giovedì 14 maggio 2009

Lettera di Giuseppe. Un operario scrive agli operari.

Mi chiamo Giuseppe ed ho 34 anni.
Esattamente da due giorni sono un nuovo disoccupato, uno dei tanti, dei troppi disoccupati italiani.
La mia storia è semplice, fin troppo comune di questi tempi in cui si parla di crisi, di licenziamenti, di fabbriche che chiudono, ma l'impressione che ho avuto insieme ai miei colleghi, anch’essi licenziati, è che la tanto famosa crisi sia stata in realtà, per tante industrie, un ottimo e insperato alibi che ha consentito loro di giustificare i licenziamenti.
Io sono stato assunto nel maggio 1996 dopo sei mesi di lavoro in nero ma sono stato molto fortunato rispetto alla maggior parte dei colleghi, infatti, da li a qualche mese è arrivata una legge che innalzava l’età entro la quale si poteva essere assunti come apprendisti, portandola da 21 a 26.
Questo comportò che alcuni miei compagni, dopo aver lavorato un lungo periodo in nero, sono stati assunti come apprendisti all’età di 25 anni.
Insomma, la trafila standard che un ragazzo doveva attraversare per potersi dire occupato regolare era la seguente :
1) periodo di lavoro in nero (durava mesi e a volte anche un anno);
PIP (piani di inserimento professionale, durata un anno),
Borsa Lavoro (altro contratto a termine della durata, mi pare, di un anno);
contratto di apprendistato (durata 4 anni), e alla fine, se si era fortunati, il tanto sognato contratto a tempo indeterminato.Insomma, 5, 6, o 7 lunghi anni di precariato, di lavorare e non parlare, di compiacere il capo e i capetti per ottenere quel posto e ritenersi molto fortunati di avercelo.
Già questo deve dare il senso di quello che è la vita di fabbrica oggi, io parlo della mia ma credo che tutte siano più o meno combinate allo stesso modo.
Inoltre, per esempio, era bandita la parola “sindacato”, quello era argomento da non sfiorare assolutamente.
Ci sono stati dei tentativi di qualche sindacalista, qualcuno è stato qualche giorno fuori dai cancelli a volantinare o cercare di parlare, ma il clima generale era tale che questi venisse snobbato e guardato quasi come nemico.
Nel 2002, una semplice e rispettosissima lettera controfirmata dal 98% dei lavoratori che chiedevano una copia del contratto di lavoro e che gli venissero regolarmente pagati gli straordinari, scatenò la decisione immediata della chiusura degli stabilimenti, chiusura durata 4 giorni e finita solo dopo che mi hanno costretto a cancellarmi dal sindacato (ero l’unico iscritto, alla CGIL) e solo dopo che tutti i lavoratori hanno chiesto formalmente scusa alla dirigenza… Sembra assurdo ma invece è la realtà.
Queste poche parole tanto per delineare un quadro generale e generico.
Ma visto che in prima persona sono stato protagonista e al centro di passaggi storici e tragici della storia di quella fabbrica, avendo subito sulla mia pelle gli strali dei capi ma anche la miope indifferenza o addirittura ostilità da parte di chi difendevo, posso dire di avere, con il tempo, maturato una visione forse più globale e meno scontata della situazione.
Da operaio con cultura di sinistra dovrei prendermela con l’imprenditore cattivo che sfrutta i poveri operai indifesi e bisognosi, ed invece credo che sia più giusto e costruttivo da parte nostra porre l’accento soprattutto sull’inconsistenza della moderna classe operaia, sulla mancanza di una coscienza di classe, sulla mancanza di dignità di una generazione che considera proprio padrone chiunque gli porga un tozzo di pane.La mia testimonianza è probabilmente simile a migliaia di altre testimonianze, tutte diverse ma uguali nei punti fondamentali.
Il mio ormai ex datore di lavoro è stato un vero mago nel cogliere tutte le opportunità che la legge gli ha offerto, ha sfruttato tutti gli sgravi possibili sulla manodopera, diciamo anche tranquillamente che ne ha abusato, ha sfruttato tutte le agevolazioni fiscali possibili, tutti i finanziamenti per le zone disagiate, ma la legge gli ha consentito, una volta finito di mungere lo Stato, di impossessarsi dei beni e licenziare gli operai.Gli operai, quegli stessi che sono serviti a giustificare i finanziamenti, quegli stessi che hanno lavorato duro, ma quegli stessi che per troppo tempo sono stati ciechi, sordi e complici di quella politica industriale che li avrebbe usati e poi gettati via.La sinistra deve assolutamente promuovere una grande operazione culturale in questo paese, una operazione che faccia rendere la gente consapevole di se e dei propri diritti. Abbiamo ereditato una legislazione del lavoro che è all’avanguardia mondiale e che è il frutto delle lotte dei nostri padri, adesso ce la stiamo facendo sfilare da sotto gli occhi e non ce ne accorgiamo, e non muoviamo un dito.Il peggior nemico del lavoratore non è il datore di lavoro, ma è l’ignoranza, la superficialità, la crescente volgarità dei costumi e dei valori. Chiedo a voi politici si di modificare alcune leggi, di vigilare su determinati meccanismi che agevolano la sudditanza dei più deboli verso i più forti, ma chiedo soprattutto di ricominciare a lavorare sulle menti della gente, chiedo che a scuola si formino persone e non solo bravi tecnici, chiedo di non sentire mai più un operaio sfruttato che giustifica il proprio sfruttatore dicendo che “anche lui avrebbe fatto la stessa cosa"!So di essere uscito fuori tema, e so di essermi lasciato andare in una sorta di sfogo autocritico, perdonatemi se potete ma mi sembrava giusto non dare la solita testimonianza da operaio licenziato e, passatemi il termine, un po sfigato della situazione.
Credo sia più utile invece guardarci dentro, capire dove sbagliamo già nell’educazione dei nostri figli e dei nostri alunni, capire perché, al di là delle televisioni di regime che ci hanno rincretiniti, non riusciamo a non essere i carnefici di noi stessi.

Morale... stupiti o infastiditi.

Cominicato dell'AIAS

La campagna di sensibilizzazione è in piena attività. Tanti automobilisti sono stupiti, altri insofferenti e alcuni anche intolleranti ma tutti pronti a giustificare il comportamento scorretto.
Non si vuole anticipare nulla perché ogni rilevamento sarà oggetto di attento esame, comunque quello emerso, se confermato al termine di questa prima fase, non è certo degno di un popolo che si può definire proprio civile e democratico. A essere coinvolti non sono solo gli
automobilisti ma ci sono responsabilità ben diverse. I risultati saranno comunicati agli interessati e resi pubblici.
A proposito della Multa Morale nel Forum del nostro sito qualcuno commenta”” Io ritengo che la multa morale proposta da Lorenzo Naso, può essere un primo passo per sensibilizzare gli altri automobilisti. Multe o rimozione del mezzo sono azioni cui un disabile può ricorrere, ma che non risolvono il problema nel momento necessario. Qui mancano i vigili per far rispettare cose ancora più urgenti per la popolazione. Forse la multa morale non risolverà il problema, ma è un primo passo che possiamo e dobbiamo tentare”Dal sito di Agostino Sella qualcuno commenta: Ma se gli buchiamo le ruote, non facciamo prima? ”” Invito tutti alla calma e alla prudenza. Evitare colpi di testa perchè non servono a nessuno. La civiltà prima di ogni cosa.. . a presto ne vedremmo delle belle . . .

Lotario. Il decreto non rispetta i parametri per il Chiello. Domani, venerdì, consiglio comunale.

Piazza Armerina - “Il Decreto della Regione non rispetta i parametri per il Chiello. Domani alle 18 c’è il consiglio comunale. Aspettiamo i piazzesi numerosi”. Esordisce così, Eduardo Lotario, consigliere comunale del PD, impegnato attivamente da tempo sul tema della salvezza dell’ospedale cittadino “M. Chiello” e componente del Comitato tecnico sulla Sanità del PD provinciale. Lotario, invita i cittadini ad intervenire al consiglio per evitare drastiche decisioni sul nosocomio piazzese. “Il decreto che fissa in 500 i posti letto per acuti in Provincia di Enna non rispetta neppure i parametri stabiliti dalla stessa Regione in materia. Infatti anziché assegnare 3,5 posti letto per acuti ogni mille abitanti come stabilito all’interno del suddetto Decreto, la Regione Siciliana ha deciso di assegnare alla Provincia di Enna soltanto 2,8 posti letto ogni mille abitanti. Questa visione – continua Lotario - dei cittadini della Provincia di Enna come “cittadini di serie B” ha delle radici lontane nel tempo. Già da oltre 2 anni infatti abbiamo assistito sgomenti ad una serie di tentativi volti all’indebolimento e depotenziamento progressivo dell’Ospedale Chiello, frutto di una regia strategicamente volta a condurre alla chiusura della stessa struttura. Tra l’altro il 31 Marzo – prosegue Eduardo Lotario- il Direttore Generale aveva già inviato con eccessiva solerzia una proposta –che si rifaceva a SOIEN 1 e SOIEN 2- di riordino della rete e dei servizi ospedalieri provinciali. Nel frattempo, l’Assessore Russo ha emanato una circolare che impedisce ai Direttori Generali di operare determinazioni al di fuori dell’ordinaria amministrazione, che prosegue nella sua opera di smantellamento dell’Ospedale Chiello. “A questo punto –continua Eduardo Lotario- probabilmente saranno necessarie ulteriori azioni giudiziarie. Infatti, se il risultato del precedente ricorso al TAR è stato quello di avere fatto escludere dal computo finale dei posti letto per acuti l’Oasi di Troina originariamente inclusa dalla nostra Regione, probabilmente un nuovo ricorso al TAR costituisce l’unica strada percorribile per far sì che il Governo Regionale adegui il numero dei posti letto al 3,5 per mille stabiliti. “Venerdì 15 alle ore 18,00 –conclude il Consigliere Lotario- si terrà il Consiglio Comunale. Confidiamo nel fatto che i cittadini Piazzesi accorreranno numerosi. In quell’occasione sarà possibile affrontare un dibattito aperto e chiarificatore, che ci consenta di esprimere e votare un ordine del giorno da inviare alla Conferenza dei Sindaci. Siamo stanchi di assistere ai tentativi perpetrati ai danni della nostra comunità, tendenti a considerare i cittadini dei nostri territori come cittadini che meritano meno servizi –o servizi più scadenti- rispetto agli altri. Faremo tutto quanto in nostro potere per tutelare le esigenze di salute della nostra popolazione.”
Agostino Sella

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


___________


"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

TUTTI GLI ARTICOLI