrazione regionale. Il Sindaco di Piazza DEVE essere ascoltato e le sue proposte prese in considerazione perché rappresenta una delle più importanti e fiere comunità della Sicilia e non perché Lui o altri appartengono a chi è temporaneamente al potere. Così è stato con certezza dal 2008 ad oggi (e ti assicuro che si tratta di un risultato conquistato giorno dopo giorno ) e mi piacerebbe che anche in futuro accada sempre così, indipendentemente dal colore politico e dall’autorevolezza personale del primo cittadino. Orgoglio per ciò che si rappresenta e consapevolezza di sé consentono di interloquire alla pari con tutte le istituzioni e di lasciare al passato il misero atteggiamento di chi, rappresentando una comunità, resta con il cappello in mano dietro la porta del potente di turno sperando di poter avere qualche concessione. Se i diritti individuali sono inviolabili e non devono essere trasformati in favori (questo è il mio profondo convincimento), a maggior ragione questo è vero per i diritti della comunità che sanno autodeterminarsi e autodeterminare il proprio futuro.
Grazie di cuore per la tua lettera
faustocarmelonigrelli