L'Italia che Merita Comunicati I meritevoli Il merito Professionalità
IL MERITO DEGLI INSEGNANTI
Se ne parlava da tempo ed ora ci siamo arrivati (ahimé).
La valutazione del merito dei docenti nella scuola italiana, una valutazione che porterà all’aumento di stipendio per gli insegnanti riconosciuti meritevoli.
E qui voglio spendere alcune parole in una duplice veste: quella di insegnante che lavora da 30 anni nella scuola pubblica italiana e quella di presidente dell’associazione ITALIA CHE MERITA.
In questi 30 anni mi sono sempre chiesto come si fa a definire il bravo insegnante e come si possono stabilire i criteri per identificarne le caratteristiche.
Il bravo insegnante è quello che…….boccia tutti?
Il bravo insegnante è quello che…….promuove tutti?
Il bravo insegnante è quello ……severissimo che fa paura agli allievi?
Il bravo insegnante è quello …..amatissimo che da grande confidenza?
Il bravo insegnante è quello….. coltissimo che sa Dante a memoria?
Il bravo insegnante è quello che…….passa 12 ore al giorno a scuola a preparare le lezioni?
E….potrei andare avanti per pagine e pagine.
La conclusione è semplice.
Non esiste la definizione di bravo insegnante e le motivazioni sono chiarissime: un insegnante non è un lavoratore che produce qualcosa di concreto.
Un cantoniere asfalta 10 metri di strada al giorno, l’altro ne asfalta 5; a parità di qualità del lavoro il primo è più bravo del secondo.
Un operaio produce 20 tondini, l’altro 10: criterio oggettivo, la quantità.
Un insegnante non produce nulla ma….produce tutto perché lavora sulle persone.
Un insegnante trascorre la sua giornata con i giovani e forma le persone di domani.
Se il suo lavoro sarà stato valido i suoi allievi risulteranno adulti inseriti nella società.
L’amore per la conoscenza, la capacità di scegliere, il rispetto per la comunità, la voglia di migliorare le condizioni di vita, il piacere di fare qualcosa di utile, l’entusiasmo nell’affrontare i proprio compiti, ecco…..se gli insegnanti sono stati capaci di trasmettere questi e altri principi allora sono stati dei bravi insegnanti.
Ma noi non possiamo saperlo oggi mentre il processo educativo è in corso.
Ecco allora che il riconoscimento del merito all’interno del corpo docente può trasformarsi in un gravissimo atto di discriminazione col quale ad alcuni verrà aumentata la retribuzione con motivi che purtroppo la cronaca degli ultimi tempi ci ha tristemente abituato a conoscere. Motivi che nulla hanno a che vedere con la capacità professionale.
Mi spingo oltre.
Io mi ritengo un buon insegnante.
Ho sempre lavorato con impegno e passione.
Mi sono sempre aggiornato partecipando a corsi nazionali per circa 10 anni.
Sono sempre stato presente a tutte le necessità della scuola ben consapevole che questo era il mio dovere 365 giorni all’anno.
I miei allievi sono sempre stati per me come i miei figli, li ho trattati con affetto e con severità, ho cercato di trasmettere loro l’amore per la mia materia. Sono sempre stato consapevole della grande responsabilità di educare i giovani e di poterlo fare solo comportandomi con coerenza assoluta.
Se volevo qualcosa da loro, io per primo dovevo essere un esempio e un punto di riferimento.
Ho sempre ascoltato i ragazzi e li ho rispettati, convinto che solo così loro mi avrebbero ascoltato e rispettato.
Mi considero quindi un buon insegnante ma non vorrei essere inserito tra gli insegnanti meritevoli, lo considererei ingiusto nei confronti di tutti gli altri colleghi.
La meritocrazia è un sistema barbaro per mettere i lavoratori gli uni contro gli altri, per fomentare invidie e antipatie.
Non è così che si incrementa la voglia di lavorare.
Il lavoro deve essere la realizzazione di una persona, deve essere svolto in ambiente sereno e non competitivo, deve essere un risultato di squadra nel quale le competenze dei singoli vanno apprezzate senza invidia perché portano utilità al risultato finale.
E IL LAVORO DEVE ESSERE SICURO perché questa è la prima condizione affinché le persone possano dare il meglio di sé, laddove la legge della giungla (io sbrano te prima che tu sbrani me) deve essere bandita dai luoghi di lavoro per garantire ad ogni essere umano la sua dignità di lavoratore.
Ben venga il merito nella scuola ma solo per portare vantaggio a tutta la società senza discriminazioni odiose e antidemocratiche.
Danilo Ramirez
Tags: brunetta, meritocrazia, scuola
Posted 16 dic 2010 by Red in Il merito
← “L’ITALIA E’ UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SUL LAVORO”
giovedì 16 dicembre 2010
Chi sono
Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com
___________
"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"
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