di Giuseppe Belfiore
Giorno 19 giugno 2013 ufficialmente ha cessato di esistere la provincia di Enna, come del resto tutte le altre provincie siciliane e da allora sono continuate le dichiarazioni sui giornali di esponenti politici ennesi, ex consiglieri provinciali e non, sulla necessità di non gettare al vento 87 anni di storia della provincia di Enna e soprattutto sulla volontà che dovrebbe animare tutti, politici e residenti nei comuni dell'ex provincia, di lavorare per mantenere l'integrità del territorio.
A questo punto sorgono spontanee due domande, prendendo anche in prestito un interrogativo tanto caro ad Agostino Sella: Mantenere l'integrità del territorio? Ma di che cosa stiamo parlando?
Io sono originario di Nicosia e vivo a Piazza Armerina oramai da più di vent'anni e sin da quando ero bambino ho sempre sentito parlare di Enna come di una matrigna che agiva al solo scopo di depauperare il territorio dei comuni di cui era il capoluogo, avocando a se le sedi di uffici pubblici come quello del registro per es: - che negli anni 70 era presente anche a Nicosia, i cui esponenti politici alla vigilia di ogni campagna elettorale pur di farsi eleggere promettevano la Luna nel pozzo, che concedevano, come fosse un favore, l'attuazione di diritti che spettavano ai cittadini residenti. Nel 1991 mi sono trasferito a Piazza Armerina e l'andazzo delle lamentele dei cittadini piazzesi verso Enna non è cambiato anzi è andato peggiorando e la vicenda del nostro ospedale sulla cui difesa nessun politico ennese ha mosso un dito è la prova provata che Enna non ha mai lavorato per mantenere l'integrità del territorio ma ha continuato nella sua politica Enno-centrica tendente ad accentrare su di se il potere polito, cercando di mantenere inalterata la sudditanza politica con le promesse elettorali, puntualmente disattese il giorno dopo le votazioni, considerando i comuni del territorio solo come serbatoio di voti da usare a proprio piacimento. Ora abolite le provincie, l'oramai ex capoluogo, sente forse venir meno il terreno sotto i piedi, perchè non può esercitare più il suo potere per mantenere la sudditanza politica dei cittadini, perchè non può più incantarli con le demagogie elettorali e soprattutto perchè non può
più essere considerata il "centro del mondo" della clientela politico elettorale!
E quindi il grido di disperazione che si leva da Enna sulla necessità di lavorare per l'integrità del territorio credo nasconda la richiesta, inviata in primis a Piazza Armerina, di far parte
insieme ad essa di uno dei prossimi Consorzi dei comuni che sono previsti con l'abolizione delle provincie, perchè è chiaro che se Piazza Armerina, piuttosto che Barrafranca o Leonforte, farà parte di un consorzio che non prevede la presenza di Enna potrà beneficiare di uno sviluppo senza precedenti essendo sicuramente valorizzata e tenuta in seria considerazione da altri comuni che ne sapranno apprezzare le bellezze storiche, artistiche e paesaggistiche, per cui Enna cerca di riprendersi dalla finestra il dominio che ha perso dalla porta. Credo, però, che il grado di maturazione dei cittadini piazzesi sia giunto al punto di non cadere in questa trappola di finto sentimentalismo territoriale che nasconde, ancora una volta, la volontà dell'ex capoluogo di voler continuare ad esercitare in eterno il ruolo negativo di "mater familias"- o di padre padrone se preferite- che si è ben ritagliata in 87 anni di storia della, finalmente, defunta provincia di Enna.