sabato 31 ottobre 2015

Andrea Cammilleri racconta: "IL GIORNO DEI MORTI""

"Fino al 1943, nella nottata che passava tra il primo e il due di novembre, ogni casa siciliana dove c'era un picciliddro si popolava di morti a lui familiari. Non fantasmi col linzòlo bianco e con lo scrùscio di catene, si badi bene, non quelli che fanno spavento, ma tali e quali si vedevano nelle fotografie esposte in salotto, consunti, il mezzo sorriso d'occasione stampato sulla faccia, il vestito buono stirato a regola d'arte, non facevano nessuna differenza coi vivi. Noi nicareddri, prima di andarci a coricare, mettevamo sotto il letto un cesto di vimini (la grandezza variava a seconda dei soldi che c'erano in famiglia) che nottetempo i cari morti avrebbero riempito di dolci e di regali che avremmo trovato il 2 mattina, al risveglio.
Eccitati, sudatizzi, faticavamo a pigliare sonno: volevamo vederli, i nostri morti, mentre con passo leggero venivano al letto, ci facevano una carezza, si calavano a pigliare il cesto. Dopo un sonno agitato ci svegliavamo all'alba per andare alla cerca. Perché i morti avevano voglia di giocare con noi, di darci spasso, e perciò il cesto non lo rimettevano dove l'avevano trovato, ma andavano a nasconderlo accuratamente, bisognava cercarlo casa casa. Mai più riproverò il batticuore della trovatura quando sopra un armadio o darrè una porta scoprivo il cesto stracolmo. I giocattoli erano trenini di latta, automobiline di legno, bambole di pezza, cubi di legno che formavano paesaggi. Avevo 8 anni quando nonno Giuseppe, lungamente supplicato nelle mie preghiere, mi portò dall'aldilà il mitico Meccano e per la felicità mi scoppiò qualche linea di febbre.
I dolci erano quelli rituali, detti "dei morti": marzapane modellato e dipinto da sembrare frutta, "rami di meli" fatti di farina e miele, "mustazzola" di vino cotto e altre delizie come viscotti regina, tetù, carcagnette. Non mancava mai il "pupo di zucchero" che in genere raffigurava un bersagliere e con la tromba in bocca o una coloratissima ballerina in un passo di danza. A un certo momento della matinata, pettinati e col vestito in ordine, andavamo con la famiglia al camposanto a salutare e a ringraziare i morti. Per noi picciliddri era una festa, sciamavamo lungo i viottoli per incontrarci con gli amici, i compagni di scuola: «Che ti portarono quest'anno i morti?». Domanda che non facemmo a Tatuzzo Prestìa, che aveva la nostra età precisa, quel 2 novembre quando lo vedemmo ritto e composto davanti alla tomba di suo padre, scomparso l'anno prima, mentre reggeva il manubrio di uno sparluccicante triciclo.
Insomma il 2 di novembre ricambiavamo la visita che i morti ci avevano fatto il giorno avanti: non era un rito, ma un'affettuosa consuetudine. Poi, nel 1943, con i soldati americani arrivò macari l'albero di Natale e lentamente, anno appresso anno, i morti persero la strada che li portava nelle case dove li aspettavano, felici e svegli fino allo spàsimo, i figli o i figli dei figli. Peccato. Avevamo perduto la possibilità di toccare con mano, materialmente, quel filo che lega la nostra storia personale a quella di chi ci aveva preceduto e "stampato", come in questi ultimi anni ci hanno spiegato gli scienziati. Mentre oggi quel filo lo si può indovinare solo attraverso un microscopio fantascientifico. E così diventiamo più poveri: Montaigne ha scritto che la meditazione sulla morte è meditazione sulla libertà, perché chi ha appreso a morire ha disimparato a servire."

Inviato da iPhone di Agostino Sella

Laura Saffila approda nella maggioranza alla presenza dell'onorevole La Via

Maniifestazione "L'OSPEDALE DI PIAZZA ARMERINA NON SI TOCCA"Intervista a...

Ultimo giorno per ROGER WATERS. THE WALL a Piazza Armerina: il film concerto alla Giò Social House

IMPERDIBILE!!! 
Oggi ultimo giorno di programmazione per ROGER WATERS. THE WALL, il film-concerto dello storico album dei Pink Floyd. L'opera rock THE WALL si basa sulla storia di Pink, un personaggio di fantasia, un artista, che si trova a dover affrontare un serie di disagi fin dall’infanzia: la morte del padre durante la guerra, la madre che tende a proteggerlo troppo, i maestri e gli educatori severi, la moglie che lo tradisce. Deluso dalla vita, Pink decide di isolarsi dal mondo e rinchiudersi in un mondo tutto suo, dove a nessuno è permesso di entrare. L’album si chiude con il brano intitolato “Outside the Wall”, una bellissima ballata dal tema introspettivo, che esprime il sentimento di solitudine del protagonista, Pink, divenuto una rockstar famosa.
Doppio spettacolo alle 18:30 e 21:00 alla Giò Social House
Via Garibaldi 63 
Piazza Armerina
Info e prenotazioni posti: 0935 680410/3409353936


La manifestazione per il Chiello a Piazza Armerina: tanti cittadini, le istituzioni e le associazioni del territorio

Venerdì 30 ottobre 2015 si è svolta una imponente manifestazione a sostegno dell'ospedale Chiello di Piazza Armerina. Cittadini, istituzioni, studenti e associazioni hanno sfilato in corteo contro la chiusura dell'ospedale. Non solo le istituzioni armerine, alla manifestazioni hanno aderito anche i sindaci dei comuni viciniori che afferiscono al nosocomio piazzese. TUTTE LE INTERVISTE!!!

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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