giovedì 4 ottobre 2007

Radon. Il gas che uccide anche nelle nostre case

Il radon, nessuno lo conosce, ma uccide, uccide eccome. Si tratta di un gas che si trova nelle nostre case. Nelle stanze, a volte, dove mangiamo e dormiamo. Il radon si forma soprattutto nelle abitazioni interrate a stretto contatto con l’umidità. Secondo alcuni stime è una delle principali cause del tumore al polmone. Secondo Wilkpedia per radon muoiono 3000 persone l’anno in Italia e 20.000 nel resto d’Europa. Per la Commissione Europea il Radon è la seconda causa di tumore al dopo il fumo di sigaretta , ed alcuni studi come quelli di Bonner evidenziano sinergie fra le due cause. Più alta è la concentrazione di Radon nell'ambiente più alto è il rischio di contrarre il . Il radon è un gas molto pesante e viene considerato estremamente pericoloso per la salute umana se inalato. Si forma in seguito alla disintegrazione dell’uranio presente nel suolo, nell’acqua e in molti materiali da costruzione. Circa un terzo delle radiazioni cui è esposta la popolazione sono dovute a questo gas, che si infiltra negli edifici e convive con noi. Il suo “decadimento”, che avviene nel giro di alcuni giorni, provoca la formazione dei cosiddetti “figli del radon”, Se la maggior parte della popolazione è esposta a livelli di radon abbastanza modesti, esistono aree geografiche, singole zone o, imprevedibilmente, singoli edifici in cui le dosi quotidiane di esposizione sono elevate. In conseguenza di ciò, il rischio di contrarre le patologie da radon risulta aumentato e, purtroppo, non percepito, poiché il gas non è avvertito dai nostri sensi ed i danni compaiono dopo anni o decenni. Il radom, prima di tutto esce dal terreno. Ma in questo caso non è meno pericoloso di quando esce da alcuni materiali da costruzione. I produttori di gas radon maggiori sono il tufo ed i graniti, proprio quei materiali, soprattutto i tufi con cui sono costruire molte nostre case. Chi lo doveva dire che ci si può ammalare di tumore al polmone anche stando comodi nelle nostre poltrone! Eppure è così, soprattutto se siamo in un interrato. Ma i rimedi per ridurre i danni del Radon ci sono. Occorre conoscerli e metterli in pratica. Eccone alcuni. Il metodo più immediato per proteggersi dall'accumulo del gas è quello di fare areare gli ambienti. Per le stanze con le finestre i problemi sono pochi. Non è così invece per gli interrati. Sono molte le case in cui sono cucine e soggiorni cucine sono in piani interrati al piano terra. In quel caso, soprattutto quanto ci sono stanze a contatto con il terreno occorre, se non ci sono finestre, occorre installare strumenti per l’areazione delle stanze. E’ certamente un metodo dispendioso ma indispensabile per la salute. Il radom è infatti un gas che si nasconde ed è difficile scovarlo. La prima cosa da fare, nei casi in cui si sappia di essere in una zona a rischio, è di effettuare delle misurazioni di concentrazione presso la propria abitazione atte a determinare se questo problema esiste veramente. Non è sufficiente sapere che edifici vicini al nostro sono contaminati da radon poiché l'emissione di questo gas dipende da numerosissimi fattori, difficilmente determinabili a priori. In Italia non abbiamo una legge che fissa il limite massimo di concentrazione di radon all'interno delle abitazioni private. Il riferimento sono valori fissati dalla Comunità Europea: 200 Bq/m3 per le nuove abitazioni e 400 Bq/m3 per quelle già esistenti. Esiste invece una norma per gli luoghi di lavoro. Si tratta del Decreto legislativo n° 241, del 26/05/2000 che fissa un livello di riferimento di 500 Bq/m3. Nessuna indicazione nel testo di legge per le scuole che si ritiene però possano essere assimilate ad un ambiente di lavoro.
Agostino Sella agostinosella@tiscali.it
Se vuoi conoscere meglio il tema, c’è questo libro.
Martino Maria Rizzo,
Il Radon. Rischi e prevenzione, Editrice UNI Service, s.l. 2007.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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