Qualche settimana fa sono state assegnate al Comune di Piazza Armerina le indennità di responsabilità di procedimento che, per i profani del settore, è una parte del fondo di salario accessorio destinato a lavoratori che hanno rivestito, durante l’anno di riferimento ( 2011) la responsabilità di procedimento di un particolare servizio o settore.
Ebbene, tale indennità viene corrisposta dal momento in cui è entrato in vigore il contratto nazionale enti locali 1998-2001 ( il più famigerato, ambiguo punitivo che si ricordi nella storia del pubblico impiego), che istituzionalizza la privatizzazione del rapporto di lavoro e impone che i dipendenti si scannino tra di loro con la concomitante e non meno grave ratificazione della necessità ( antistorica, antiegualitaria e anticostituzionale), della presenza di dirigenti ( con relative indennità di posizione e di risultato) e altri istituti riduttivi dei diritti e limitativi degli ambiti di rappresentatività sindacale e pur anche della dignità umana. Mi riferisco alle famigerate “schede di valutazione”, volgarmente chiamate “pagelline” che vengono redatte dai dirigenti per definire di anno in anno chi è il più bravo e il più produttivo. Ebbene, al di là dei voti assegnati e della loro più o meno contestabile veridicità, nella quale non voglio entrare in merito in quanto tutti noi dipendenti siamo vittime di questo infausto contratto firmato e accettato dai sindacati confederali, quello che salta all’occhio come la più evidente minorazione dei diritti e la più eclatante lesione della dignità dei lavoratori è la immane sproporzione e incongruenza di “peso” valutativo tra personale di ruolo e personale precario che, in tanti casi, svolgono ruoli paritetici ed equivalenti a quelli di veri e propri responsabili. Questo è il ringraziamento e il riconoscimento che i vari dirigenti hanno dato e riconosciuto ai precari della Polizia Municipale, dell’Ufficio Tecnico, della Solidarietà Sociale, ecc.. Però, se questo può confortare, sono i primi a riempirsi la bocca di complimenti per loro quando si tratta di occasioni ufficiali. Così i nostri precari, oltre che non stabilizzati, poveri e ignorati, rimangono pure gabbati. Complimenti!
Piazza Armerina, 19 marzo 2012
Il coordinatore provinciale COBAS
Luigi Bascetta
Chi sono
Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com
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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"
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