venerdì 27 aprile 2012

Caro Presidente Napolitano, sarò un demagogo, ma non sono d'accordo con Lei

Al Presidente della Repubblica Italiana
On.le Dott. Giorgio Napolitano
Palazzo del Quirinale
00187 ROMA
presidenza.repubblica@quirinale.it


Caro Presidente,
Lei è sempre stato, per me, una persona di riferimento.
Un uomo del Paese, un simbolo di giustezza, di equilibrio e di serietà.
Insomma, un grande italiano, di cui andare fieri.
Negli ultimi mesi - grazie a Lei - il nostro paese si è salvato dal disastro economico con l'intuizione Monti, che porta la sua firma.
Detto questo però mi permetto di non essere d'accordo con le Sue parole di ieri.
Non è vero che chi parla male dei partiti fa demagogia.

L'insegnamento di Antonio Gramsci contro l'indifferenza

Era il 27 Aprile 1937 e si spegneva a Roma una delle più grandi figure dell’Italia contemporanea, apprezzata e stimata ovunque nel mondo. I suoi scritti e le sue opere sono tradotti in decine di lingue e non c’è al mondo biblioteca universitaria che si rispetti che non ha copia delle sue opere. La sua pagina Wikipedia è tradotta in più di 50 lingue diverse. Il 27 aprile di 75 anni fa moriva Antonio Gramsci, dopo aver trascorso quasi 10 anni nelle prigioni fasciste e gli ultimi tre anni della sua vita tra cliniche e regime di semilibertà. Gramsci è stato un filosofo, un giornalista, un critico letterario, ma prima di tutto un uomo che ha lottato con forza e dignità ed ha pagato, sino in fondo, per le sue idee. Ed è del Gramsci come uomo che voglio parlare, del suo impegno civile e del suo senso dello stato. Il suo è stato un insegnamento di vita che ancora oggi dovremmo tener presente. Il suo odio verso gli indifferenti è un monito, oggi più che mai, vitale. “Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita”. Gramsci ha perfettamente ragione e noi tutti dovremmo ricordare questo semplice insegnamento. Perché l’indifferenza agisce potentemente nella storia, opera passivamente, ma agisce. Le cose non accadono per opera di una ristretta minoranza, ma perché l’indifferenza della stragrande maggioranza lascia che accadano. Ciò che succede avviene perché la massa abdica alla propria volontà, lascia promulgare leggi che la penalizzano, lascia salire al potere persone che non sono degne di governare o amministrare la cosa pubblica. È inutile il piagnisteo di una parte dei cittadini dinanzi alla miseria dell’umanità. Perché invece, come ci insegna Gramsci, non domandarsi: “se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?” Apprezziamolo oggi questo insegnamento. Apprezziamolo oggi, dinanzi al dilagante populismo, alla demagogia e all’antipolitica galoppante, alla corruzione incessante e al debito pubblico, al razzismo che avanza e alla miseria di certi comportamenti umani. Fermiamoci un attimo e riflettiamo: è successo per caso? È successo come un fatto del destino o un evento naturale? Se anche noi avessimo fatto il nostro dovere, non chiedendo favori ai politici e aumentando, così, il sistema clientelare, se avessimo sempre pagato le tasse, se non avessimo fatto i furbi sugli autobus, se avessimo pagato il canone, se avessimo chiesto la fattura e fatto il nostro dovere di onesti cittadini, saremmo arrivati a tutto questo oggi? Se ad ogni torto subito avessimo protestato, se ci fossimo sempre rifiutati di accettare favori per saltare una fila nelle liste di attesa degli ospedali o di chiedere favori per un concorso, forse oggi l’Italia non sarebbe quel mostro burocratico, corrotto e antimeritocratico nel quale viviamo. Non si ha il diritto di protestare se non si è fatto niente per cambiare il sistema, né tanto meno se si è parte integrante del sistema. Le decisioni che riguardano tutti noi e il nostro vivere collettivo vengono prese da poche mani e da poche menti, tra il disinteresse e l’assenteismo, tra l’indifferenza e la non curanza. E l’opinione pubblica ignora tutto questo, perché in fondo non se ne preoccupa e lascia che le cose accadano. Perché, come sottolinea Gramsci, non ci deve essere chi sta “alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”. Non si può essere indifferenti dinanzi alle piccole o grandi ingiustizie che ogni giorno ci circondano. È necessario prendere parte ed essere partigiani, se non si vuole essere complici dell’ingiustizia. È necessario essere cittadini per non essere corresponsabili dei mali che critichiamo. Perché in definitiva, come ci ha insegnato Gramsci “chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano”.

Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.

La riflessione che ci propone Mario Conti

Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento. Qui ad Atene noi facciamo così.

Si avvicina l'istituzione del parco archeologico della villa romana dopo l'approvazione del regolamento

Il gruppo consiliare del PD è soddisfatto per l'importante traguardo raggiunto durante la seduta di consiglio comunale del 23 aprile, in quanto riconsoce che l'istituzione del Parco Archeologico costituisce la salvaguardia, la gestione, la valorizzazione, la conservazione e la difesa del proprio patrimonio, nonché la gestione del Museo Regionale Villa Imperiale di Piazza Armerina, del Palazzo Trigona e di altri siti archeolgogici minori, per favorire la crescita economica, sociale e culturale delle comunità residenti nonché per consentire migliori condizioni di fruibilità senza scopi di lucro. 

Enna. Mario Lo Presti, fidanzato della defunta Vanessa Scialfa, sottoposto a fermo di indiziato di delitto per l’omicidio aggravato della convivente.

Francesco Mario LO PRESTI, classe 1978, ennese disoccupato, nella notte del 27 aprile 2012 è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto, da parte degli uomini della Squadra Mobile di Enna, diretti dal Vice Questore Aggiunto dott. Giovanni Cuciti, e coordinato dal Comm. Capo dott. Claudio Pucci, poiché indagato in ordine:
- al delitto previsto e punito dall’art. 61 n. 1, 575 c.p., 577 n. 4, perché
strangolandola con un cavo di connessione audio – video di un lettore DVD e, quindi soffocandola con un fazzoletto imbevuto di candeggina, cagionava la morte di SCIALFA Vanessa, classe 1991, ennese;
con l’aggravante dell’aver agito per motivi futili;

Enna, trovata morta 20enne scomparsa il fidanzato confessa, arrestato - Palermo - Repubblica.it

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/04/26/news/enna_trovata_morta_ventenne_scomparsa-33990947/


Inviato da iPhone

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


___________


"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

TUTTI GLI ARTICOLI