Gli uomini del Commissariato di Piazza Armerina - diretti dal Commissario Capo Gabriele Presti - in occasione dei servizi straordinari di controllo, svolti congiuntamente hanno proceduto all’’arresto di un uomo armerino, tale SARDA Massimo, classe ‘72, poiché colto nella flagranza del delitto di lesioni gravissime personali ai sensi degli artt.61 nr.1, 582/2° comma, 583/2° comma nr.04, minacce gravi ( art.612/2° comma) e maltrattamenti in famiglia ai sensi dell’art.572 c.p., in pregiudizio della convivente.
In particolare, nella serata di ieri veniva segnalata telefonicamente il predetto SARDA Massimo stava massacrando di botte la convivente, la quale era riuscita già a scappare dall’abitazione, portando al seguito un neonato. Ricevuta detta segnalazione, in emergenza, i poliziotti armerini, immediatamente, raggiungevano l’abitazione segnalata ivi riscontrando la presenza del SARDA Massimo, il qual,e in ordine all’accaduto, egli stesso riferiva che la moglie si era allontanata unitamente ad uno dei figli piccoli, dopo che lo stesso l’aveva picchiata ritenendola colpevole di intrattenere una relazione con un altro soggetto. L’uomo armerino aggiungeva, altresì, che la stessa donna non doveva più far rientro a casa in quanto, in tal caso, l’avrebbe uccisa tagliandole il collo. Qualche minuto dopo, la donna veniva rintracciata con il suo bambino, ancora neonato, in braccio. La donna con evidenti lesioni personali in varie parti del corpo visibili, quali il volto, il collo ed i polsi, affermava essersi procurata le lesioni in via autonoma. Alla vista della convivente, il SARDA Massimo, incurante dei poliziotti presenti, iniziava ad inveire nei confronti della convivente, rifiutando di farla entrare a casa, e con tono intimidatorio, invitava la donna in questione a non recarsi presso il Pronto Soccorso per le cure del caso.
Risultando evidente il tentativo di incutere timore alla predetta donna agli occhi degli investigatori armerini e, nel contempo, sussistendo il fondato pericolo che la donna offesa potesse avere in corso una qualche emorragia o lesione cranica grave – in quanto all’esame visivo i gonfiori al volto apparivano sempre più evidenti e tumefatti – la povera donna accettava di farsi visitare da sanitari e veniva accompagnata con urgenza presso il nosocomio armerino, dove le veniva diagnosticata, tra l’altro, una frattura all’arcata zigomatica riportando una prognosi di gg.25, con l’ulteriore onere di sottoporsi a specifico intervento chirurgico per ridurre propri la frattura zigomatica.
Gli investigatori armerini, in considerazione della gravità dei fatti - desumibile dalle gravissime lesioni personali riportate dalla parte offesa, tra le quali si evidenzia il concreto pericolo che la predetta donna possa riportare uno sfregio permanente al volto nella regione zigomatica dx, a causa della ferita lacera subita, con l’aggravante di avere agito in presenza della prole in tenera età e senza scrupoli con calci e pugni, in perfetta compatibilità con le lesioni causate - si determinavano ad arrestare l’uomo.
Il SARDA, pregiudicato per numerosi reati contro la persona quali minacce, lesioni personali, tra i quali anche quello specifico di maltrattamenti in famiglia – fatto, quest’ultimo, per il quale è stato recentemente condannato con sentenza pronunciata dalla Corte d’Appello di Caltanissetta – veniva, pertanto, deferito in stato di arresto alla Procura della Repubblica di Enna, ed al termine delle formalità di rito, tradotto nella Casa Circondariale di Enna, a disposizione dell’A.G. procedente.