I Carabinieri della Compagnia di Piazza Armerina, guidati dal Capitano Michele Cannizzaro hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Enna quattro persone, ( tre donne ed un uomo, di cui al momento non si forniscono le generalità) con l’accusa, a vario titolo, di circonvenzione di incapace, truffa, minacce ed ingiurie .
La vicenda, secondo quanto accertato finora, sarebbe iniziata circa tre mesi fa con un’anziana signora di ottant’anni , che vive da sola nella città dei mosaici e che era stata contattata da due donne vicine di casa con la richiesta di poter ottenere un piccolo prestito dovuto a delle urgenti necessità famigliari.
Dopo aver ottenuto il prestito richiesto le due donne hanno probabilmente visto la possibilità di poter ottenere qualcosa di maggiormente importante. Mostrandosi sempre più affabili con l’anziana signora hanno avanzato richiesta di un ulteriore prestito nell’ordine dei 5.000 Euro. L’ anziana, che pur essendo autosufficiente vive da sola da molti anni, forse sentendosi gratificata dal fatto di poter aver dei rapporti affettuosi con qualcuno, ha proposto alle stesse di nominarle quali destinatarie di tutti i suoi beni se l’avessero assistita fino alla di Lei morte. Le due donne si sono mostrate ovviamente interessate ed hanno acconsentito alla proposta; nel giro di poche settimane hanno infatti ottenuto l’apertura di un libretto alle Poste con il deposito, a loro nome, da parte dell’anziana signora, della somma di 25.000 Euro a iniziale garanzia degli impegni presi.
Contro le aspettative dell’anziana, a distanza di pochi giorni le visite e le manifestazioni di affetto e di vicinanza delle due donne sono iniziate a diradarsi fino a terminare improvvisamente del tutto Delusa per quanto accaduto l’anziana si è recata alle Poste per controllare lo stato del libretto aperto con le due donne scoprendo che nel giro di appena un mese tutti i 25.000 Euro depositati erano stati prelevati!
A nulla sono valse le sue proteste. L’ anziana ha chiesto alle stesse che venissero mantenuti i patti di tenerle compagnia e di accudirla ricevendo come risposta dalle due donne e da altri due loro famigliari, che si erano nel frattempo aggiunti, che non la conoscevano neppure. Anzi gli stessi sono arrivati a minacciarla di farle del male se avesse raccontato quanto successo, aggiungendo ancora che l’avrebbero denunciata per calunnia e diffamazione perché non aveva prove per dimostrare di aver dato loro quei soldi.
L’anziana dopo qualche giorno di disperazione ha trovato il coraggio di reagire a quanto accadutole e si è quindi presentata presso la locale Stazione dei Carabinieri; dopo essere stata pazientemente ascoltata e confortata dal Comandante del fatto che sarebbe stata immediatamente aiutata si è convinta a denunciare quanto le era accaduto.
Dopo aver sottoscritto la denuncia ed essere uscita dalla Caserma, senza far presagire nulla in tal senso, forse spinta da un desiderio di immediata giustizia l’ anziana si è recata presso l’abitazione del citato nucleo famigliare, informandoli di averli tutti denunciati e mostrando loro copia della denuncia.
Tale incredibile quanto imprevedibile azione dell’anziana donna portava i quattro soggetti a presentarsi il giorno dopo in Caserma cercando di giustificare quanto però appariva già abbondantemente chiaro in ordine alle loro responsabilità. A questo punto è stato intimato loro di restituire il denaro di cui si erano disonestamente appropriati.
Comprendendo di non avere altra scelta gli interessati, cercando di far diminuire le loro evidenti responsabilità nella vicenda, riconsegnavano nelle mani del Mar. Aiutante NASO Gaetano la somma di € 17.000 asserendo che gli altri soldi erano stati nel frattempo spesi per il pagamento di vecchi debiti assunti con altre persone.
Il denaro è stato quindi recuperato ed ovviamente restituito all’anziana signora con la raccomandazione di non fidarsi ulteriormente di persone che si fossero dichiarati disponibili di darle un po’ di affetto ed assistenza a pagamento, mentre le quattro persone sono state deferite tutte alla Procura della Repubblica di Enna.
L’A.G. nella persona del Procuratore Capo Dott. Calogero Ferrrotti ha già emesso i previsti avvisi di garanzia contestando alle due donne il reato di circonvenzione di incapace e truffa ed agli altri famigliari quello di minaccia ed ingiurie.-
Si attendono , ovviamente, gli sviluppi del processo che verrà celebrato presso il Tribunale di Enna nei prossimi mesi.
La vicenda, secondo quanto accertato finora, sarebbe iniziata circa tre mesi fa con un’anziana signora di ottant’anni , che vive da sola nella città dei mosaici e che era stata contattata da due donne vicine di casa con la richiesta di poter ottenere un piccolo prestito dovuto a delle urgenti necessità famigliari.
Dopo aver ottenuto il prestito richiesto le due donne hanno probabilmente visto la possibilità di poter ottenere qualcosa di maggiormente importante. Mostrandosi sempre più affabili con l’anziana signora hanno avanzato richiesta di un ulteriore prestito nell’ordine dei 5.000 Euro. L’ anziana, che pur essendo autosufficiente vive da sola da molti anni, forse sentendosi gratificata dal fatto di poter aver dei rapporti affettuosi con qualcuno, ha proposto alle stesse di nominarle quali destinatarie di tutti i suoi beni se l’avessero assistita fino alla di Lei morte. Le due donne si sono mostrate ovviamente interessate ed hanno acconsentito alla proposta; nel giro di poche settimane hanno infatti ottenuto l’apertura di un libretto alle Poste con il deposito, a loro nome, da parte dell’anziana signora, della somma di 25.000 Euro a iniziale garanzia degli impegni presi.
Contro le aspettative dell’anziana, a distanza di pochi giorni le visite e le manifestazioni di affetto e di vicinanza delle due donne sono iniziate a diradarsi fino a terminare improvvisamente del tutto Delusa per quanto accaduto l’anziana si è recata alle Poste per controllare lo stato del libretto aperto con le due donne scoprendo che nel giro di appena un mese tutti i 25.000 Euro depositati erano stati prelevati!
A nulla sono valse le sue proteste. L’ anziana ha chiesto alle stesse che venissero mantenuti i patti di tenerle compagnia e di accudirla ricevendo come risposta dalle due donne e da altri due loro famigliari, che si erano nel frattempo aggiunti, che non la conoscevano neppure. Anzi gli stessi sono arrivati a minacciarla di farle del male se avesse raccontato quanto successo, aggiungendo ancora che l’avrebbero denunciata per calunnia e diffamazione perché non aveva prove per dimostrare di aver dato loro quei soldi.
L’anziana dopo qualche giorno di disperazione ha trovato il coraggio di reagire a quanto accadutole e si è quindi presentata presso la locale Stazione dei Carabinieri; dopo essere stata pazientemente ascoltata e confortata dal Comandante del fatto che sarebbe stata immediatamente aiutata si è convinta a denunciare quanto le era accaduto.
Dopo aver sottoscritto la denuncia ed essere uscita dalla Caserma, senza far presagire nulla in tal senso, forse spinta da un desiderio di immediata giustizia l’ anziana si è recata presso l’abitazione del citato nucleo famigliare, informandoli di averli tutti denunciati e mostrando loro copia della denuncia.
Tale incredibile quanto imprevedibile azione dell’anziana donna portava i quattro soggetti a presentarsi il giorno dopo in Caserma cercando di giustificare quanto però appariva già abbondantemente chiaro in ordine alle loro responsabilità. A questo punto è stato intimato loro di restituire il denaro di cui si erano disonestamente appropriati.
Comprendendo di non avere altra scelta gli interessati, cercando di far diminuire le loro evidenti responsabilità nella vicenda, riconsegnavano nelle mani del Mar. Aiutante NASO Gaetano la somma di € 17.000 asserendo che gli altri soldi erano stati nel frattempo spesi per il pagamento di vecchi debiti assunti con altre persone.
Il denaro è stato quindi recuperato ed ovviamente restituito all’anziana signora con la raccomandazione di non fidarsi ulteriormente di persone che si fossero dichiarati disponibili di darle un po’ di affetto ed assistenza a pagamento, mentre le quattro persone sono state deferite tutte alla Procura della Repubblica di Enna.
L’A.G. nella persona del Procuratore Capo Dott. Calogero Ferrrotti ha già emesso i previsti avvisi di garanzia contestando alle due donne il reato di circonvenzione di incapace e truffa ed agli altri famigliari quello di minaccia ed ingiurie.-
Si attendono , ovviamente, gli sviluppi del processo che verrà celebrato presso il Tribunale di Enna nei prossimi mesi.
Foto in alto: Michele Cannizzaro Capitano dei Carabinieri di Piazza Armerina