sabato 16 agosto 2014

Villa Romana e Palio dei Normanni. I progressi degli ultimi 10 anni.

di Agostino Sella

Due sono le realtà turistiche maggiori di Piazza Armerina: la villa romana del Casale ed il Palio dei Normanni.
Ci sarebbe anche il centro storico. In realtà ne parliamo da anni ma non riusciamo a farlo decollare.
Adesso, cerco di essere obiettivo e lasciare da parte le piccole polemiche, di cui i piazzesi, me per primo, siamo bravi ad alimentare ad ogni piè sospinto.
Partiamo dalla Villa Romana del Casale.
Devo dire che la qualità nel nostro sito Patrimonio Mondiale dell'Umanità, rispetto qualche anno addietro, è migliorata enormemente.

Dalla seppur importante “ferraglia” del Minissi e dalle temperature da forno, siamo passati ad una dignitosa architettura, una visita piacevole anche con il caldo torrido agostano, una dimensione degna di un sito unico al mondo. Poi, possiamo divertirci quando vogliamo a fare esercizi di didattica architettonica o ingegneristica (anche io non condivido alcune scelte progettuali), possiamo parlare bene o male del progetto, ma a questo punto non serve ed è innegabile che il sito ha assunto una sua dignità.
Anche l’ordine e la pulizia rispetto a qualche mese addietro, grazie alla impostazione di Rosa Oliva, sono migliorati.
Insomma è tutta un’altra storia rispetto a qualche anno fa.
Merito di tutti, in particolare delle amministrazione che si sono succedute negli ultimi 8 anni. Prestifilippo prima e Nigrelli dopo, ognuno a modo loro, hanno accelerato entrambi il processo di risistemazione del sito.
Negare tutto questo significa avere i prosciutti negli occhi.
Certo la strada da percorrere è ancora tanta per portare la visita al livello dei più grandi siti europei ma i passi fatti sono da gigante.

Palio dei Normanni.
Anche qua, se mettiamo da parte le solite polemiche che vengono fuori ogni anno (meno male che ci sono, il palio a Piazza è come Sanremo), se dobbiamo essere obiettivi, il Palio dei Normanni negli ultimo decenni è migliorato di tanto.
Mi ricordo i tempi in cui a giostrare non c’erano i cavalli ma gli asini, mentre adesso da qualche anno la qualità della giostra è certamente di alto profilo.
Le selezioni dei cavalieri giostranti sono vere, le regole sono più ferree.
E’ vero. Ogni anno c’è una progressiva de-storicizzazione del Palio. 
Sempre meno truppe e sempre più tamburi, sempre più dame e sempre meno cavalli da fanteria.
Io per primo ho criticato l’eccessiva presenza dei gruppi di tamburi ma devo dire che nonostante la decontestualizzazione storica il tamburo è uno straordinario modo per rendere protagonisti tanti ragazzi piazzesi, che si farebbero “ammazzare” per partecipare al Palio.
Almeno un centinaio di ragazzi si allenano mesi prima con suoni, movimenti e motivi in attesa di partecipare alla manifestazione.
Stessa cosa vale per chi custodisce il proprio cavallo durante l’anno solo con la speranza di partecipare alla giostra.
I quartieri ed i loro comitati hanno stimolato nel corso degli anni una sana competizione tra loro che ha migliorato l’intera manifestazione.
La vera anima del Palio sono loro che coprono circa 200 figuranti della manifestazione.
Poi ci stanno anche le critiche. Ogni tanto qualche comitato di quartiere fa politica, le amministrazioni vogliono a tutti i costi dire la loro, spesso non si capisce chi fa che cosa, c'è un regolamento che non funziona al 100%. Figuriamoci, possiamo criticare quando vogliamo. 
Ma la critica è l'anima di ogni confronto e serve a migliorarsi sempre. 
Ed il palio certamente deve migliorare.
Ci vuole una "regolata", una maggiore contestualizzazione storica senza abbandonare il protagonismo giovanile.
Eppoi - cosa importante - occorre pensare al palio 2015 già da oggi, dal 16 agosto e non arrivarci all’ultimo minuto con il fiato sul collo. 
Ma chi dice che il Palio è peggiorato negli anni mente sapendo di mentire.

Insomma, cari concittadini, non diamoci sempre addosso.
Essere piazzesi è bello.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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