lunedì 14 giugno 2010

Oggi, lunedì alle 16 alla Cattedrale, i funerali di Franco Ferrara

Piazza Armerina. Ieri mattina si è spento il noto imprenditore Franco Ferrara a causa di una malattia che aveva reso debole il suo corpo. Ferrara, aveva 65 anni ed era leader della Ferrara ascensori, una della più importanti aziende meridionali in tema di elevatori. La morte di Ferrara ha scosso l’intera città dei mosaici. Nessuno - infatti - si aspettava che la sua malattia potesse avere un percorso così veloce e letale. Nonostante fosse nato a Caltanissetta dove ha vissuto la sua giovinezza, Franco Ferrara viveva a Piazza Armerina dal 1967. Nel 1973 ha fondato la Ferrara Ascensori, una azienda che all’inizio aveva nel suo organico un operaio, un manutentore ed una segretaria mentre oggi da più di 40 posti di lavoro. Da sempre impegnato in politica e nel sociale la sua vita è stata caratterizzata da una costante e umana generosità soprattutto verso le fasce più deboli della popolazione. Particolare e unico è stato il rapporto che Franco Ferrara ha avuto con i suoi numerosi dipendenti alcuni dei quali lo hanno considerato un vero e proprio padre. Era una sorta di “gigante buono”, uomo leale e dal grande cuore. "Ho sempre reinvestito tutto nell’azienda, niente barche, vacanze e case di lusso e poi il rapporto diretto con i miei collaboratori, verso i quali ho un forte debito di gratitudine”, diceva Francesco Ferrara. Una nota a parte meritano le esperienze politico-sociali- sindacali e sportive dell’uomo Francesco Ferrara, impegnato a sostenere i diritti dei ceti sociali più deboli e delle categorie produttive sia da consigliere comunale dal 1992 al 1997, nel 1993 da vicepresidente regionale della CNA nel 1994, da presidente del Kiwanis club e da socio sostenitore della maggiori squadre sportive cittadine. Oggi la Ferrara-Ascensori compete a testa alta con le migliori aziende nazionali e multinazionali del settore, avendo raggiunto un binomio qualità-affidabilità tra i migliori nel campo del trasporto verticale. Ferrara lascia la moglie Anna Maria ed i figli Ranieri e Noelle. L’azienda adesso verrà gestita dal figlio, Ranieri Ferrara, per anni collaboratore ed inviato del nostro giornale, ragazzo di grandi qualità umane e professionali.
Agostino Sella

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Il mio ricordo di Franco

La cosa che ricordo di più di Franco Ferrara è la sua mano che impugna una penna - ne usava sempre una molto fine - mentre firma un assegno.

Aveva una straordinaria firma. Bellissima.
Di assegni ne ha firmati tanti: alle squadre sportive che ha sponsorizzato, ai suoi dipendenti, a quelli che hanno lavorato per lui in altri settori.
Perché lui, Franco Ferrara, era un uomo dal cuore grande.
Si vedeva anche dalle piccole cose. Era impossibile pagargli l’aperitivo la domenica mattina. Doveva pagare lui, punto e basta.
Era cosi Franco. Quando voleva una cosa quasi sempre la otteneva.
Fissava un obiettivo ed andava avanti per la sua strada senza abbassare la testa davanti a nessuno.
Non era bravo a fare discorsi.
Era però bravissimo a realizzare le sue idee. Sia nell’impresa, che nelle attività sociali e politiche nelle quali è stato coinvolto.
Senza abbassare mai la testa in 40 anni di duro lavoro è riuscito a mettere su un’azienda con 40 dipendenti con enormi difficoltà in un territorio come il nostro. Se prima o poi avremo l’area artigianale completata sarà grazie a lui.
In realtà, dal modo come parlava sembrava un po’ burbero.
Ma era tutt’altro. Era un buono.
Ieri sera vedevo attorno al feretro tutti i suoi dipendenti più fedeli. Alcuni piangevano. Altri lo osservavano in silenzio. Per molti di loro è stato un padre.
Per noi piazzesi Franco, è un esempio da seguire.
Un uomo libero, che non ha avuto paura di nessuno, allergico ai condizionamenti e ai potentati, che tendendo alta la testa e dritta la schiena, ha realizzato i suoi progetti.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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