Parla, senza perifrasi, il sindaco di Bari Michele Emiliano
'Il Pd è un aereo senza pilota'
di Silvia Cerami
«Dopo Genova, è chiaro: il mio partito è come un bimbo impazzito che fa tutto il contrario di quello che gli dice la mamma. Bersani non si muove perché ha paura che se tocca qualcosa salti tutto in aria. D'Alema? Ha un visione del secolo scorso. Monti? E' come Badoglio».
«Il Partito democratico non è più un riferimento per il futuro dell'Italia». Anzi: «Sta morendo perché è nelle mani dei Ds». E Pier Luigi Bersani «vive questa situazione di crisi del partito con il timore che intervenendo possa farlo saltare per aria». Michele Emiliano, sindaco di Bari e presidente del Pd pugliese non usa le perifrasi. Il magistrato in aspettativa, all'indomani dalla sconfitta dei democratici alle primarie di Genova, cerca di«svegliare i compagni per dire che l'aereo è senza pilota e che hanno messo un gesso a un bimbo che vuole correre». E nonostante si renda conto «che ogni volta che dice una cosa succede un terremoto», guai a chiamarlo rottamatore. Perché lui propone «la sintesi mettendo insieme le energie migliori del fronte antiberlusconiano», dalla fotografia di Vasto «senza la quale non può esserci il centrosinistra» al Terzo polo «che ha il merito storico di aver combattuto sulla propria pelle il berlusconismo».Insieme per far rinascere il Paese, dando spazio «attraverso le primarie a quello che Gramsci chiamava l'intellettuale collettivo che monta grazie al web 2.0 e non ai circoli di partito».
Perché secondo lei il Pd non è più un riferimento per il futuro dell'Italia?
«Lo dico con amarezza. Ho scelto un progetto che immaginavo realizzasse la Costituzione Repubblicana. Pensavo che il Pd potesse mettere insieme le varie anime del fronte antifascista e chiudesse la grande guerra civile italiana, cominciata con la Marcia su Roma e ancora non terminata. A Genova è successo quello che è accaduto nel mio caso per l'Anci: non appena sono diventato il candidato di Pier Luigi Bersani i sindaci del Pd hanno detto no. Quando dico che la società italiana rifiuta il Pd non dico che non lo voterà mai, ma che dobbiamo porre il problema. Io non mollo, sono nel partito e sto cercando di svegliare i miei compagni sull'aereo per dire che l'aereo è senza pilota
Senza pilota?
«Continuo ancora a pensare a questo modello di partito, al quale si è avvicinato moltissimo Walter Veltroni ma tra il dire e il fare Veltroni ha mollato. Adesso il Pd è totalmente nelle mani della vecchia struttura dei Ds e sta morendo. E' in corso un processo contro natura. Non ho nulla contro i Ds, ma non si può avere un partito organizzazione fondato sui funzionari. Abbiamo dei costi di gestione che sono smisurati rispetto alle esigenze della politica moderna. Ricostruire la logica organizzativa dei Ds è come mettere un gesso a un bambino che vuole correre. E' chiaro che il bimbo impazzisce e quindi fa sempre il contrario di quello che la mamma gli dice».
Ds significa anche il suo conterraneo Massimo D'Alema.
«E' la persona che dal punto di vista politico ha maggiore profilo in Italia. Ha una storia e delle qualità personali che lo mettono un gradino sopra. Ma come tutte le persone che hanno una storia ha un'idea del ruolo del partito del secolo scorso».
E il suo segretario Pier Luigi Bersani?
«Il ruolo di segretario del partito del Pd, dal punto di vista politico, è il ruolo più difficile che esista al mondo. Bersani vive questa situazione di crisi del partito con il timore che intervenendo possa farlo saltare per aria. E lo capisco. Intervenire in una struttura di partito come la nostra, dove praticamente ogni militante la pensa a modo suo, è un'operazione titanica. Ha il timore di poter compromettere un equilibrio che tutto sommato va avanti. Il Pd, per il default completo delle altre strutture, è comunque il primo partito d'Italia e rappresenta per gli italiani l'unica ancora di salvezza. Ho paura che se vinciamo le elezioni, cosa probabile, senza aver fatto la sintesi della visione strategica del Paese, non saremo all'altezza di governare. Una paura che ha condiviso, anche se non lo confesserà mai, il presidente della Repubblica Napolitano».
Per attuare questa 'sintesi' cosa bisogna fare?
«Sono dell'idea che dobbiamo costruire, come avvenne dopo la caduta del fascismo, la nuova Italia mettendo insieme il fronte antiberlusconiano, cioè le persone che hanno resistito a Berlusconi e hanno impedito che l'Italia diventasse un paese incivile e illegale».
lunedì 20 febbraio 2012
Chi sono
Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com
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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"
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