domenica 21 agosto 2011

Alì, Fatima e i loro 5 figli. Dalla Libia a Lampedusa in barcone. Poi a Piazza Armerina

Quella della famiglia di Alì è una storia incredibile.
Alì è padre di 5 figli e marito di Fatima Abou Baraka.
Alì era un leader del partito Movimento per la democrazia e la giustizia del Ciad (Mdjt). In Ciad lo volevano ammazzare. Si è sposato con Fatima ed è scapato subito in Libia dove ha lavorato in una impresa di costruzioni.
Ha vissuto a Zitlin, una città vicino Misurata accerchiata dalle bombe anche in queste ore.


Quando ha deciso di scappare anche dalla Libia Fatima era alla quarantesima settimana di gravidanza e stava per partorire.
Ma insieme hanno deciso di partire. “O la facevamo o rischiavamo di morire sotto le bombe” mi dice Fatima.
Sono stati per due notti sul barcone con un altro centinaio di persone e sono arrivati a Lampedusa.
“Fatima soffriva ed io avevo paura perdesse il bambino” dice Alì con il suo parlare mezzo francese, mezzo italiano e mezzo arabo.
Finalmente arrivano a Lampedusa con una calca incredibile. Fatima ed il suo bambino sono in pericolo ed è trasferita d’urgenza al civico di Palermo.
Alì e i suoi quatto figli maschi (Mossau 8 anni, Saif 7 anni, Abou Bakar 5 anni e Zein 2 anni) sono stati accompagnati in un centro per soli uomini a Napoli. Si a Napoli, lontano 500 chilometri da Palermo.
Fatima, il giorno dopo l’arrivo, il 27 giugno ha dato alla luce AHMAD.
Sua marito non l'ha vista partorire.
Dopo la nascita di Ahmad siamo andati a prendere Fatima ed il neonato a Palermo.
All’inizio non voleva muoversi dall’ospedale. “Se non mi danno mio marito e i miei figli – diceva – non mi muovo da qua”.
Poi si è convinta. Fatima ed Ahmad sono arrivati all’Ostello del Borgo il 26 luglio.
Con grandi peripezie e grazie al buon senso di alcuni operatori campani della protezioni civile siamo riusciti ad oltrepassare la burocrazia.
Alì ed i suoi quattro figli hanno preso la nave da Napoli il 5 agosto.
Il 6 agosto erano da noi all’Ostello dove tutta la famiglia si è ricongiunta. Dopo la nascita di Ahmad non sono più in cinque ma in sei.
Alì ce l’ha fatta a portare la sua famiglia in Europa. Gli è andata bene. Adesso i suoi figli studieranno in Italia. Forse, se trova lavoro, dopo il disbrigo delle pratiche di soggiorno resterà a Piazza Armerina.
"Ho rischiato, ho preso il barcone e ho pure fatto nascere un figlio in Italia. Ho avuto fortuna - dice - ma non avevo scelta".
Molti suoi connazionali sono finiti in mare. Non ce l’hanno fatta.
Alì e Fatima, per tutto questo mese, non mangiano e non bevono dall’alba al tramonto.
Si nutrono solamente di notte. Di giorno pregano.
Sono mussulmani e questo è il mese del Ramadam

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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