Oggi, 24 Novembre, gli studenti delle scuole superiori di Piazza Armerina, in accordo con le forze dell’ordine, e con una piccola partecipazione da parte dei docenti e del personale ATA, hanno manifestato con un corteo e con alcune soste nelle principali piazze del paese, in solidarietà alle manifestazioni tenutesi a Roma e nella provincia di Enna.
Sentivamo il bisogno di muoverci, di fare qualcosa, per evidenziare il nostro sostegno e la nostra partecipazione per le proteste che in tutta Italia stanno avvenendo. Ecco perché abbiamo deciso di scendere in campo anche noi quest’oggi.
La manifestazione ha accolto circa 700 ragazzi che, circolando per le strade della città e soffermandosi nelle principali piazze (piazza Cascino, piazza Falcone Borsellino, piazza Garibaldi e piazza Senatore Marescalchi), hanno protestato contro l’articolo 3 della Legge di Stabilità, che tocca, ledendoli, i principi dell’istituzione scolastica, e contro l’idea del parlamento di emanare la Legge Aprea che toglierà tantissimi diritti alla scuola pubblica, ad esempio l’abrogazione di rappresentanti d’istituto degli alunni, rappresentanti dei genitori e dei docenti, “privatizzando” la scuola sotto molti punti di vista.
Togliendo i fondi e i finanziamenti all’istituzione scolastica non si fa altro che togliere fondi e finanziamenti al nostro futuro! Noi giovani siamo il Futuro dell’Italia, abbiamo il diritto ad uno studio che sia ampiamente finanziato dal nostro paese! Perché l’Italia non pone le sue basi nella scuola, come altri paesi, come la Finlandia, hanno fatto? Perché, per risanare il bilancio, occorre tagliare i fondi alla scuola e non, in primo piano, i fondi alla classe politica che ci governa, i fondi per l’acquisto di armamenti e i fondi del finanziamento pubblico ai partiti? Protestiamo anche in appoggio ai docenti e al personale ATA, per le riforme che colpiranno gli scatti di anzianità, le ore delle “lezioni frontali” dei docenti e soprattutto le riforme che, seguendo i tagli, prevedono il licenziamento di tutti i precari che naturalmente non hanno la famosa “cattedra”. Protestiamo perché, un giorno, i futuri docenti o precari saremo noi e ci sarà negato il diritto di fare il lavoro che vorremmo fare.
Siamo stanchi di essere sempre danneggiati dalla classe che ci governa che non ci da lo spazio che ci dovrebbe dare. Usciremo dalle nostre scuole superiori senza poterci iscrivere alle università o senza un lavoro che ci permetta di crearci una famiglia.
Se ci verrà data la possibilità, non ci fermeremo alla manifestazione di oggi, continueremo con atti di protesta assolutamente pacifici, insieme alle scuole della provincia di Enna e tutte le scuole d’Italia, fino a quando la classe che ci governa capirà che Noi siamo il Futuro e, se ci tolgono le possibilità di formare una nostra cultura e un nostro studio, l’Italia resterà sempre nella stessa disastrosa crisi economica, culturale e morale.
Ecco perché oggi abbiamo manifestato. Ecco perché continueremo a fare sentire la nostra voce di protesta.
Spazio ai giovani, Spazio al futuro dell’Italia.
Dario Azzolina