martedì 13 gennaio 2015

Putin non andrà alle celebrazioni di Auschwitz: è la prima volta

BERLINO - Ormai da Vladimir Vladimirovic Putin ci si deve aspettare di tutto. Lo aveva detto a tutto il mondo Angela Merkel, e lei che parla con lui russo correntemente lo conosce bene: non si sa cosa ci sia nella sua testa. Ecco il primo commento che viene spontaneo a tutti qui a Berlino, all'incredibile notizia da Mosca. E cioè la decisione del presidente russo, comunicata dal suo portavoce Dmitrij Peskov, che egli non si recherà, il 27 gennaio prossimo, alla solenne celebrazione della Giornata della memoria che come ogni anno si terrà nel terreno di Auschwitz-Birkenau, l'orribile fabbrica della morte costruita e 'gestita' dalla Germania nazista nel territorio polacco allora occupato. Non è bastata l'aggressione militare contro l'Ucraina con l'annessione illegale della Crimea e le provocazioni militari, né l'appoggio aperto ai terroristi separatisti russofoni dell'Ucraina orientale, non sono bastate nemmeno le minacce aperte contro Polonia, paesi baltici e Nato in generale "che le mie armate potrebbero invadere in poche ore". Adesso Putin, anziché cercare un disgelo che sarebbe nello stesso interesse della Russia stremata da sanzioni occidentali e riarmo, si permette uno sgarbo senza precedenti contro la memoria delle vittime dell'Olocausto e dei sopravvissuti, i quali in questo settantesimo anniversario potranno partecipare alle cerimonie forse per l'ultima volta. Il clima internazionale teso e sfavorevole tra Russia e Occidente creato dalla crisi ucraina, fanno sapere i portavoce del Cremlino, inducono Mosca a pensare che il viaggio  -  e quindi inevitabili incontri con i leader del mondo libero che saranno presenti in massa alla cerimonia  -  sono inopportuni. Fin dall'inizio, quest'anno  - sullo sfondo appunto della crisi ucraina e della nuova politica imperialista e di minacce militari decisa dal presidente russo, il quale in un suo recente discorso strategico ha definito Nato, Polonia, baltici, Ucraina e paesi nordici neutrali "le principali minacce all'esistenza della Russia" annunciando un ulteriore riarmo  -  la partecipazione di Putin alla cerimonia nell'ex Lager presso Cracovia era in forse. Per evitare complicazioni diplomatiche il governo polacco aveva affidato l'organizzazione degli eventi al museo di Auschwitz, dunque a un'organizzazione autorevole ma non governativa. Molti avevano anche la sensazione di un possibile forte imbarazzo dei leader occidentali a recarsi alla cerimonia, se Putin fosse stato presente. Il giorno scelto come Giornata della Memoria, il 27 gennaio, è proprio l'anniversario della liberazione di Auschwitz da parte delle divisioni scelte (Gvardija) dell'Armata rossa nel corso della loro inarrestabile avanzata del 1945 che si concluse con la presa di Berlino da parte dei soldati del maresciallo Zhukov, il suicidio di Hitler e la disfatta del 'Reich millenario'. Ora l'assenza di Putin alle cerimonie, che indigna le organizzazioni ebraiche in tutto il mondo, appare in fondo un insulto anche alla memoria dei milioni e milioni di soldati sovietici caduti nella guerra insieme ad alleati occidentali e polacchi contro la criminale Germania hitleriana e i suoi alleati dell'Asse. Putin sembra apparentemente aver scelto l'indifferenza a ogni considerazione di questo tipo. Peccato, povera Russia. La sua assenza alla Giornata della Memoria non farà che rendere ancor più difficili i rapporti tra Mosca e il resto del mondo.


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Inviato da iPhone di Agostino Sella 

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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