domenica 23 maggio 2010

Agostino Porretto sui distretti turistici

Caro Agostino, t'invio , per il blog, questo interessante intervento che condivido "in toto".

Fabrizio Tudisco


L'opinione
Distretti turistici: come si perde un'occasione di sviluppo
di Agostino Porretto *

A quasi cinque anni dall'entrata in vigore della legge di riforma del turismo - la n. 10 del 15 settembre 2005 - continua il momento di stasi nel cammino di attuazione dei nuovi modelli organizzativi da essa previsti. Servizi turistici regionali fatti e disfatti di continuo, programma triennale di sviluppo turistico e piano operativo annuale non pervenuti: la legge ha operato un radicale mutamento dell'assetto preesistente, ma politica e burocrazia, alleate nella tattica del rinvio, da tempo hanno imboccato la strada delle riforme continue e annunciate: fattane una, già si mette in cantiere la successiva, e tutto ciò diventa alibi - per mesi, per anni - per

ingessare tutto il settore. Purtroppo la riforma Granata partiva con un handicap non da poco: un riassetto così radicale andava fatto probabilmente ad inizio di una legislatura, e non alla fine, e i vertici politici e burocratici del turismo regionale arrivati dopo hanno sentito queste norme in qualche modo estranee, oppure hanno semplicemente ritenuto più comodo evitare di applicare la riforma, e prefigurare nuovi e vaghi interventi normativi. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ma non tutto è rimasto fermo. Veniamo qui ad esaminare uno dei punti più promettenti della legge, quello che probabilmente sta richiedendo le analisi più accurate, legato com'è al più generale quadro istituzionale: il rapporto fra Regione ed Enti locali nel governo delle dinamiche turistiche del territorio. In questo senso, è il distretto turistico lo strumento attraverso il quale può registrarsi una sintesi efficace fra l'azione dei soggetti pubblici (Regione ed enti locali in primis) e le iniziative private.



La logica complessiva e la finalità della legge di riforma suggerisce un unico modello organizzativo del distretto turistico, nel quale il riferimento ad aree geografiche non deve assumere i caratteri di un'impropria funzione di rappresentanza territoriale. L'elemento territorio, nella logica del distretto, dovrebbe declinarsi in termini di prodotti turistici. Perciò il soggetto che si fa carico della costruzione e della promozione del prodotto turistico territoriale - il distretto - dovrebbe assumere un carattere prevalentemente privatistico, come del resto ha dimostrato di volere il legislatore, quando all'art. 6 della legge fa un chiaro riferimento ai limiti della disciplina comunitaria per gli aiuti alle imprese.



Perciò l'idea ed il modello del distretto dovrebbe presentare caratteri di contiguità rispetto al concetto di impresa, ed in questo senso la scelta di un qualsiasi assetto organizzativo (società, consorzio, associazione di scopo ecc.) deve mettere comunque al centro un'azione progettuale strategica che vede il prodotto turistico territoriale quale oggetto della azioni di sviluppo. Alcune iniziative di aggregazione già sorte in Sicilia, nell'ottica della costituzione di futuri distretti turistici, sembravano effettivamente muoversi nella direzione giusta. Altre esperienze invece - caratterizzate quasi esclusivamente dalla presenza di soggetti pubblici e con realtà imprenditoriali deboli e assolutamente marginali - prefigurano un modello di distretto contrario alla lettera ed allo spirito della legge: un modello essenzialmente pubblicistico, caratterizzato da opprimenti logiche burocratiche e dall'invadenza della politica, con l'obbiettivo di creare non occupazione e sviluppo, ma mero sottogoverno. L'esperienza acquisita sul campo mi induce non solo a non condividere quest'ultima tendenza, ma a denunciarne con forza i rischi per le prospettive di sviluppo dell'intero sistema turistico siciliano. Solo un distretto turistico progettato e gestito con la logica dell'impresa può diventare un valore aggiunto per i prodotti turistici del territorio. Quanto sta accadendo in queste settimane per la costituzione dei distretti in Sicilia sta confermando questi timori; il mondo delle imprese sostanzialmente è rimasto e continua a rimanere ai margini di ogni ragionamento progettuale sulla costituzione dei distretti; c'è invece un grande agitarsi di sindaci e assessori, e il rischio di assistere ad una fioritura di apparati di sottogoverno è forte. Purtroppo il provvedimento partorito dagli uffici assessoriali per il riconoscimento dei distretti si è rivelato deludente in più punti: soprattutto in esso è mancato il coraggio di fare scelte strategiche su forma e obiettivi strategici di questo strumento di sviluppo, in favore di opzioni di compromesso, con il risultato di mettere dentro un po' tutto: distretti territoriali e tematici, agenzie di sviluppo e riedizioni surrettizie di patti territoriali, per arrivare addirittura ad alcuni distretti decisi a priori - è il caso dei distretti di Morgantina e della targa Florio - che contraddicono platealmente il principio di un'aggregazione spontanea dei soggetti locali come elemento fondante dei distretti.



E' difficile dire quel che succederà a metà giugno, quando scadranno i termini del bando regionale per il riconoscimento amministrativo dei distretti; la speranza è che gli amministratori locali abbassino la voce, e che le imprese del turismo invece si facciano sentire di più. Altrimenti, staremo a parlare dell'ennesima occasione perduta.



*ex direttore generale dell’Assessorato Regionale al Turismo

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


___________


"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

TUTTI GLI ARTICOLI