Aspetto il primo richiedente
asilo politico, un giovane ragazzo musulmano, per il mio primo colloquio in preparazione
dell’audizione con la Commissione territoriale per il riconoscimento della
protezione internazionale.
Faccio mente locale sulle buone
prassi per la conduzione dell’intervista, sull’importanza di non apparire
distante e giudicante o al contrario troppo affettuosa o amichevole, sul come
metterlo a proprio agio, sul modo di porre le domande che inevitabilmente lo
porteranno a ricordare esperienze della sua vita così personali e così tragiche. Penso che, infondo, sono una
perfetta estranea e che non sarà semplice per lui raccontarsi.