La responsabilità di questa situazione gravissima che impedisce ai cittadini di accedere alla verità e quindi di decidere, giudicare, partecipare alla vita del Paese è delle Sette Sorelle. Nessuno può affermare il contrario, nessun responsabile di rete, nessun conduttore, nessun giornalista. Non tutti però sono uguali, qualcuno vive questa situazione come un fardello, un prezzo da pagare. Mi appello a questi giornalisti. Pentitevi. Fate outing e spiegate in diretta che siete costretti a occultare, tagliare, schernire per salvare il vostro posto di lavoro e, insieme, la visibilità, le relazioni "importanti". Fate un atto di coraggio. Persino la mafia ha avuto il fenomeno del pentitismo, perché non l'informazione? Vi forniremo un'altra identità. Avrete un programma di protezione e sarete inseriti in una "white list", celebrati come "Giornalisti della Terza Repubblica". Sono necessari un Buscetta, un Contorno, un Mutolo, un Mannoia dell'informazione. Vespa, Floris, Formigli, Berlinguer e tutti gli altri dentro quella scatola, avete un'occasione per riscattarvi, non perdetela. Agonizzanti in un letto, fra molti anni da oggi, siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni della vostra vita a partire da adesso, per avere un'altra occasione, soltanto un'altra occasione per dimostrare la vostra dignità? Voi siete delle pedine, forse inconsapevoli, di una dittatura che non usa le pallottole, ma la denigrazione, la diffamazione, per la distruzione mediatica dell'avversario. Voi non siete la testa del serpente, ma le sue squame, la sua pelle che cambierà come si cambierebbe un vestito. Pentitevi. Ve ne saremo riconoscenti. Un conduttore di telegiornale in prima serata che guardasse schifato il foglio di fronte a sé esclamando "Io questa merda non la dico!" cambierebbe l'Italia. Pentitevi, vi perdoneremo anche se siete fuori tempo massimo da un pezzo.
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