Agostino,
ritengo che in parte hai centrato il problema razionalizzandolo con spirito giornalistico e di critica tipico di che vuole sollecitare il sistema.
Non condivido l’assegnazione esclusiva della responsabilità al PD e all’attuale amministrazione. Il problema del verde pubblico risiede in una cattiva gestione operata negli ultimi vent’anni dalle varie amministrazioni sostenute da apparati politici sempre più in crisi che, in caduta libera, hanno manifestato i loro lati più negativi nei confronti della cura per l’immagine e la promozione della città attraverso la salvaguardia dell’ambiente.
Però, oggi al governo della città c’è il PD, e ritengo corretto che le tue critiche (che non sono solo tue, ma di una comunità intera) siano rivolte all’attuale amministrazione, alla maggioranza e all’intero consiglio comunale.
Ritenere tutti responsabili, quasi “assolvendo” l’assessore Di Prima che a mio parere dovrebbe essere molto più intraprendente come ad un giovane si addice, è un richiamo che difficilmente sensibilizzerà “certe coscienze” troppo legate ad obbiettivi diversi e, per alcuni, pre-elettorali. E questo vale anche per diversi consiglieri di opposizione, che negli anni passati hanno già dimostrato la loro poca “sensibilità” nei confronti della tutela e recupero del verde pubblico.
Sono affermazioni che faccio oggi da consigliere comunale, e che facevo ieri da responsabile di una associazione ambientalista. Sicuramente dopo questa mia dichiarazione, sarò oggetto di critiche (anche anonime) e di accuse, però non mi spaventano oggi come non mi spaventavano “ieri”. Ma non voglio rinunciare ad una coscienza di politica ambientale che, purtroppo, in questi due anni ha trovato una modesta applicazione nella gestione amministrativa e scarso riscontro nel dibattito politico.
Eppure la razionalizzazione del problema che hai tracciato con ottima sintesi è stata già trattata con dovizia di articolazione nel consiglio comunale del 26 febbraio del 2009 (delibera n° 9/2009). Infatti la Terza Commissione Consiliare (di cui sono componente), nel condividere un mio documento, portò in aula il dibattito facendo votare un atto di indirizzo all’Amministrazione e all’Ufficio Tecncico per affrontare “la questione verde pubblico” in modo razionale, richiedendo un’analisi tecnica dello stato vegetativo e di abbandono delle aree per poi definire le modalità e gli interventi su base tecnica ed economica, auspicando inoltre la redazione di un Piano del Verde Urbano.
Purtroppo il caro Di Prima, che ha recepito e condiviso (almeno a parole) il documento, a distanza di troppo tempo non ha saputo trovare gli strumenti o il coraggio per attuarlo.
Concludo affermando che a mio parere la responsabilità è di tutti noi (maggioranza, amministrazione e consiglio comunale), occorre che ognuno faccia la propria parte, anche compiendo passi indietro, un’atto di responsabilità per arrestare la deriva del patrimonio verde della città, recuperarlo e rilanciarlo affinchè possa trasformarsi anche in una preziosa risorsa economica tipica delle “città a vocazione turistica”.
Riccardo Calamaio