di Maria Grasso
Incontrare le ragazze e i ragazzi nelle scuole è sempre una grande emozione caro Agostino. Guardarli mentre comunico le mie emozioni, entrare in sintonia con loro, entrare nel loro cuore significa trasmettere loro la passione per quello che si fa: c'è tutto questo in ogni incontro con i giovani.
Li guardo mentre arrivano e cominciano a sedersi in auditorium, le ragazze parlando tra loro ti sfiorano con lo sguardo, timide stamattina ci guardavano, guardavano le nostre magliette "fermiamo insieme la violenza" c'è scritto.. i ragazzi con quell'aria spavalda, sfrontata, si guardano tra di loro un pò insofferenti pensando che "queste sono cose da donna"
Stamattina eravamo in tante le volontarie di Donneinsieme "Sandra Crescimanno" all'Istituto Matilde Quattrino . Era bello guardarle mentre si presentavano alle ragazze e ai ragazzi: mi chiamo Santina faccio l'avvocato e sono una volontaria.. mi chiamo chiamo Chiara sono una operatrice volontaria... mi chiamo Vissia sono psicologa e volontaria .... sono Cinzia sono psicologa e volontaria... sono Alessandra .. Rita , Giovanna.. Licia.. sono lorena e siamo tutte volontarie..
Penso sia importante offrire ai giovani esempi di vita, dimostrare loro che esiste altro oltre fb, che diventare adulti passa attraverso l'impegno.. Stamani abbiamo parlato di quanto è difficile diventare adulti, di quanto possano essere difficili le relazioni di coppia se non improntate sul rispetto e la non prevaricazione, abbiamo raccontato alle ragazze e ai ragazzi una storia vera di violenza e loro sono stati li ad ascoltare in silenzio. Perchè non è vero che i giovani non sanno ascoltare. Loro sono il risultato di ciò che noi adulti abbiamo seminato e io dico che noi adulti non sappiamo ascoltarli troppo presi da mille cose, troppo impegnati a delegare quello che invece dovremmo fare noi.
L'albero di mimosa che stamattina abbiamo piantato è stata dedicata simbolicamente a tutte le donne che nei conflitti di guerra pagano il prezzo più alto, L' abbiamo dedicato alle donne della bosnia stuprate e costrette a tenere i figli di questa violenza " i figli del nemico", alle donne del Sudan, del Ruanda della Sierra Leone , dell' Iraq , della Siria , lo abbiamo dedicato a tutte le donne e sono milioni nel mondo che ogni giorno subiscono violenze di ogni genere dagli uomini..
Nella mia ricerca per preparare questo incontro con gli studenti mi sono imbattuta in un piccolo libro difficile da trovare edito da una piccola casa editrice di Palermo che pubblica solo libri di genere si intitola" L'arma dello stupro" Voci di donne dalla Bosnia . E' stato scritto da due giornaliste italiane che hanno incontrato e intervistato alcune delle migliaia di donne violentate durante la guerra dei Balcani. Avevo pensato di leggerne alcune testimonianza ai ragazzi stamattima ma non ho potuto. Non ho potuto perchè leggerle per me è stato come scendere all'inferno, più leggevo e più mi chiedevo come si potesse arrivare a tanto disprezzo per la vita umana.. come è stato possibile e continua ad esserlo combattere una guerra passando sul corpo martoriato di migliaia e migliaia di donne e di bambine. Dovè l' ONU e tutto il suo apparato di uomini, dov'è la comunità internazionale, i capi di stato uomini anche loro, la cosidetta opinione pubblica.. abbiamo perso la capacità di indignarci anche di fronte a tragedie di questa dimensione, anche difronte al sacrificio di milioni di donne?
Oggi ci siamo date la mano attorno a quella pianta di mimosa che siamo certe crescerà forte e rigogliosa come le donne che sanno rialzarsi e riprendere a camminare a testa alta.. L'unica testimonianza che oggi mi sono sentita di leggere è stata quella di Tania che dopo lo stupro e la sofferenza dei lager ha trovato il coraggio di andare a lavorare a Zagabria negli uffici dove vengono raccolte tutte le testimonianza degli orrori della guerra nei Balcani..
"Non posso accettare che tutta questa sofferenza mia e di tanti altri sia stata inutile, che venga dimenticata" lo dice Tania e noi stamattina tutti insieme lo abbiamo gridato..
Maria Grasso