mercoledì 10 luglio 2013

La vicenda di Claudio La Monica. Nessun tentativo di omicidio

di Roberto La Monica
Si è conclusa felicemente la vicenda giudiziaria scaturita da un fatto accaduto l’8 gennaio 2012 che aveva interessato il luog. Claudio La Monica di Piazza Armerina (in servizio presso il Comando provinciale dei Carabinieri di Caltanissetta – R.O.S. Carabinieri).
Non vi fu nessun tentativo di suicidio da parte di quest’ultimo, né alcuna omissione di soccorso.
Questo è quanto emerso dalla decisione del G.I.P. di Caltanissetta che ha escluso ogni responsabilità del La Monica in relazione sia al sinistro stradale verificatosi l’8.01.2012, che al reato di omissione di soccorso che gli era stato inizialmente contestato dalla Procura nissena.
Il fatto. Il luog. La Monica Claudio, in data 8.01.2012, intorno alle ore 14 circa, al termine dell’orario d’ufficio, si era messo alla guida dell’autovettura Lancia Y  tg. CT554ET per fare ritorno a Piazza Armerina. Nell’occasione si trovava a percorrere la strada provinciale SS 640, in direzione Pietraperzia, quando improvvisamente, all’altezza approssimativa del km. 8-330, notava che nell’opposto senso di marcia si era arrestata un’autovettura di media cilindrata (una Renault Mégane tg. AJ 235 ZC) e contestualmente notava il sopraggiungere dall’opposto senso di marcia, ad alta velocità, di un’autovettura di grossa cilindrata ( una Lancia Kappa tg. AZ 572 ND) che andava prima a collidere con l’autovettura Renault in sosta nella stessa corsia di marcia, per poi in piena sbandata andare ad investire violentemente contro la fiancata sinistra dell’autovettura Lancia Y, provocandone l’immediata apertura degli air-bag laterali e danni gravissimi.
Dai rilievi e dalla ricostruzione dinamica del sinistro effettuati dalla Polizia Stradale di Caltanissetta si evinceva che “ L’urto di forte entità si verificava nella corsia di pertinenza di entrambi i veicoli Lancia K e Renault Megane, mt. 220 dal margine destro della carreggiata. La Lancia K, dopo l’urto con la Renault, effettuava una rotazione in senso orario di circa 45à, invadendo con la parte posteriore la corsia di marcia opposta lungo la quale, in quel momento, sopraggiungeva la Lancia Y, di colore nero, targata CT554ET, condotta da La Monica Claudio. I due veicoli entravano in conflitto dinamico nella corsia di pertinenza della Lancia Y interessando la parte laterale sinistra di quest’ultimo veicolo e la fiancata posteriore sinistra della Lancia K. ”.
         A causa del violento urto e dello scoppio degli air-bag laterali il La Monica entrava in uno stato commotivo-confusionale che gli impediva di rendersi conto delle sue azioni e di arrestare la marcia del veicolo dallo stesso condotto e che lo portavano a percorrere, in condizioni di semi-incoscienza, qualche chilometro in direzione di Piazza Armerina dove arrestava la marcia dell’autovettura e nel tentativo istintivo di mettere in sicurezza la propria pistola d’ordinanza, che a seguito dell’impatto con l’autovettura Lancia Kappa era caduta sul tappetino anteriore destro della Lancia Y, si esplodeva in modo assolutamente inconsapevole ed incolpevole un colpo che lo attingeva all’emitorace sinistro e che ne determinava dopo qualche istante la perdita totale della coscienza. Il La Monica riprendeva coscienza soltanto dopo qualche ora in un lettino dell’ospedale Cannizzaro di Catania.   
            Ai sanitari che lo ebbero in cura, in quella circostanza, e che, esaminate le sue condizioni di salute, riferivano di un sensorio obnubilato, il La Monica riferiva di essere stato coinvolto in un incidente stradale e di non ricordare la dinamica relativa alla ferita da arma da fuoco presente a livello dell’emitorace sinistro.
Tale dinamica è stata confermata dal rapporto e dai rilievi redatti dalla Polizia Stradale di Caltanissetta da cui si evinceva inequivocabilmente l’assoluta estraneità del La Monica nella determinazione causale del sinistro.
         Per quanto attiene al fatto contestatogli e cioè di essersi allontanato dal luogo dell'incidente senza attendere l'arrivo dei soccorsi e degli organi accertatori, il La Monica aveva sempre sostenuto che il comportamento tenuto, dal momento dell’impatto con la Lancia K al momento del suo risveglio in ospedale, non potesse essere considerato cosciente e volontario. La violenza dell'urto con la Lancia Kappa con la conseguente apertura (scoppio) degli air-bag laterali avevano determinavano nel La Monica uno stato commotivo-confusionale grave che gli aveva impedito di rendersi conto delle sue azioni e di arrestare la marcia del veicolo dallo stesso condotto e di prestare assistenza alle persone ferite.
             
In relazione ai suindicati fatti il La Monica era stato indagato nell’ambito del proc. pen. n. 34/12 R.G.N.R. pendente presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Caltanissetta, per il reato di cui all’art. 189, commi 1° e 7°, D. lgs. 30.04.1992,  n.285, poiché non ottemperava all’obbligo di prestare assistenza occorrente ai passeggeri delle autovetture Renault Megane e Lancia K, con le quali aveva avuto un sinistro stradale.
 Il P.M. dott. A. Aghemo aveva richiesto l’archiviazione del detto proc. pen. affermando che: “ … Così delineata la vicenda che ha riguardato Claudio la Monica, si ravvisa la necessità di definire il presente procedimento penale tramite una pronuncia di archiviazione. Infatti, le circostanze pertinenti all’allontanamento dell’indagato al luogo interessato dal sinistro, impediscono di ritenere che egli fosse consapevole delle lesioni subite dalle persone coinvolte. …”.
Il G.i.p. c/o il Tribunale di Caltanissetta, dott. Francesco Lauricella, ha disposto l’archiviazione del citato proc. pen., la restituzione del fascicolo al p.m. e la restituzione di quanto in sequestro, sostenendo che: “ … Deve accogliersi la richiesta di archiviazione avanzata dal pm in considerazione della mancanza dell’elemento soggettivo doloso posto a base della fattispecie ipotizzata. In particolare deve osservarsi che il luogotenente dei Carabinieri sottoposto ad indagine, senza concorrervi minimamente in termini di responsabilità veniva interessato dal sinistro svoltosi tra i soggetti appena di seguito indicati in data 8.01.2012 ( veniva, infatti, attinto dalla vettura condotta da Rizza Domenico sulla bretella con direzione Pietraperzia della ss 640 dopo che il Rizza aveva colpito l’autovettura di La Bella Biagio che stazionava sulla medesima carreggiata con direzione Caltanissetta). In particolare, impattando sulla vettura del La Bella, la vettura del Rizzo innescava un movimento rotatorio in relazione al quale invadeva la corsia con direzione Pietraperzia sulla quale viaggiava l’indagato ad andatura regolare e rispettando il suo margine dx, colpendone la vettura Lancia alla Fiancata. Appare accoglibile la tesi del pm, affermante che dopo l’urto subito dalla sua vettura e lo scoppio degli air bag della stessa, l’indagato La Monica sia entrato in estremo e temporaneo stato confusionale, tale da renderlo temporaneamente incapace di intendere e volere … .

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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