Piazza Armerina. “Continua ad affermare con grande serenità che c’è una incompatibilità profonda tra essere cristiani ed essere mafiosi” Ad affermarlo – anzi riaffermarlo - è monsignor Michele Pennisi, vescovo della diocesi piazzese, che lo scorno anno è stato minacciato dalla mafia, a margine della presentazione della prossima settimana sociale dei cattolici italiani che si terrà a Reggio Calabria dal 14 al 17 ottobre 2010. ''Vivo con grande serenità - ha detto - continuo a muovermi tranquillamente nella mia diocesi e anche fuori, continuo a partecipare a dibattiti continuo a riaffermare l'incompatibilità tra l'essere cristiani e l'essere mafiosi”. In merito al ruolo che le associazioni cattoliche possono avere su questo fronte, Pennisi ha osservato che ''da parte di tante associazioni cattoliche, come ad esempio l' Agesci, si incontra tanto protagonismo. Si svolgerà a Palermo nel mese di maggio una carovana contro la mafia che partirà da Napoli in nave e sbarcherà a Palermo. In questa manifestazione come in altre è coinvolto il movimento studenti cattolici. Certo – dice anche il vescovo della diocesi di Piazza Armerina - in certi settori c'e' una certa insensibilità rispetto a questo problema''. Il vescovo, che è anche un esponente della Conferenza Episcopale Italiana ha poi continuato allargando parlando anche della altre forme di criminalità “Lo sviluppo del Mezzogiorno – ha continuato Pennisi - dipende dalla lotta "a tutti i tipi di mafia", come 'ndrangheta, camorra e sacra corona unita, considerati "cancri che impediscono un reale progresso. Una delle priorità - ha spiegato il vescovo - sarà dunque l'emergenza educativa e la lotta alla criminalità. E anche la lotta a tutti i tipi di mafia. E' importante - ha concluso Pennisi - che ci si liberi da queste piovre, sono dei cancri che impediscono lo sviluppo, ma occorre anche educare alla legalità e alla socialità". Sul "rapporto con le istituzioni" nella lotta alla criminalità, monsignor Pennisi spiega che "è buono" e che "non può essere una battaglia che combattiamo da soli". "Dobbiamo unirci tutti - ha concluso il presule della città dei mosaici - chiesa istituzioni, scuola e mezzi di comunicazione sociale, per contrastare una mentalità".
Agostino Sella
Agostino Sella