Le imposizioni che provengono dall’alto finiscono con il presentare una occasione, che possiamo definire storica, per una rimodulazione dell’offerta di servizi sulla base della domanda effettiva di salute che proviene dalla comunità; offerta che può essere tanto più efficace quanto più è progettata (e nel nostro caso c’è l’occasione che sia riprogettata) a livello periferico, stante la comprovata difficoltà di preventivare a livello statale e in modo plausibile il fabbisogno sanitario.
E’ convinzione diffusa che il livello regionale, e più ancora il livello locale, è in condizione di meglio rispondere alla responsabilità di garantire a tutti i cittadini l’accesso effettivo ad un’assistenza efficace, efficiente ed economicamente sostenibile.
Alla luce di quanto sopra, l’esame di quanto contenuto nel documento della U.S.L. intitolato “Note sulla Sanità nell’Ennese: i Numeri, i Problemi. E le Soluzioni?” e di quanto descritto e previsto per la provincia di Enna dallo “Schema di Decreto Regionale sulla rimodulazione della Rete Ospedaliera ed il riordino della Rete Territoriale” e della “Metodologia adottata per l’analisi della domanda e la riprogettazione dell’offerta” fa sorgere la necessità di esprimere delle considerazioni e, di conseguenza, avanzare delle proposte.
CONSIDERAZIONI
Nel conteggio del numero dei posti letto per acuti da prevedere, in provincia di Enna sono stati inopportunamente calcolati, i 352 p. l. dell’IRCCS di Troina, la cui tipologia di assistenza non può essere assimilata a quella degli altri presidi ospedalieri del territorio sia per intensità di cure (prevenzione, ricerca e riabilitazione) e sia per utenza (prevalentemente se non esclusivamente il mondo dell’handicap). Pertanto il numero complessivo dei p. l. per acuti nella Provincia di Enna deve essere ricalcolato.
Con la prevista dotazione di p. l. per acuti (soltanto 365 senza quelli dell’IRCCS) in provincia di Enna si avrebbe soltanto (177.599 ab./365 p. l.) 1 p. l. ogni 486,57 abitanti.
Come è evidente, l’offerta di posti letto nella provincia di Enna non risulta omogenea poiché è molto al di sotto della media regionale calcolata sulla sommatoria pubblico-privato. Per adeguarsi alla media regionale l’offerta di p.l. dovrebbe prevedere almeno (177.599 ab./ 326) 545 p. l.
Anche a voler calcolare una dotazione di 3,5 p. l. per 1000 abitanti secondo la media nazionale, il risultato comporterebbe una previsione di (177.699 x 3,5/1000) 621,9 p. l. per acuti.
Per quanto precede, quale dei due criteri di omogeneità si voglia adottare, la dotazione prevista di 365 p. l. per acuti in provincia di Enna risulta molto penalizzante per la domanda di salute della popolazione residente.
Inoltre, come si evince in modo evidente dai documenti analizzati, risulta carente in provincia l’offerta che riguarda alcune discipline che soddisfano bisogni primari e per i quali l’utenza è costretta a fare ricorso a strutture fuori provincia: nel campo dell’ortopedia-traumatologia, della chirurgia generale e vascolare, della cardiologia, della pneumologia, dell’oncologia e dell’emergenza, almeno nella fase di primo soccorso e di stabilizzazione del paziente.
PROPOSTE
La rideterminazione, secondo uno dei criteri sopra riportati, della dotazione provinciale di posti letto ospedalieri (545 oppure 621) consentirebbe alla Direzione Strategica di riorganizzare in modo adeguato su tutta la provincia l’offerta di servizi, garantendo agli assistiti il trattamento della fase di acuzie (emergenza e degenza) del percorso assistenziale, soddisfacendo i criteri previsti dalla metodologia di rimodulazione dell’offerta che accompagna il Piano di rientro.
Nell’ottica delle direttive regionali la riprogettazione a livello provinciale dovrà, a nostro parere, prevedere quanto segue:
Ø Adeguare al fabbisogno espresso in termini di cause di ricovero l’offerta di posti letto per le patologie di peso e complessità non elevata e riguardanti la riabilitazione ortopedica e gli interventi per il tunnel carpale, la chirurgia generale e vascolare, l’oncologia e la pneumologia;
Ø Organizzare in modo funzionale su tutto il territorio provinciale il primo intervento dell’emergenza, predisponendo strutture e servizi capaci di garantire almeno la stabilizzazione del paziente acuto (in strutture di Pronto Soccorso e di Osservazione Breve con posti letto tecnici che non rientrano nel novero di quelli di degenza per acuti) ed il suo eventuale trasferimento protetto nelle strutture di secondo e terzo livello: almeno una di secondo livello è ragionevolmente possibile che sia prevista e attrezzata in provincia;
Ø Riservare le attività di Ginecologia in una struttura centralizzata attrezzandola in modo idoneo a farne un punto di riferimento almeno provinciale ed invece garantire assistenza di Ostetricia con punti nascita, seguendo criteri basati sulla domanda di assistenza e cioè sulla media annuale delle nascite nei Comuni che gravitano attorno ad un ospedale per il quale è dimostrato un indice di attrazione significativo.
è evidente che le osservazioni e le proposte di cui sopra sono parziali e non intendono esaurire le problematiche che vanno affrontate in questo momento storico ma vogliono rappresentare un contributo alla ricerca di soluzioni per la popolazione di questa provincia.
Poiché il piano prevede l’integrazione della rete ospedaliera con quella territoriale ci riserviamo di produrre un documento che valuti la fattibilità delle proposte regionali previste nel piano stesso.