Carissimi fratelli e sorelle,
oggi in preparazione al santo Natale sono venuto a visitarvi , per mostrarvi la mia vicinanza personale nella comunione con Cristo che vi ama.
So che in voi il Signore mi aspetta, che voi avete bisogno di questa presenza del Signore, il Quale, nel giudizio ultimo, ci interrogherà proprio su questo punto
E ci dirà: “Ero carcerato e siete venuto a visitarmi".
Ringrazio quanti hanno voluto partecipare a questo evento. Rivolgo un deferente saluto , alla Direttrice di questa casa circondariale, al Comandante del Reparto di Polizia, unitamente agli Agenti che con lui collaborano.
Ringrazio il Cappellano don Ettore, le autorità cittadine, gli operatori, i volontari che si impegnano per rendere il carcere più umano e più legato alla società civile che sta attorno.
Saluto soprattutto ciascuno
di voi, detenuti, con affetto fraterno pensando alla storia di ciascuno di voi,
ai vostri desideri, alle vostre amarezze pensando ai vostri familiari da cui
siete lontani.
Questa visita, che vuole essere personale per ciascuno di voi, è anche un
gesto pubblico che ricorda ai nostri concittadini, al nostro Governo e al Parlamento il fatto che ci sono grandi problemi e
difficoltà nelle carceri italiane.
Dispiace che l’emergenza
carcere, dovuta anche al sovraffollamento non è stata considerata un’urgenza
per il Paese. Le pene alternative
sarebbero il modo per ragionare fin da subito su come persone che hanno
commesso reati possano essere incluse dentro la società, nei confronti della
quale hanno espresso atti di violenza .
Mi presento a voi come
testimone dell'amore di Dio. Vengo a dirvi che Dio vi ama, e desidera che percorriate un cammino di riabilitazione
e di perdono, di verità e di giustizia, per sperimentare la salvezza che
Gesù Cristo è venuto a portare nel santo
Natale.
In questi ultimi giorni che
precedono il Natale bisogna rendersi disponibili all'ascolto della Parola di
Dio che ci parla perché possiamo prepararci alla sua venuta cambiando la nostra
mentalità per cambiare poi la nostra vita.
Noi ci apprestiamo a celebrare il Santo Natale che è la festa dell'avvenimento storico decisivo per la nostra salvezza che ci dà la certezza che il nostro desiderio di bellezza, di felicità, di bontà, di giustizia non è un'illusione, un sogno ma una realtà già presente in Gesù bambino che tende ad investire ogni uomo.
Noi ci apprestiamo a celebrare il Santo Natale che è la festa dell'avvenimento storico decisivo per la nostra salvezza che ci dà la certezza che il nostro desiderio di bellezza, di felicità, di bontà, di giustizia non è un'illusione, un sogno ma una realtà già presente in Gesù bambino che tende ad investire ogni uomo.
l mistero del Natale è Dio che si è scomodato
per l'uomo per ciascuno di noi. Questo avvenimento apparentemente banale è il
fondamento della nostra speranza e ci aiuta ad affrontare le prove della nostra
vita.
La
liturgia di oggi è tutta percorsa da un
grido di riconoscenza. Due donne: Anna, la madre del profeta Samuele, e Maria.
Una sterile, l'altra vergine. Due grembi umanamente destinati a restare senza
frutto, in cui sboccia il miracolo della vita.
Nel Vangelo di oggi abbiamo ascoltato il cantico con
cui Maria Ss.
loda il Signore.
Maria esalta l'opera di salvezza che Dio sta realizzando
tra gli uomini, canta la grandezza di Dio.
La conseguenza della scoperta di Dio misericordioso e grande nell'amore
è l'esultanza dello spirito.
La storia presentata dalla pagina del vangelo per bocca di
Maria è la storia vista dalla parte di Dio, mentre la storia che noi conosciamo
è vista con l’occhio del mondo cioè la
storia dei potenti e dei ricchi
costruita con le speculazioni e gli
imbrogli, con le violenze e le
ingiustizie; ma è una storia effimera.
La scoperta dell'amore
immenso di Dio per noi vince la paura. Chi conosce Dio, gioisce della sua stessa gioia.
Dio è amore. L'amore è dono. Il dono è tale solo nella
misura in cui non è meritato. Dio quindi è accolto in noi come amore e dono
solo nella misura della coscienza della nostra piccolezza . Maria è il primo
essere umano che riconosce il proprio nulla e la propria distanza infinita da
Dio . Il merito fondamentale di Maria è la
fede carica di umiltà che
comporta la coscienza della propria piccolezza.
Tutte le generazioni gioiranno con lei della sua stessa
gioia di Dio, perché in lei l'abisso di tutta l'umanità è stato colmato di luce
e si è rivelato come capacità di concepire Dio, il Dono dei doni.
Dio è amore
onnipotente, che esercita la sua onnipotenza attraverso la misericordia e il
perdono.
Maria sintetizza in una sola parola tutti gli attributi di
colui che ha già chiamato Signore, Dio, Salvatore, Potente, Santo: il nome di
Dio è Misericordia. Dio è amore che non può non amare. E' misericordia che non
può non sentire tenerezza verso la miseria delle sue creature.
Il Dio clemente e misericordioso che canta Maria attiva un
processo storico, lento ma inesorabile che capovolge il centro di gravità dei
valori della società. Questi non saranno
più la prepotenza e l'orgoglio, lo sfruttamento e il dominio, ma la povertà e
l'umiltà, la riconciliazione e la pace, la fratellanza e la solidarietà.
Nel Natale di
Gesù Cristo si instaura un misterioso scambio di doni tra Dio e l’uomo. Ecco cosa scrive
Sant’Ambrogio: «Egli fu stretto in
fasce, affinché tu fossi sciolto dai lacci della morte; egli nella stalla, per
porre te sugli altari; egli in terra
affinché tu raggiungessi le stelle; egli non trovò posto in quell’albergo,
affinché tu avessi nei cieli molte dimore.
Quella indigenza è dunque la mia ricchezza e la debolezza del Signore e
la mia forza» ( Esposizione sul Vangelo di Luca).
La grazia più grande che il Signore ci ha
fatto è che si è fatto compagno della nostra vita.
Il Natale è il segno
concreto dell'amore di Dio per l'umanità e per ciascuno di noi. Il Natale è la
festa della bontà e della benevolenza di Dio per noi.
Natale deve significare
l'inizio di una vita nuova che è grazia, dono gratuito di Dio.
Il Natale deve far crescere una capacità di affezione nuova fra noi.
Il Natale per il carcere deve essere un segno
di umanizzazione: come Gesù si è fatto uomo, così il carcere è chiamato a
diventare luogo di una umanità più autentica.
Vorrei potermi mettere in ascolto della vicenda personale di ciascuno.
Ciò che non posso fare io, lo possono il Cappellano e gli altri volontari, che
sono accanto a voi a nome di Cristo. A loro va il mio saluto cordiale e il mio
incoraggiamento. Anche con il loro aiuto, il carcere può acquistare un tratto
di umanità ed arricchirsi di una
dimensione spirituale, che è importantissima per la vostra vita. Proposta
alla libera accettazione di ciascuno, questa dimensione va considerata un
elemento qualificante per un progetto di pena detentiva più conforme alla
dignità umana.
Riconciliare la società e le persone che hanno commesso reati è la
prima forma di una pena intelligente, da una parte, e dall’altra una
costruzione di percorsi, come prevede la Costituzione, di ricostruzione della
persona.
La pena dentro la prigione ha senso se, mentre afferma le esigenze
della giustizia e scoraggia il crimine, serve
al rinnovamento dell'uomo, nella
riconciliazione con se stessi, con gli altri, con Dio, per rientrare di nuovo
nella società.
Pure dal carcere, dunque, è possibile sentirsi vivi, sognare una vera
libertà, preparandosi ad uscire “a testa alta” nella società. È questa la
grazia, ma anche il compito che dobbiamo chiedere, a partire dal Santo Natale
del Signore, impegnandoci con il nuovo anno a realizzare questo nostro sogno.
Lasciate, dunque, che io vi
chieda di tendere con tutte le vostre forze ad una vita nuova, nell'incontro
con Cristo. Di questo vostro cammino non potrà che gioire l'intera società.
Auguro a ciascuno di voi di
fare esperienza dell'amore liberante di Dio.
So bene che ognuno di voi vive guardando al giorno in cui, espiata la
pena, potrà riacquistare la libertà e tornare nella propria famiglia. E per
alcuni di voi questo avverrà presto .
Nel terminare queste mie
parola cari fratelli, desidero
rinnovarvi il mio saluto cordiale e il mio augurio di pace e di bene che
estendo anche ai vostri familiari , mentre chiedo a voi di ricordarmi nelle
vostre preghiere.
Auguro a tutti e alle vostre famiglie un
buon Natale.
Preghiera
dietro le sbarre
O Dio, dammi il coraggio di chiamarti Padre.
Sai che non sempre riesco a pensarti con
l’attenzione che meriti.
Tu non ti sei dimenticato di me, anche se vivo
spesso lontano dalla luce del tuo volto.
Fatti sentire vicino, nonostante tutto, nonostante
il mio peccato grande o piccolo, segreto o pubblico che sia.
Dammi la pace interiore, quella che solo tu sai
dare.
Dammi la forza di essere vero, sincero; strappa dal
mio volto le maschere che oscurano la consapevolezza che io valgo qualcosa solo
perché sono tuo figlio. Perdona le mie colpe e dammi insieme la possibilità di
fare il bene.
Accorcia le mie notti insonni; dammi la grazia della
conversione del cuore.
Ricordati, Padre, di coloro che sono fuori di qui e
che mi vogliono ancora bene, perché pensando a loro, io mi ricordi che solo
l’amore dà vita, mentre l’odio distrugge e il rancore trasforma in inferno le
lunghe e interminabili giornate.
Ricordati di me, o Dio. Amen.