da arai news n. 12
Tanti secoli fa la mia amata Piazza era splendida, accogliente e colta, oggi invece ne constato amaramente la rapida e costante involuzione sociale ed economica che la relega a paesotto più che a ridente cittadina di un tempo.
In parallelo osservo anche il progressivo imbarbarimento delle nuove generazioni che si discostano totalmente dal grado di civiltà e laboriosità del piazzese autentico che amava e rispettava il luogo ove viveva. Questo infelice ma realistico quadro è prodotto anche da influenze esterne , soprattutto di natura mediatica nell'era della globalizzazione. Ma Piazza ed i Piazzesi sono stati, nei secoli dei secoli, sempre diversi distinguendosi da altri centri e comunità così come hanno abbondantemente scritto autorevoli indigeni. Cosa sarà mai successo ai discendenti degli uomini e delle donne dalla colta e raffinata parlata gallo italica?
I motivi sono tanti ma uno in particolare ne è la causa . Una classe politica inadeguata ed in perenne lotta consanguinea. Grazie a questa guerra civile tra bande, fazioni e faide interne , comune a tutti i partiti, si sono avvantaggiati tutti coloro, ovvero da Palermo ad Enna, che vedevano Piazza come un serio pericolo da contrastare in virtù delle capacità di estro, intelligenza e condotta civile e morale evidenziate, nei secoli, dai Piazzesi. Invece di continuare ad impegnarsi per il lustro della città e per il benessere del popolo che cosa si è pensato di meglio da fare se non a farsi la guerra sempre e comunque? Amici guardate e pensate a che livello ci siamo ridotti.
Defraudati del rango di provincia da Castrogiovanni, oggi ridotti a fare i portatori d'acqua a Gela o a Caltagirone quando invece Gela era il nostro sbocco al mare e Mario Sturzo, nostro illustre e beneamato Vescovo ispirava il fratello Luigi, nelle scelte personali e politiche. Dal dopoguerra ad oggi "il paese" ha subito notevoli trasformazioni centinaia di politicanti si sono, più o meno alternati, al palazzo badando in molti ,più all'arricchimento personale e alle speculazioni e solo in pochi al bene collettivo.
Oggi più che mai la società è in piena crisi di valori e principi e poco importa se siano religiosi , etici o laici. Il rispetto, la tolleranza, l'umiltà e scusatemi anche l'amore verso il prossimo sono concetti che non albergano nella politica.
Sono lustri e lustri che osservo e medito sui comportamenti di sindaci, assessori, consiglieri, segretari di partito e galoppini quasi tutti contagiati da pericolosi virus che, con regolarità, come se fosse un male endemico, si ripresentano con ogni amministrazione. Questi virus si chiamano: delirio di onnipotenza (particolarmente esposti i sindaci) invidia, gelosia, rancore, ambiguità, narcisismo. Allora come e quando sarà possibile far rinascere e risplendere questa città dagli illustri trascorsi storici e culturali ?
Semplice ! Quando questa classe politica si auto estinguerà.
Antonio il Verso