Piazza Armerina. “Da tre anni è chiusa la strada provinciale SP4, deve arrivare la Venere e devono riaprire i Mosaici. Guardando la situazione dei lavori siamo in situazioni precarie che certamente non agevolano il turismo”. Il vescovo della diocesi piazzese, Michele Pennisi, torna fortemente sui temi della viabilità e delle infrastrutture a pochi mesi dal ritorno della Venere di Morgantina e della riapertura definitiva della villa romana del Casale.
Due avvenimenti che caratterizzeranno il 2011 ma di cui si registra il forte ritardo dell’organizzazione degli eventi da parte della comunità regionale e locale. Pennisi sottolinea le difficoltà che potrebbero fare diventare la provincia ennese protagonista nel panorama internazionale non per il rientro della Venere ma per la cronica impreparazione ad affrontare eventi importanti. Dice il vescovo della diocesi piazzese sulla chiusura della strada «Da quasi tre anni è chiuso un breve tratto della strada provinciale che collega Valguarnera con Piazza Armerina e questo rende difficoltoso per i turisti raggiungere il sito archeologico. Anche la strada fra Mazzarino e Piazza Armerina è in stato disagevole». Commentando il crollo avvenuto a Pompei, il vescovo di Piazza Armerina, denuncia l’abbandono e la fragilità dei siti archeologici siciliani. «A Selinunte - precisa - sono essenziali e urgenti degli interventi risolutivi, non solo delle toppe per arginare lo sbriciolamento dell’antico tempio greco. Anche la Villa di Sofiana a pochi chilometri da Piazza Armerina ed inserita nel famoso itinerario Antonini presenta delle difficoltà». Il vescovo piazzese si augura una veloce ripresa del turismo culturale nell’isola e nella provincia ennese e lamenta il fatto che «molte chiese, di proprietà del FEC (Fondo Edifici di Culto) sono in stato di abbandono. In questi mesi - ricorda - dovrebbe tornare ad Aidone la Venere di Morgantina che in questo momento di trova al Getty Museum di Los Angeles: bisognerebbe collocarla in una chiesa di proprietà dello Stato ma questa è chiusa al culto da moltissimi anni. Non si riesce a restaurarla. Finchè c’è una comunità viva che si fa carico della manutenzione ordinaria, va bene. Ma non tutto può pesare sui fedeli».
Agostino Sella