mercoledì 23 gennaio 2008

Sicilia irredimibile.

“Sicilia irredimibile”. Le parole di Leonardo Sciascia tornano nella mia mente pensando alla vicenda che condanna Totò Cuffaro a 5 anni di galera per favoreggiamento ad alcuni uomini mafiosi. “Sicilia irredimibile” non tanto per la sentenza, ma per le reazioni del presidente della regione che, nonostante la condanna, si sente “sollevato”, dice lui, da quello che hanno sentenziato i giudici. In un paese normale, in tutti i paesi d’Europa, qualsiasi uomo politico, condannato per molto meno di quello per cui è stato accusato il presidente della regione, avrebbe fatto le valige e se ne sarebbe andato a casa di sua spontanea volontà, altrimenti sarebbe stata “sollevazione popolare”. Invece lui, Totò Cuffaro, no. E’ rimasto saldo al suo posto, nonostante sia stato condannato in primo grado a 5 anni di reclusione nel processo per le 'talpe' alla Direzione distrettuale antimafia di Palermo per favoreggiamento semplice e violazione dei segreti d'ufficio. La terza sezione penale del tribunale, presieduta da Vittorio Alcamo, lo ha pure interdetto dai pubblici uffici. Secondo il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso "è rimasto provato il favoreggiamento da parte di Cuffaro a singoli mafiosi come Guttadauro, Aragona, Greco, Aiello e Miceli, ma tutto ciò non è stato ritenuto sufficiente a integrare l'aggravante contestata di avere agevolato l'associazione mafiosa Cosa Nostra nel suo complesso". Cuffaro è stato condannato tra l'altro per aver passato notizie riservate al medico condannato per mafia Giuseppe Guttadauro, con il quale avrebbe pure pattuito candidature alle elezioni comunali e regionali. In molti dicono: “si però il presidente non è stato indagato per mafia, ma per favoreggiamento semplice ad un mafioso, quindi ha ragione di essere sollevato e sereno”. Ma insomma, siamo scherzando!? Mi dite dov’è la differenza?! Forse sarà giuridica ma non è certo sostanziale. Mi dite che differenza passa tra favorire la mafia e favorire i singoli mafiosi?! Peraltro non si tratta, di un sospetto, e neanche di un “rinvio a giudizio”. Si tratta di una sentenza di condanna primo grado con tutti i crismi del caso. In nessun altro paese europeo potrebbe esistere una vicenda simile. Siamo ai livelli delle repubbliche africane e di quelle del centro America. Però, la cosa che più mi ferisce, è la facilità con la quale sta passando, ancora una volta in Sicilia, questo messaggio: “favorire un mafioso è una cosa normale, una cosa che ha fatto un politico come il presidente regione, e che quindi è una cosa che possono fare tutti”. Se Cuffaro non ha favorito la mafia ha certamente, con il suo comportamento dopo la sentenza, fatto un elogio alla “cultura mafiosa”. Ed è questa “cultura” il vero cancro della nostra terra. Si possono catturare i boss come Lo Piccolo, Riina e Provenzano, ma se non si combatte la “cultura mafiosa” questa terra, rimarrà sempre la “irredimibile” terra di Leonardo Sciascia. Rimarrà perennemente la terra delle raccomandazioni, dei favoritismi, della politica clientelare. La terra in cui chi vuole andare avanti per meritocrazia sarà relegato sempre dietro le quinte e si vedrà costretto ad andare altrove. La terra dove ciò che spetta per “diritto” si dovrà sempre chiedere come un “favore”. Una terra, che in alcuni momenti come questo, vorrei non fosse la mia.
Agostino Sella

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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