Ministeri a Milano, i capigruppo del Pdl stoppano la Lega. Bossi: Berlusconi ha detto sì, non si torna indietro
Continua la polemica sulla vicenda del trasferimento di alcuni ministeri da Roma a Milano di fronte alla quale il Pdl appare quanto meno spaccato. "Calderoli firmerà, Berlusconi è d'accordo: i ministeri verranno a Milano", ha confermato alla fine di una giornata di accuse e contraccuse tutte interne al centrodestra il segretario della Lega Nord Umberto Bossi. Intervenendo a Milano in un gazebo per la raccolta firme per il decentramento, il Senatùr si è detto del tutto sicuro del trasferimento nel capoluogo lombardo di almeno due dicasteri. Risponendo ai cronisti che gli chiedevano delle opposizioni decise all'interno del Pdl ha replicato che Berlusconi è d'accordo e la cosa si farà.
Pernacchia a Formigoni - Una pernacchia: ha risposto così, onomatopeicamente, il leader della Lega Umberto Bossi ai cronisti che gli chiedevano conto della presa di posizione di Formigoni sul decentramento. Il governatore lombardo aveva oggi dichiarato che i ministeri a Milano non sono una priorità. Poi il senatur ha invitato Formigoni a tacere.
Berlusconi: arriveranno dei dipartimenti - E sul tema è intervenuto anche lo stesso Berlusconi. "Arriveranno probabilmente dei dipartimenti, ci sono già a Milano dei dipartimenti delle opere pubbliche e del provveditorato scolastico". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi rispondendo ad una domanda su quanti e quali e ministeri sarebbero stati decentrati nel capoluogo lombardo. "Penso - ha proseguito - che non ci sia nessuna difficoltà a che alcuni ministeri possano venire a Napoli e in altre città anche del sud, che potranno essere in grado di lavorare conoscendo da vicino la situaizione".
Alemanno: a rischio gli equilibri - Immediata risposta del sindaco di Roma Gianni Alemanno che avverte: spostare i ministeri da Roma rimetterebbe "in discussione ogni equilibrio e ogni intesa". "A Bossi rispondo: l'unica parola data che conta - afferma - e' quella nei confronti degli elettori. Nel programma elettorale del centrodestra non e' mai stato inserito lo spostamento dei ministeri. Quindi compiere questo atto, tra l'altro senza neppure un voto parlamentare, sarebbe una violazione del mandato elettorale".