Piazza Armerina – Interviene l’assessore alle politiche sociali sulle vicende delle ragazzi madri precisando la posizione degli uffici che da tempo si occupano di questa vicenda. “Premetto – afferma l’assessore Lina Grillo – che la ragazza in questione (ndr Salvatrice Grillo) è ritornata a lavorare nel plesso comunale cui era stata assegnata quindi via via che la signora completerà le ore come da regolamento, accettato e sottoscritto, a suo tempo, la somma, che anche per lei era stata impegnata, le sarà liquidata. Aggiungo - continua la responsabile politica del settore - che per le atre venti signore l’assessore al ramo, in armonia con tutta la giunta e con le indicazioni del consiglio comunale, sta cercando di trovare le risorse per continuare l’erogazione del contributo al fine di sostenere la delicata situazione familiare in cui molte ragazze madri si trovano.”
L’assessore alle politiche sociali chiarisce anche alcune aspetti della vicenda che ha visto protagonista Salvatrice Grillo “Vorrei anche specificare che la signora Grillo ha fornito delle informazioni non rispondenti alla verità perché se dal giugno del 2009 non aveva più ricevuto nessun contributo e perche non si era recata più a lavorare nel luogo che avrebbe dovuto certificare la sua presenza. Chiarito ciò desidero sottolineare l’impegno della signora Antonietta Domina, quale responsabile del servizio in questione che, rispettando i tempi e le esigenze delle signore, assegnava le stesse ragazze madri nei servizi e nei plessi comunali e mensilmente riceve il foglio firme e prepara la relativa liquidazione.” In merito alla disciplina giuridica del contributo previsto per le ragazzi madri esiste un regolamento che il comune di Piazza Armerina si è approvato il 26 novembre del 1996 modificato nel 1999 che reca le indicazioni sull’assistenza ai minori nati fuori dal matrimonio e riconosciuti dalla sola madre. Tale regolamento prevede l’erogazione, con fondi comunali, di un contributo pari a 219,49 euro mensili per ogni minore e sancisce che l’erogazione è subordinata alla prestazione in lavori socialmente utili da svolgersi da parte delle madri nei plessi di proprietà comunale e le attività non costituiscono in nessun caso un rapporto di lavoro subordinato nei confronti del comune. Le somme destinate nel capitolo di spesa del bilancio 2010 hanno permesso di svolgere il servizio fino al 31 agosto.