lunedì 7 febbraio 2011

Il vescovo Pennisi intervistato da Paolo Ondarza. "I giovani si sentono senza futuro"

Frattura tra fede e vita, disoccupazione, diffusa illegalità, mancanza di speranza: queste le cause che spesso portano i giovani ad aderire alla Mafia o a lasciare le loro terre. Se n’è parlato, nei giorni scorsi, nel convegno “Educare in Sicilia”, organizzato a Palermo dalla Conferenza episcopale regionale. Tra i temi affrontati, il federalismo fiscale e lo stallo nella formazione professionale. “Da settembre i corsi non sono stati ancora attivati e circa 4 mila ragazzi sono ancora per la strada”, denuncia mons. Michele Pennisi, vescovo di Piazza Armerina e delegato per l’Educazione Cattolica, la Scuola e l’Università. Paolo Ondarza lo ha intervistato:


R. - Siamo molto preoccupati di questo enorme ritardo, perché questo danneggia anzitutto i nostri giovani, specialmente nei territori più svantaggiati. In questo modo, invece di contrastare l’evasione scolastica e la dispersione scolastica, si contribuisce ad incrementarla.



D. - Di fronte a questo immobilismo da parte delle istituzioni, come vivono i giovani?



R. - I giovani si sentono senza futuro. Il nostro compito è quello di aiutare i giovani a restare in Sicilia per avere un futuro.



D. - In questa situazione di paralisi, l’attuazione del federalismo fiscale potrebbe favorire uno sblocco?



R. - Ci sarebbe da disperare se venisse attuato immediatamente il federalismo fiscale. E questo perché la Sicilia in questo momento non ha né un progetto a lunga scadenza né le risorse economiche né le risorse umane per attivare questo federalismo fiscale, che pure va attivato affinché ci sia una maggiore responsabilità. E’ necessario riuscire a prepararsi a questo, attraverso una cultura della responsabilità che, purtroppo, non è molto diffusa.



D. - Chi ha responsabilità, sia a livello nazionale che a livello locale, come può invertire la rotta?



R. - Può invertire la rotta mettendo la scuola e l’educazione al centro dell’agenda politica: in Sicilia ci accorgiamo, invece, che al centro dell’agenda politica ci sono problemi troppo spesso di natura clientelare. Le faccio un esempio: in questo momento l’Assemblea Regionale sta discutendo su quali direttori generali nominare, dividendoli per i vari partiti che appoggiano il governo, mentre c’è una legge sul diritto allo studio che è ferma da alcuni anni… E questo a nessuno interessa! (mg)

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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