
Piazza Armerina. “La mia è una  proposta che salva tutti gli ospedali. E’ la proposta di un sistema integrato  senza ospedali che si sovrappongono”. Francesco Iudica, direttore generale  dell’Asl 4 di Enna, sintetizza così la sua proposta e quella dell’UmbErto I, di  riorganizzazione della sanità ennese.
 Direttore, ma con  questo piano di rientro si tagliano un sacco di posti  letto.
 I posti letto non rappresentano un  problema. Nella nostra provincia, rispetto ai posti letto che abbiamo c’è un  indice di occupazione del 70%. Significa che già adesso il 30% dei posti letto  rimane vuoto. I posti letto sono uno strumento e non un obiettivo. Occorre  invece migliorare la nostra sanità. Dare un servizio di qualità. Oggi un terzo  degli abitanti della provincia di Enna va a farsi curare fuori. Eppoi, vede,  oggi molti ricoveri sono inappropriati. Ci sono posti letto occupati per  patologie per le quali servirebbe solo l’ambulatorio. Le cose semplici si fanno  a casa del paziente. Solo in casi estremi si fa il ricovero. Non possiamo  mantenere una struttura solo per dare posti di lavoro e di prestigio. Dobbiamo  dare qualità ed al tempo stesso posti di lavoro, che comunque la nostra proposta  mantiene.
 Allora che tipo  di sanità avremo?
 Sarà una sanità migliore.  Costruiremo una rete integrata dell’offerta. In America la chiamano “ab and   spoke”, una sorta di servizio a raggiera. Ad esempio a Piazza Armerina, si  conserverebbero medicina e chirurgia che ospiterebbero tutte le attività  specialistiche. Questo non vuol dire ridurre i servizi ma migliorarli. Ci  saranno tante altre cose in più. Se oggi non è possibile fare un intervento di  cataratta, con la nuova riforma a Piazza, invece, sarà possibile.  
 Però in molti,  compresi medici, si lamentano e protestano non  poco.
 Per molti l’approccio è di tipo  emozionale e non razionale. In pochi ragionano a tavolino. Finora non c’è stata,  ad esempio, nessuna proposta. Poi, c’è chi vuole fare strumentalizzazione  politica o chi vuole fare il capopopolo per trarne un minimo  vantaggio.
 Salterebbero  però, ad esempio a Piazza, alcuni reparti importanti come  ostetricia.
 Vede, l’Organizzazione Mondiale  della Sanità vuole strutture con più di 500 parti all’anno. In Sicilia il tasso  di mortalità neonatale è del 50% più alto rispetto al resto d’Italia. Lei non  farebbe partorire sua moglie in un reparto dove non c’è la rianimazione.  Perché se succede qualche intoppo sono guai. Con la riforma  tutto il tempo della gravidanza una donna sarà seguita nel migliore dei modi a  Piazza Armerina. Quando dovrà partorire lo potrà fare nella massima sicurezza in  un ospedale a 30  chilometri di distanza. Avviene così dove la sanità  funziona.
 Quali sono suoi  prossimi passaggi.
 Venerdì incontrerò i sindaci e gli  altri rappresentanti. Chi ha capacità di passare dalla protesta alla proposta e  suggerire delle cose che si possono fare troverà in me un interlocutore  disponibile. L’importante è migliorare le cose.  Sempre.
 Agostino  Sella