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Simona Lo Re UNA ARMERINA |
Piazza Armerina. Continua la strage dei cani avvelenati. Anche ieri mattina tre quadrupedi sono stati avvelenati da confezioni di polpette preparate ad hoc per la carneficina degli animali. Nelle ultime due settimane ormai, sono quasi trenta gli avvelenamenti. Ieri sono avvenuti nella parte sud della città, vicino l’area dell’ex mercato ortofrutticolo. Tre cani nelle mattinate sono stati trovati già morti dagli animalisti. Nel luogo sono accorsi anche i vigili urbani nella speranza di trovare indizi. Vicini le carcasse degli animali diverse polpette avvelenate. Borse piene di carne cruda con dentro il veleno.
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Polpette avvelenate |
Gli assassini dei quadrupedi, probabilmente lasciano queste borse vicino i cassonetti della spazzatura, dove i randagi si recano in cerca di cibo. Ma insieme alla carne trovano il veleno che li ammazza senza pietà. Dice Lorena Sauli, responsabile della LAV piazzese: “Ormai non riusciamo più a stimare il numero esatto dei cani morti, in quanto spesso le forze dell'ordine stesse invece di seguire la procedura prevista dall'ordinanza suggeriscono ai cittadini di seppellire direttamente i cani ritrovati. Ricordo che i cani non possono essere toccati prima dell'accertamento da parte dei veterinari dell'Asp che dichiarino l'avvelenamento per poter procedere all'immediata bonifica!!! E’ importante prelevate ed eliminate tutte le possibili esche che ci sono nei dintorni”. Intanto la Sauli si è anche rivolta al prefetto di Enna Giuliana Perrotta al quale ha scritto una lettera che dice: “nei giorni 13, 14 e 15 maggio hanno continuato a morire a causa di avvelenamento decine di cani in diverse zone del Comune di Piazza Armerina. Questo fenomeno sta divenendo incontrollabile e sta generando un grave pericolo per la salute degli animali e delle persone. Non risultano – continua la Sauli - nella maggior parte dei casi, rispettate le procedure di cui alla Ordinanza contingibile ed urgente emessa dal Ministero della salute in data 18 dicembre 2008 e successive modifiche (concernenti norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o bocconi avvelenati) da parte delle autorità competenti in tema di apertura di indagini, operazioni di bonifica, trasferimento delle spoglie di tutti i cani deceduti ai competenti Istituti zoo profilattici”. Insomma secondo la Sauli non sono rispettate le norme da parte di chi dovrebbe farlo. Intanto gli animalisti sono allertati e fanno anche le notti per evitare che i cani continuino ad essere avvelenati. Simona Lo Re è un’attivista di Una Armerina, un’altra associazione animalista della città dei mosaici: “La notte del 14 maggio mi hanno telefonato per dirmi che due cani erano moribondi vicino Sant’Andrea. Con il veterinario li abbiamo caricati nella macchina gli abbiamo salvato la vita. Vorrei dire ai miei concittadini che chi compie gesti del genere non è una persona degna di essere chiamata tale. Vedere un cane che muore avvelenato è un’esperienza atroce. Spero che questa strage possa bloccarsi al più presto. Avvelenare ed uccidere cani in questo modo è reato”.
Agostino Sella