GIUBA - Oltre 200 civili sono stati massacrati nella conquista di Bentiu da parte dei ribelli sud-sudanesi. La denuncia arriva dall'Onu, secondo cui nel corso delle violenze avvenute in una moschea sono rimaste ferite più di 400 persone attaccate per ragioni etniche. Da metà dicembre i ribelli guidati dall'ex vicepresidente Riek Mashar combattono contro l'esercito fedele al presidente Salva Kiir. Bentiu è un'importante città strategica e capoluogo dello stato settentrionale di Unity, l'area dove si trovano i più grandi e importanti giacimenti petroliferi del Paese. Decine di persone, riferiscono ancora fonti delle Nazioni Unite a Giuba, sono poi state uccise in chiese, ospedali e in un compound del Programma alimentare mondiale (Pam). "I ribelli hanno preso d'assalto diversi luoghi dove avevano trovato rifugio centinaia di civili tra sud sudanesi e stranieri e hanno ucciso centinaia di civili dopo averne accertato l'etnia o la nazionalità", si legge in un comunicato Onu. I ribelli inoltre hanno dichiarato alla radio locale che alcuni gruppi etnici non dovrebbero stare a Bentiu, e hanno chiesto agli uomini di violentare le donne di altre comunità, aggiunge la nota. Bentiu era stata conquistata due giorni prima di un attacco ad un compound dell'Onu e cui furono uccise 58 persone.
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