domenica 27 agosto 2017

Il vescovo Gisana: Il sogno di questa fratellanza universale, ravvisabile nell’eccedenza dei numerosi esodi, sia per tutti noi occasione di scuotimento delle nostre coscienze, intorpidite da visioni aberranti che guardano all’altro con mentalità ostile e sospettosa".

Benedizione alla Città e alla Diocesi per Maria SS. delle Vittorie 2017

O vergine madre, Maria Santissima delle Vittorie, ti affidiamo questa città e questa diocesi che ti riconoscono patrona e custode. Ogni singolo cittadino, dal più piccolo al più grande, possa sentire i benefici di tale invocazione. Anche se le richieste, numerose, possano dare adito a bisogni contingenti, reali ed opportuni, non tralasciare di mediare per tutti la sublime conoscenza del figlio tuo, il Verbo incarnato. Soggiogati infatti dall’urgenza delle nostre domande, non ci curiamo sovente dell’essenziale, di ciò che realmente genererebbe in noi creatività e spirito di iniziativa. Sappiamo che l’incontro con il Signore, quel Gesù che tu hai concepito per la nostra redenzione, darebbe alla nostra vita un rilancio straordinario: egli sarebbe maestro di un vangelo che non si esaurisce nelle pratiche di una religiosità civile e clericale.
La sua conoscenza addurrebbe – e di questo ne siamo certi – sapienza e lungimiranza, per affrontare gli imprevisti del cambiamento, per superare gli scandali del nostro egoismo, per gioire delle relazioni che creano apertura e dialogo. Sì, o Madre santa, sostienici in questo desiderio di conoscenza, affinché l’incontro con Gesù, sempre più tempestivo e concreto, faccia maturare in noi la consapevolezza che senza di lui non potremo fare nulla, che le nostre esistenze, non perseguendo tale conoscenza, rischieranno l’infausta sterilità di quei germi di speranza che le nuove generazioni attendono.
O Vergine santa, non distogliere da noi il tuo sguardo benevolo di madre attenta e premurosa. In virtù della sapienza che ti inabita, accompagna la realizzazione dei nostri sogni. Aiutaci ad implorare Dio con umiltà e mitezza, alla maniera di Gesù che ha sempre cercato di fare la volontà del Padre: lui che non ha mai trascurato l’annuncio del regno di Dio, stimoli tutti noi nell’edificare una società sensibile al bene comune, testimone della bontà dell’uomo, sollecita ai bisogni dei poveri, disponibile all’accoglienza dello straniero. Possa questa nostra società, per le azioni di grazie che tu medierai, maturare uno stato di consapevolezza, ricettivo delle cose belle che ogni cittadino custodisce e dona. Sii tu nostro sprone nel lasciare che il Signore plasmi le nostre menti, distorte dall’abiezione degli interessi occulti e dalla fatua illusione che il senso della vita consista nell’essere felici a scapito degli altri. Quanto è difficile intraprendere il cammino di conversione, ove ciascuno, ammettendo di aver sbagliato, sappia chiedere scusa e riconoscere nell’altro quello che manca a sé stessi. Sì, o Regina Santissima delle Vittorie: prega il Signore perché si compia anzitutto il grande sogno di capire che l’uno è parte dell’altro e viceversa. È questo il modo per intendere le nostre relazioni, al di là delle razze, delle religioni o delle culture, partecipi sempre della verità che Dio ha voluto, fin dalle origini, fissare nella nostra identità primigenia: siamo fratelli nella figliolanza di unico padre che è Dio. Il sogno di questa fratellanza universale, ravvisabile nell’eccedenza dei numerosi esodi, sia per tutti noi occasione di scuotimento delle nostre coscienze, intorpidite da visioni aberranti che guardano all’altro con mentalità ostile e sospettosa.
Fa, o Maria Santissima delle Vittorie, che questo sogno di unità, che Dio sta facendo intendere a tutti noi, divenga realtà di una compagine umana sempre più sensibile al valore del dialogo contro l’imperversante cultura del soggettivismo relativista, del consumismo sfrenato, dell’individualismo narcisista e omicida. Chiedi a Dio che il nostro Redentore, Gesù di Nazareth, torni a farci intendere la bellezza del vangelo, attraverso quella Parola che si fa carne nei sacramenti della Chiesa, attraverso quei testimoni, che in cammino verso la santità, sono modello di vita, attraverso quegli afflati gementi che prorompono dai cuori dei poveri. Se avessimo avuto anche una parte di tale consapevolezza, non sentiremmo certo il grave peso della sperequazione sociale, provocata da un debito assurdo in cui si scorgono i segni di un determinato egoismo. Sì, Madre Santissima delle Vittorie, di un determinato egoismo che va oltre l’umano, inselvatichito dal pensiero che l’altro è soltanto mezzo per raggiungere il proprio benessere a diversi livelli: economico ma anche psicologico. L’esempio di tale sopraffazione è la perdita improvvisa dei nostri boschi, oltre al fatto che non ci si cura di quanti stanno sperimentando una repentina condizione di povertà. Ne è prova la distanza che le istituzioni religiose, sociali e politiche vivono nei confronti degli emarginati, ma soprattutto ne è prova che ai bisogni dei poveri che sono molteplici, verso i quali si sarebbero dovuti pianificare già da tempo interventi seri di cooperatività e sussidiarietà, si percepisca il bisogno adesso choccante – ed è anche giusto che sia così – di ripristinare con urgenza ciò che l’estro malavitoso e infamante ha provocato sulla bellezza naturale del nostro territorio. Ma i boschi vengono prima dei poveri? O Maria Santissima delle Vittorie, capiamo che non c’è sapienza nel nostro agire e che quella lungimiranza che ti ha portato ad essere madre di Dio, fiduciosa del progetto che egli ti proponeva di realizzare per il bene dell’umanità, è totalmente assente dal nostro modo di progettare e leggere la vita. Prega per tutti noi, affinché ciascuno si lasci destare nella sua coscienza a partire da quello che accade dentro di noi ed intorno a noi, non perdendo di vista ciò che è davvero urgente e non tralasciando ovviamente di risanare il dono stupefacente che il Signore ha fatto della natura, abitacolo ammiccante della sua presenza. Sì, perché, o Madre Santissima, resta sempre l’uomo e in particolare colui che oggi vive, oppresso dalle condizioni di povertà ed emarginalità, l’abitacolo privilegiato della presenza di Dio.





@ Rosario Gisana


Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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