martedì 21 gennaio 2014

Barriere architettoniche. Il grido d'allarme di Katty Tripi

Katty Tripi.
A seguito delle polemiche sorte a Piazza Armerina in Consiglio Comunale, in merito alla eventualità, da parte del CSR (Consorzio Siciliano di Riabilitazione) di realizzare un centro per disabili, Katty Tripi, giovane piazzese che fa parte dell' Operatori Aiuto ASMS (associazione siciliana medulolesi spinali) di Palermo, coglie l'occasione per denunciare l'insufficiente abbattimento delle barriere architettoniche in città. 
"La città di Piazza Armerina presenta ancora notevoli lacune per quanto riguarda la risoluzione di tali abbattimenti. Infatti per un normodotato, muoversi in una città che presenta strade disastrate, gradini alle entrate delle maggiori chiese o presso gli uffici può anche non rappresentare un problema, o un problema che può essere affrontato con facilità; ma per un portare di handicap, allo stato attuale della città, rappresenta un grosso disagio ed impedimento al normale svolgimento della sua quotidianità."
Katty aggiunge: "La legge 104 nasce a tutela dei diritti dei soggetti diversamente abili; ed è semplicemente vergognoso che la nostra illustre città, sede della Villa dei Mosaici(bene UNESCO), culla di un patrimonio storico-artistico non indifferente, nonché sede di Diocesi, presenti problematiche e mancanze che, lo ricordiamo, non si limitano solamente agli stessi cittadini piazzesi disabili ma si estendono alla pessima ricezione ed ospitalità del turista inabile .
È dunque nel mero spirito di solidarietà nei confronti di chi, giorno dopo giorno, vive difficoltà oggettive nel mondo della disabilità, che bisogna sensibilizzare le istituzioni apposite, affinché si proceda ad una attenta analisi che dia risposte concrete al problema e crei le cosiddette pari opportunità per l'integrazione di qualsiasi individuo posto ai margini di una società disinteressata e distante dalle sofferenze altrui ".



Katty Tripi non intende fomentare nessuna ulteriore polemica politica, piuttosto vuole che le Istituzioni locali e la cittadinanza si pongano una riflessione seria sul dovere della classe politica di stare al servizio dei cittadini, e con un occhio particolare a quelli che sono più disagiati.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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