TITOLO: “Operazione ELDORADO: Avevano dilapidato tutto il patrimonio della vittima, ammontante a circa 200.000,000 Euro, nel giro di un paio di anni, carpendone le cattive condizioni di salute, ed utilizzando le somme per spese ed acquisti di cui gli stessi indagati ne erano beneficiati; articolate indagini, ricostruiscono l’indebito accaparramento delle somme da parte dei quattro soggetti e li inchiodano: quattro soggetti piazzesi, fra cui una donna, arrestati.”
Nella giornata odierna, gli uomini del Commissariato di Piazza Armerina - diretti dal Commissario Capo Gabriele Presti – a seguito di complesse indagini durate più di un anno in esecuzione dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. c/o il Tribunale di Enna, dott.ssa Mazza, su proposta del Sostituto Procuratore, Dott. Francesco Rio hanno eseguito l’arresto di:
1. DIANA Filippo, classe 1942, con pregiudizi di polizia;
2. CIANCIO Salvatore, classe 1948, con pregiudizi di polizia;
3. MAZZA Oscar Lino, classe,1965;
4. ROMANO Maria Pina, classe1968, moglie del Mazza, con pregiudizi di polizia,
poiché gravemente indiziati dei reati previsti dagli artt. 61, n. 7, 81 cpv, 643 c.p. - ovvero - circonvenzione di persone incapaci – continuato - fra cui i due coniugi in concorso, tra loro, ex art. 110 c.p. – poiché, abusando della deficienza fisica della vittima, si sono fatti consegnare denaro, ovvero lo hanno indotto a farsi consegnare, vari assegni tratti da conti corrente a lui intestati, per trarne ingiusti vantaggi economici, provocando alla vittima un grave danno patrimoniale.
Reati commessi in pregiudizio di un anziano signore, persona particolarmente sola, affetta da disturbi di salute psichica, ospite di una comunità di accoglienza per anziani del centro armerino.
L’articolata attività investigativa in argomento – caratterizzata dalle molteplici attività, tra cui l’acquisizione di numerosa documentazione bancaria, tra cui assegni tratti, dai conti correnti bancari intestati alla p.o., ed altra documentazione di esborsi, evidenziava numerosi elementi indiziari acquisiti a carico dei soggetti, CIANCIO Salvatore, DIANA Filippo, ROMANO Maria Pina e MAZZA Oscar, oggi arrestati.
La vittima, infatti, presentava una scarsa autonomia gestionale quotidiana, debolezza che, captata da tutti gli indagati, che sono riusciti nell’arco temporale di circa 2 anni, tra il 2007 ed il 2008, a fargli dilapidare un consistente patrimonio economico, bene mobile che la vittima aveva accumulato nel corso della propria vita, quantificabile in circa Euro 200.000. Danaro che pur investito in origine, in titoli ed obbligazioni presso Istituti di Credito - su input degli autori dei reati per cui si procede - è stato completamente smobilitato.
In particolare, la vittima, ospitata presso un istituto di accoglienza gestito da religiosi nella città dei mosaici, è risultata affetta da depressione maggiore ricorrente, con gravi ripercussioni sulla vita di relazione, aggravandone il suo senso di solitudine, che lo ha reso certamente più vulnerabile, all’azione delittuosa degli odierni indagati.
Lo stato di infermità della stessa parte offesa, in ragione della sua deficienza, lo ha indotto, attraverso l’illecita azione dolosa degli odierni arrestati, a compiere degli atti economicamente dannosi per il suo patrimonio. Gli arrestati, infatti, con la scusa di andarlo a trovare presso l’Istituto di accoglienza, o di trascorrere del tempo con lui portandolo fuori dalla medesima comunità, gli facevano elargire somme a vario titolo, o gli facevano affrontare delle spese di cui loro, a vario titolo, ne erano beneficiari.
Gli investigatori nel corso delle indagini, durate circa due anni, ricostruendo le modalità dei vari “prestiti” ed elargizioni in argomento, elargiti ai predetti individui senza richiedere nessuna garanzia, accertavano che la vittima aveva ceduto loro degli assegni, nonché di aver consegnato agli stessi “amici” e in più occasioni, danaro in contante che, di volta in volta, prelevava personalmente presso lo sportello degli Istituti di Credito oppure con il bancomat. Inoltre, talvolta la vittima consegnava loro assegni in bianco, già firmati, che i richiedenti compilavano in un secondo tempo per cederli a terze persone, anche allo scopo di non essere ricondotti alla loro opera illecita.
La complessa attività investigativa, conclusa nell’arco di due anni, ha dipanato una sconcertante vicenda che ha visto un povero anziano, vittima di un consistente danno economico, quantificabile in diverse decine di migliaia di Euro, ad opera dei quattro indagati, che non hanno avuto scrupolo di abusare dei bisogni, della solitudine e dello stato di deficienza psichica della citata parte offesa, per lucrare notevoli somme.
La puntuale ricostruzione dei fatti-reato, complessa nel reperire le prove documentali delle numerose transazioni economiche perfezionate dagli indagati, ha comunque consentito, di cristallizzare le inequivocabili prove di reità da porre in capo a DIANA Filippo, CIANCIO Salvatore, ROMANO Maria Pina e MAZZA Oscar Lino, che avrebbero tratto vantaggi nell’ambito di attività commerciali, di acquisto di beni mobili ed immobili, ed altri benefici economici, quali spese a loro vantaggio, regalie varie, schede telefoniche, ricariche telefoniche, anche attraverso la negoziazione diretta di diversi assegni tratti dal c.c. della vittima, oltre a denaro contante, repentinamente liquidato dalla vittima.
Visti i gravi fatti di cui si erano resi responsabile gli’odierni indagati, suffragati da numerosi accertamenti, i poliziotti denunciavano i quattro per il reato di circonvenzione di incapace aggravata.
Le positive risultanze acquisite dai poliziotti armerini, venivano rassegnate alla Procura presso il Tribunale di Enna, che, valutata la fondatezza de fatti, proponeva i quattro soggetti per la misura cautelare.
Misura accolta dal G.I.P. ed oggi eseguita dagli agenti armerini che, operando sin dalle prime luci dell’alba, effettuavano nel contempo numerose perquisizioni domiciliari, ed ultimati gli atti di rito, ponevano i quattro soggetti agli arresti domiciliari.
IL RESPONSABILE UFFICIO STAMPA
Commissario Capo della P.S.
Dott. Gabriele PRESTI
Chi sono
Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com
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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"
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