lunedì 12 gennaio 2015

Il prof. Vincenzo Villari e' il nuovo centenario di Piazza Armerina

Ex cuffariani e neo-arrabbiati, i "salviniani" di Sicilia si presentano

MA CHE ci fa Nino Nascè, il segretario provinciale dell'Udc cuffariana, alla convention dei leghisti? E cosa c'entra con il Carroccio Agostino Portanova, il forzista della prima ora che su YouTube urla ancora "Meno male che Silvio c'è"? E quale strada conduce sino a Salvini l'ex presidente destrorso dell'Istituto vite e vino, Dino Agueci? La Sala Wagner, per il primo raduno del movimento "Noi con Salvini", è stracolma. Ed è un concentrato di anime politiche disperse, tutte pronte a salire sul carro(ccio) dell'eurodeputato che cantava la puzza dei meridionali. La notizia, in questa prima uscita dei salviniani raccolti dall'ex dc Angelo Attaguile, è proprio nell'imprevedibile mix di personaggi provenienti dai partiti che un tempo facevano il pieno: a destra, al centro e a sinistra. Francesco Vozza, uno degli attivisti in prima linea, viene da Casa Pound e, microfono in mano, se la prende con i politici che "hanno fatto due, tre, quattro legislature e non sanno realizzare neppure un viadotto". Concetto un po' troppo compresso, forse. Ma, di certo, ad assistere alla requisitoria antipolitica del giovane Vozza c'è una platea di spettatori che con il vecchio sistema hanno avuto a che fare. Seduto in fondo alla sala c'è Giovanni Mammana, già assessore alla Provincia in quota Udc, vicino all'ex ministro Saverio Romano. E in piedi, poco più in là, un consigliere comunale quale Giorgio Calì, eletto nella lista di Orlando, passato nel Centro democratico di Tabacci e poi nel Pdr di Cardinale.  Attaguile, l'uomo che ha spinto in politica Raffaele Lombardo e che in quota Mpa ha trovato un posto utile in lista per la Camera nel 2013, dice di aver chiuso la porta all'assalto dei politicanti di mestiere. Lui, intanto, tiene a sottolineare di essere alla prima legislatura e diffonde un libro sulla sua vicenda giudiziaria che si è chiusa con un'assoluzione dopo tre lustri. "È il motivo per cui sono rimasto a lungo fuori dalla politica", precisa. Come dire: fedina immacolata e persino il bollino del "nuovo", malgrado i 66 anni. La storia della sua adesione alla Lega è curiosa: il Carroccio aveva 19 deputati, ne mancava uno per poter costituire un gruppo parlamentare: "Ho detto sì a patto che venisse aggiunto nel simbolo il termine "autonomie". Ed eccomi qui", afferma Attaguile. Che stia riuscendo a tenere fuori gli ex lombardiani è ancora da dimostrare. Per carità: pare che un no secco sia stato detto a due attuali deputati regionali  -  uno dei quali è il siracusano Gennuso  -  ma altri ex Mpa sono nei pressi. A cominciare da Giuseppe Atena, deputato regionale nella scorsa legislatura, uno di quelli di cui Attaguile si fida di più: "Vuole sapere se provo imbarazzo a stare in un movimento che disprezza il Meridione? Questa non è la Lega di Bossi che tutelava solo il Nord, questo è il movimento di Salvini che difende tutte le regioni". Attaguile, d'altronde, ha la risposta pronta alle domande di un gruppo consistente di giornalisti accorsi alle Palme: "Salvini intonava motivi contro i meridionali? È vero, ma ha chiesto scusa. E trovatelo un politico che chiede scusa. E che si batte, da Nord, per la difesa dei pomodorini di Pachino". Riceve tanti in una stanza attigua, Attaguile, come un proconsole. Entra pure Agostino Genova, già consigliere comunale: di nuovo, Mpa. Ma l'u- ditorio pende leggermente a destra. Non mancano professionisti, dirigenti e funzionari regionali. Spunta l'autista dell'ex coordinatore di An (e presidente dell'Ars) Guido Lo Porto. Si chiama Benito (of course) e urla: "Con Salvini rinascono i valori dell'Msi". Dal palco, l'ideologo Beppe De Santis  -  che stesso ruolo ricopriva nell'Mpa (rieccoci)  -  si sforza di portare il suo "approccio laburista" alle questioni dell'economia. Cominciando con il disegnare il totem del no all'euro. La sala ascolta, a volte prorompe in applausi. Non c'è traccia di vessilli verdi, nessuno osa parlare di Padania né di immigrati da rispedire in patria a calci nel sedere. "No, noi vogliamo solo regolamentare un afflusso che sta dando problemi anche a un popolo accogliente come quello siciliano", dice Felice D'Angelo, trapanese, unico consigliere comunale ufficialmente passato, in Sicilia, con il movimento di Salvini. Il leader tornerà presto nell'Isola, pare sia già pronta una delle sue felpe colorate con la scritta "Cefalù". Intanto fra i leghisti dell'ex Terronia si pensa in grande: "I sondaggi dicono che siamo al 15 per cento, ma penso che andremo oltre", azzarda Attaguile. D'altronde, sussurra un neo-salviniano lì vicino, "se i 5Stelle sono diventati primo partito al debutto perché non possiamo provarci noi?". Già, perché?


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Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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